26 Agosto 2016
22:00
Tellaro, il borgo tra mare e terra
TELLARO – “Tellaro, un nirvana tra mare e cielo, tra le rocce e la montagna verde” (M. Soldati).
E’ uno dei borghi marinari senza dubbio più belli della Riviera di Levante, Tellaro, piccola frazione di Lerici, tra la Liguria e la Toscana, luogo dell’anima di Soldati, di Attilio Bertolucci, D. H. Lawrence e molti altri ancora, meta tra le più amate dai turisti durante tutto l’arco dell’anno. Il paesino, medievale, molto ben consevato, arroccato sulle rocce, con le sue case in pietra addossate, dai colori pastelli, allo stile ligure, la piazzetta vista mare, le scalette, i sottoportici, i saliscendi, i vicoletti lastricati e stretti, si affaccia sullo splendido Golfo dei Poeti.
Incorniciato alle spalle da uliveti da cui si ricava un ottimo olio dorato, nel pittoresco borgo dagli spettacolari scorci, si respira un’atmosfera magica, ovattata, dove il tempo pare essersi fermato. Dal paesino dallo stupendo panorama sul golfo de La Spezia e sulle isole della Palmaria,il Tino, Portovenere, Lerici, attraverso due gradinate, tra i fichi d’india, si scende fino a incantevoli baie nel cristallino mare incontaminato, con spiaggette sabbiose in parte attrezzate , in parte libere, e bassi fondali, calette, e un minuto porticciolo.
L’antico borgo è circondato da fortificazioni e da due torri di origine pisana (in origine, erano tre), una delle quali oggi é il campanile della Chiesa di San Giorgio mentre l’altra è situata all’ingresso del paese vicino all’oratorio di Santa Maria in Selàa.
L’unico accesso carrabile a Tellaro è una strada che, partendo da Lerici, si snoda verso il mare, attraversa Maralunga e Fiascherino, mentre a piedi è raggiungibile attraverso alcuni sentieri dai paesini soprastanti, all’interno di una straordinaria cornice naturale.
Probabilmente sorta tra il 1320 e il 1380 la sua origine, si suppone che sia collegata a Barbazzano, che si spopolò per la peste del 1348 favorendo la sua nascita. Si racconta che il suo nome deriva da “tela”, non si sa però se di derivazione latina, da telus, per indicare il dardo usato per la difesa, o dall’etrusco o paleo-ligure tular “confine del villaggio” o ancora come centro di commerci di tele e stoffe ”.
Anche Tellaro ha la sua leggenda che racconta di un grosso polpo che si avvicinò fino al porticciolo per suonare le campane della chiesa, per avvisare la popolazione dell’arrivo dei Saraceni.
Due i manufatti sacri, L’Oratorio di Santa Maria in Selàa, che nel 1660 divenne sede della Compagnia dei Battuti di Santa Maria e la Chiesa di San Giorgio, del XVI secolo, bagnata dal moto continuo delle onde, dal colore rosa pastello, situata sullo sperone roccioso a picco sul mare, dalla terrazza che si estende attorno,é mozzafiato la vista sul mare.
Anche la cucina merita con i suoi piatti tradizionali come il “Polpo alla Tellarese”, lessato con patate e condito con olio di Tellaro, olive snocciolate e un trito di aglio e prezzemolo, sale, pepe e succo di limone, o il polpo “all’inferno”, stufato con foglie di alloro, maggiorana, peperoncino, pomodoro e una spruzzata di vino bianco. Tipica di Tellaro è anche la focaccia dolce, con uvetta, pinoli e canditi.
Un borgo da sogno, ridente e romantico, ammaliante tanto quando il sole la illumina e scalda le sue case quanto di notte illuminata dalla luce fioca dei lampioncini.