28 Settembre 2016
03:59
Il consigliere Demezzi sulla sanità casalese: “Ridimensionata per ragioni economiche”
CASALE – Di seguito alcune considerazioni del consigliere di minoranza Giorgio Demezzi a proposito della situazione sanitaria del territorio casalese.
Ad un anno esatto dal famoso consiglio comunale con scontro su clinica e ospedale, occorre fare un bilancio sulla situazione sanitaria del nostro territorio ed in particolare del nostro Ospedale, cercando di capire che cosa rimarrà qui da noi e contemporaneamente progettare le lotte per il futuro del nostro Ospedale, tenuto conto di due fatti importanti: completa attuazione della DGR 1/600 entro fine anno e poi nel 2018 la probabile integrazione ASO-ASL.
In quel c.c. del 30 settembre la Sindaca Palazzetti disse, di fronte alla presentazione di più 7.500 firme raccolte a difesa della clinica, “Noi non dobbiamo fare solamente protesta, dobbiamo essere propositivi! A Casale c’è l’ospedale e noi dobbiamo fare un disegno organico del territorio, non si può andare avanti col mal di pancia della gente! Dobbiamo metterci insieme e lottare per i diritti del territorio: ora inizia la lotta” e qualcun altro della maggioranza “Occorre un realismo pragmatico perché ci spiace che la clinica chiuda ma più che chiedere che quei soldi vengano spostati sull’ospedale non si poteva fare e il sindaco l’ha fatto come da suo dovere”.
La lotta preannunciata dal Sindaco e il realismo pragmatico professato dai suoi consiglieri ecco che cosa ha portato: chiusura della clinica, un sempre maggior ridimensionamento del nostro Ospedale senza alcun aumento di soldi trasferiti al nostro ospedale, anzi…
La DGR 1/600, emanata dalla Regione Piemonte nel novembre del 2014 riguardo l’adeguamento della rete ospedaliera piemontese, ormai è chiaro che verrà attuata fino in fondo e le conseguenze per il nostro ospedale sono quelle già emerse alla presentazione della DGR: la riduzione delle strutture complesse (SOC) dell’ASL AL e dei relativi posti letto. Precisamente c’è una diminuzione di 32 posti letto e la soppressione delle seguenti strutture complesse : odontostomatologia, diabetologia, nefrologia, trasfusionale, laboratorio analisi, malattie infettive, urologia, anatomia patologica, e trasformazione di oncologia in reparto senza letti con assegnazione degli stessi al dipartimento di medicina.
Tutto questo ridimensionamento è avvenuto solo per ragioni economiche, per far tornare i conti a livello regionale, con una pianificazione che non ha tenuto conto delle esigenze di salute della popolazione. Nel 2017, si dice che la Regione uscirà dal piano di rientro, e quindi sarà compito della politica operare le scelte senza più i vincoli del Ministero dell’Economia.
Il nostro compito non è quello di difendere strutture, primariati o posti letto vuoti, ma garantire servizi di qualità ai cittadini , con risposte sanitarie di livello, sul nostro territorio e non in giro per il Piemonte o la Lombardia, e con l’obiettivo dell’umanizzazione delle strutture ospedaliere tanto decantato, ma mai perseguito veramente, con servizi adeguati per un territorio ampio come il nostro e con una popolazione che sta sempre più invecchiando.
Ci era stato detto che la razionalizzazione della rete ospedaliera prevedeva lo spostamento del baricentro delle cure dagli ospedali al territorio; invece si è ridotta l’attività ospedaliera senza alcun potenziamento sul territorio ed anzi con la nuova configurazione di una unica ASL provinciale c’è il rischio che succederà qualcosa di ancora più penalizzante per il nostro territorio e cioè lo spostamento di servizi dal nostro Ospedale a quello di Alessandria.
Sicuramente bisognerà lottare per garantire prestazioni di qualità nel nostro ospedale, per difendere il livello delle prestazioni erogate, la presenza del DEA di I livello, e per evitare che il raggruppamento in medicina delle specialità mediche, come avvenuto per oncologia, diabetologia, nefrologia e a breve per malattie infettive, riduca la portata e la specificità degli interventi.
Bisognerà pretendere che l’attività chirurgica trovi nell’Ospedale di Casale, che ha un blocco operatorio recentemente rinnovato, il punto di riferimento non soltanto per l’alta chirurgia, ma per tutti gli interventi di cui ha bisogno la nostra popolazione. Bisognerà che sia garantito il mantenimento di cardiologia, il punto nascite, ortopedia e riabilitazione/fisiatria con opportuno potenziamento del personale medico ed infermieristico.
Bisognerà evitare che il processo di trasformazione delle attività di ricovero in attività ambulatoriali risponda solo a criteri economici e non alle reali esigenze del paziente, in molti casi anziano e solo, che con questa operazione vede diminuire il livello di assistenza di cui invece ha bisogno.
Sono più che mai necessari l’impegno e la partecipazione di tutti, con una visione strategica anche a medio/lungo termine, per evitare che il nostro ospedale, che nel tempo ha avuto una valenza regionale/provinciale, se non opportunamente difeso, diventi sempre più un ospedale locale.