10 Ottobre 2016
22:34
Le tre rose nere ci sono ancora e sono pronte per altre sfide: presto un docufilm
CASALE MONFERRATO – La loro foto, scattata da Walter Zollino, quella in cui da una massa di braccia emergevano le due più alte pronte nel catturare il pallone ovale, ha fatto il giro d’Italia. La storia delle Tre Rose Nere, la squadra di rugby composta da migranti, raccontata per la prima volta attraverso il reportage fotografico di Zollino e gli articoli di Radio Gold presto diverrà un Docufilm. In questi giorni le telecamere si stanno soffermando sull’erba, sul fango e sul sudore di un gruppo di ragazzi che hanno iniziato un’avventura per scherzo e che ora fa sul serio.
Le Tre Rose Nere sono un mare di mondi che non ha confini e in cui approdano tutti coloro che vogliono fermarsi. “Oggi – spiegano i curatori del progetto, Paride Fusaro, Walter Zollino e Barbara Ferrando – siamo alla prima tappa del percorso che porterà a raccontare la storia delle Tre rose con un docufilm e come spesso accade è necessario ripartire dalle domande fondamentali: cosa vuol dire raccontare la prima squadra di richiedenti asilo nata in Italia? Da dove partiamo per descrivere la storia di questi ragazzi? Iniziamo dal fare chiarezza: Le tre rose, innanzitutto, non sono solo la squadra dei richiedenti asilo. Sono la squadra di chi ci gioca. Molti richiedenti asilo e rifugiati arrivati a più riprese da differenti Paesi dell’Africa, ma anche diversi italiani, un argentino, un romeno. Insomma, Le tre rose sono innanzitutto una squadra di Rugby. Una compagine che contiene tante storie, ma nella quale a contare prima di tutto è lo sport, con le sue regole virtuose e la sua capacità di legare a filo doppio esistenze che non si sarebbero mai sfiorate senza il tramite della palla ovale. Un mezzo che ha permesso alle vite che si sono fatte coinvolgere di conoscersi e comprendersi in un caso d’integrazione che non è nato a tavolino, ma che con il suo farsi sul campo sta costituendo un esempio da seguire per il mondo del rugby e non solo. Ecco allora perché i ragazzi de Le tre rose, insieme al presidente, Paolo Pensa, e agli allenatori, sfidano il freddo, la polvere, il fango e le difficoltà. Perché sanno che dietro allo sport c’è qualcosa di più, che lo sport è qualcosa di più. Qualcosa attraverso cui i problemi, sul campo e nella vita, si possono superare; perché anche se ad ogni ripartenza è una gran fatica, quando l’impresa riesce la gioia è impareggiabile. E a vedere l’azione che riparte dopo l’ennesimo esercizio su una mischia questa volta ben riuscita, uno è contento anche di aver sopportato il freddo.” (Il racconto completo qui).
Il trailer è già pronto. Il Docufilm lo sarà tra un po’, ma questa storia non deve finire.
Tre Rose Nere / Step #1 / Trailer from TXT PH MP4 on Vimeo.