Autore Redazione
giovedì
6 Ottobre 2016
10:48
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Cronaca - Alessandria

Dopo un anno alla Salus si può tornare a sorridere

Dopo un anno alla Salus si può tornare a sorridere

ALESSANDRIA – La lunga battaglia per difendere il posto dei lavoratori della clinica Salus di Alessandria si è conclusa bene. La Funzione Pubblica Cgil, insieme alle altre sigle sindacali, grazie ai numerosi tavoli di crisi richiesti dalle parti sociali con il coinvolgimento del Prefetto di Alessandria, dell’Assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali della Regione Piemonte e dei sindacati regionali ha permesso di ottenere l’implementazione di 20 posti letto in continuità assistenziale a valenza sanitaria proprio alla Salus. Da questo mese è stato quindi aperto un nuovo reparto con il rientro in servizio di tutti i lavoratori inizialmente trasferiti fuori provincia. I dipendenti torneranno ad Alessandria e riprenderanno l’attività a tempo pieno e non più part-time.

In seguito alla revisione della rete ospedaliera attuata dalla regione Piemonte tra il 2014 e il 2015 la clinica dichiarò 34 esuberi tra il personale Oss e ausiliario”. Di conseguenza molti lavoratori vennero trasferiti in altre cliniche del gruppo Policlinico di Monza tra cui Vercelli, Novara e Biella mentre altri, in alternativa al trasferimento fuori provincia “erano stati oggettivamente costretti ad accettare una trasformazione del contratto full time ad un contratto part time per essere ricollocati nella clinica Città di Alessandria, anch’essa appartenente allo stresso gruppo. Tutti i lavoratori coinvolti furono demansionati, scelta unilaterale della clinica di applicare quanto previsto dal Jobs Act, determinando una perdita di professionalità. Di conseguenza la direzione della clinica disdettò i contratti di servizi con le società che gestivano con loro personale le pulizie delle parti comuni, con il risultato dell’apertura di procedura di licenziamento collettivo da parte delle società in appalto”.

“Oggi la Funzione Pubblica CGIL di Alessandria unitamente ai lavoratori e lavoratrici della clinica che hanno rivendicato e combattuto per il posto di lavoro organizzando e partecipando a presidi e scioperi possono orgogliosamente affermare di essere riusciti nell’impresa.”

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