26 Ottobre 2016
03:37
Una raccolta fondi, uno spettacolo e un progetto per i migranti: la signora Maurizia torna a lottare per la sua casa
ALESSANDRIA – Lo sconforto ha lasciato spazio alla voglia di lottare. Dopo l’esecuzione immobiliare avvenuta lo scorso martedì del suo appartamento di via Lombroso, ad Alessandria, la 58enne Maurizia Pertegato ha di nuovo fiducia nel futuro. Sono tanti, infatti, i progetti e le iniziative ideati per tornare nella sua casa, pignorata e messa all’asta a fronte del debito accumulato dalla donna, insolvente da tre anni per le spese condominiali e di riscaldamento. Gli amici della attrice (che in questi giorni la stanno ospitando, ndr) hanno fondato un comitato di “Aiuto a Maurizia Pertegato e per la difesa dei diritti dei cittadini” e avviato una raccolta fondi online sul sito Munfrà.org: l’obiettivo è raccogliere mille euro entro domenica per poter sovvenzionare il perito nominato dal tribunale che segua l’iter del piano di rientro dal debito della signora, in base alla legge sul sovraindebitamento.
Domenica sera, inoltre, Maurizia Pertegato ha organizzato una cena solidale a offerta libera al locale Ratafià, in via Lodi 19, seguita dallo spettacolo autobiografico intitolato “300 Barattoli di conserva”.
Una volta evitato il pignoramento, la signora Pertegato punterà poi a partecipare al bando della Prefettura per l’accoglienza dei migranti. La donna è pronta ad aprire le porte della sua casa a madri con bambini o ad altri rifugiati, per favorire il processo di integrazione sul nostro territorio. “Il mio progetto si chiamerebbe La Casa dei Diritti” ha detto Maurizia Pertegato a Radio Gold “alcuni miei amici avvocati hanno dato la loro disponibilità a gestire volontariamente per un giorno a settimana uno sportello legale. In un altro giorno allestirei nella mia casa una sorta di biblioteca di quartiere, ho moltissimi libri per bambini e due volte a settimana organizzerei degli aperitivi aperti a tutti dove le mie ospiti potrebbero raccontare la loro storia. Insomma, tante iniziative per inserire queste persone nella vita sociale della città.”