3 Settembre 2016
22:00
Ultimo giorno ad Acqui Terme in compagnia del visionario Dalì
ACQUI TERME – È proseguita per oltre un mese e ora, se ne andrà tra più che meritati applausi. “Materie dialoganti”, la mostra antologica di Acqui Terme dedicata a Dalì domenica 4 settembre calerà il sipario sulla città termale.
Sono stati infatti oltre 8000 i visitatori dell’ affascinante esposizione che dal 26 luglio fino al 4 settembre, hanno colto l’occasione di scoprire le evocative opere del poliedrico Dalì. Un successo che gli stessi organizzatori non si sarebbero mai aspettati di raggiungere ma che è diventato realtà, trasformando di fatto per gran parte dell’estate Acqui Terme nella capitale del Surrealismo.
Un’antologica di forte impatto visivo e non solo, come hanno dimostrato le migliaia di biglietti venduti, per portare all’attenzione del pubblico opere non sempre conosciute del grande Maestro catalano che rivelano l’anima visionaria di uno dei più grandi artisti contemporanei. Ma ora è giunto il momento di salutare l’onirico artista con un grande brindisi finale in compagnia del sindaco e del vicesindaco Enrico Bertero e Franca Roso, insieme ai vini della famosa cantina acquese Cuvage. Sarà proprio il tintinnio di calici il suono che, alle 19 di domenica, al Cuvage Bar, la zona antistante al Liceo Saracco, celebrerà l’amicizia indissolubile che la città ha legato con l’eclettico Dalì, festeggiando il record di presenze di visitatori raggiunto dalla storica antologica.
Inoltre, per tutti gli appassionati di arte si ricorda che la mostra “Materie dialoganti” si potrà visitare fino a domenica 4 dalle 10 alle 13 e dalle 16,30 alle 22,30.
La giornata rappresenterà così un’occasione da prendere al volo per articolarsi un’ultima volta tra opere dalla consistenti dimensioni quali “L’Elefante Spaziale”, “La Persistenza della Memoria”, “La Donna del Tempo”, “San Giorgio e il Drago” o la stupefacente “Venere Giraffa”, o quelle in vetro come “La Triomphale” e la “Guitare”, in cui la luce e il colore in continua trasformazione, esprimono il concetto tanto caro all’artista della metamorfosi, pilastro della percezione surrealista della realtà. E ancora i dodici oggetti in oro, tra i quali “Sole Glorioso”, “Serpente Magico”, “Fiore Daliniano” o ancora, di arredo, “la Sedia Leda”.
Lorenzo Malvicini