Autore Redazione
martedì
16 Agosto 2016
00:32
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Eventi - Piemonte

Dalla fiaba in poi. Claudio Zanotto Contino racconta

Dalla fiaba in poi. Claudio Zanotto Contino racconta

COSTIGLIOLE D’ASTI – “Le fate che abitano le fiabe vengono dall’India …”

“Talismani”, presentato da Fondazione Teatro Piemonte Europa, il 15 agosto a Costigliole d’Asti, dopo il debutto di luglio a “Teatro a Corte”, è uno spettacolo di narrazione e di atmosfere che cambiano il contesto temporale e il punto di vista di chi vi è immerso.

Claudio Zanotto Contino e la sua asinella Gerardina, vero talismano, nel senso di animale che, come nelle fiabe, cambia il corso della vita, raccontano fiabe di Guido Gozzano in uno stile da contastorie popolare che si rivolge ad un pubblico da conquistare con la magia e la capacità di ammaliare e convincere dell’impossibile. “Il ballo degli gnomi” e “I tre talismani” sono testi dal contenuto magico, dove i piani del mondo umano e di quello fatato si incontrano. L’incontro è anche tra la tradizione popolare, il racconto d’autore  e un mondo esotico creato dalle performer Silvia Ribero e Angie Rottensteiner, danzatrici, musiciste e cantanti. Sono fate dagli abiti indiani che danzano sotto la luna, donne mediterranee che ballano e cantano una canzone che sa di terra calda e mare, figure che ondeggiano e suggeriscono una matrice culturale comune alle storie di popoli diversi.

Zanotto Contino, come nasce l’idea di Talismani ?

E’ uno spettacolo su  Guido Gozzano, per il centenario della sua morte. Raccontiamo fiabe da vent’anni, abitiamo vicino al Meleto da sempre (la villa di Gozzano) e prima o poi questo doveva succedere.  Ci ho provato dieci anni fa, ma mi sono spaventato, poi in questi ultimi anni c’è stato un avvicinamento al poeta da parte mia e siamo riusciti a farlo.

Nello spettacolo ci sono atmosfere e spunti esotici. Come si sposano con le fiabe ?

Al  tempo di Gozzano il rapporto con l’esotico era molto presente nella cultura europea e lui stesso andò in India. Dovendo trovare un punto di congiunzione tra le nostre fiabe con l’asina e il poeta, siamo partiti dall’India e dal fatto che si sa che le fate arrivano da lì, per arrivare poi in occidente. Questo punto di partenza è dovuto anche al libro  “Lettere dall’India”,  in cui Gozzano  tratta l’esotico che è centrale nella sua arte.

C’è un rapporto tra le fiabe popolari e quelle di Gozzano ?

Questa è la prima volta che affronto fiabe d’autore, ho sempre solo raccontato fiabe della tradizione popolare, che sono diverse dalle prime.  I poeti famosi si sono ispirati alle fiabe popolari e le hanno riscritte, perché negli anni ‘10 gli  editori si rivolgevano ai bambini, cioè a coloro che, a parte gli istruiti, sapevano leggere, poiché erano iniziate le scuole.  C’è stato, quindi, in quegli anni, un mercato di libri per bambini e i poeti sono stati incaricati di scrivere per loro.

Come è nato il sodalizio con l’asinella Geraldina ?

È un caso di serendipity, cioè di qualcosa che non si cerca e si trova. L’idea era quella di raccontare le fiabe e le leggende nei luoghi dove erano nate.  Nell’87 avevo bisogno di qualcuno che mi portasse, in questi viaggi, i bagagli e pensai ad un asino.  All’epoca pensavo di utilizzarlo solo per poco tempo, oggi, se non fosse per Gerardina, non sarei qui, perché la gente viene per vedere lei (ridiamo tutti e, in effetti, guardiamo l’asinella). Ho scoperto poi che gli asini, come le fiabe e le leggende, stavano scomparendo con la società industriale. Le fiabe non si raccontavano più in mancanza della stalla, luogo di ritrovo e narrazione, mentre gli asini, fino a vent’anni fa, erano animali in via di estinzione.

Nella scenografia incantevole della terrazza naturale della frazione San Michele di Costigliole, i racconti di Gozzano sono rivissuti nella loro radice popolare e un cantastorie è diventato l’epigono di una tradizione che ha le sue radici nella narrazione nelle stalle, nelle serate invernali. Intorno a lui un mondo di immagini e di suggestioni visive, un’asinella che è simbolo e ragione di un viaggio di ricerca e un universo di suoni creati dal polistrumentista Giulio Berutto.

Si parte dall’India e si torna al Meleto, in un quadro da anni ’20, raffinato e triste come l’isola non trovata che “si tinge dell’azzurro color di lontananza”, come ciò che, anelato, non si può raggiungere (dalla poesia “La più bella”). Uno spettacolo intenso che sa di sogno e di reminiscenza. Da vedere. 

“Talismani” è stato il settimo spettacolo di  “Paesaggi e oltre 2016 teatro e musica d’estate nelle terre dell’Unesco” , per la direzione artistica del Teatro degli Acerbi. Il prossimo spettacolo sarà sabato 20 agosto, alle ore 21.15, nel piazzale del Castello di Costigliole d’Asti, dove andrà in scena “Campionissimissime” con Gianpaolo Ormezzano e Marlene Pietropaoli, Manuela Massarenti, Chiara Pautasso e Valeria Benigni e la regia di Luca Busnengo, presentato da Officina per la scena. Lo spettacolo sarà ad ingresso libero.

Nicoletta Cavanna

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