Autore Redazione
sabato
19 Novembre 2016
04:00
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Eventi - Alessandria

Alla Mondadori di Alessandria la presentazione del libro “Visione periferica”

Un romanzo sui problemi dell’adolescenza scritto dal giovane novese Luca Bottazzi
Alla Mondadori di Alessandria la presentazione del libro “Visione periferica”

ALESSANDRIA – Sabato 19 novembre la Libreria Mondadori di via Trotti ad Alessandria presenta il romanzo “Visione periferica”, scritto da Luca Bottazzi, giovanissimo autore alessandrino.

Un appuntamento, organizzato in collaborazione con Il Circolo Provinciale della Stampa e condotto da Mauro Ferrari, dove lo scrittore novese del 1997 parlerà del suo volume di esordio,  che racconta un percorso di formazione di un giovane  dalla fase adolescenziale a quella più adulta, compiendo una riflessione sull’inosservabile quotidianità che ci circonda, sul dolore come una delle più intense forze dell’universo e sull’adolescenza che inevitabilmente insegna le regole della vita.

Un romanzo intrigante, godibile da tutti (in primis, adolescenti e genitori), scritto con una insospettabile profondità e ampiezza di visione. “Visione periferica”( edito da puntoacapo , pp. 230), è la storia di Alessandro, con una vita sospesa tra i banchi di scuola e la band nella quale suona, la passione per la corsa e l’interesse per l’arte e la pittura. Nel pieno dei suoi sedici anni si troverà però ad affrontare il trauma più grande della sua vita: gettato nel mondo, dovrà quindi imparare attraverso le proprie energie a costruire legami saldi con la realtà, per tornare di nuovo a sognare.

Il lavoro del giovanissimo narratore novese (nato nel 1997) mette a fuoco una intera generazione di coetanei, non troppo dissimile, dalle altre che l’hanno preceduta, e riesce anche a cogliere, l’essenza più intima di un sedicenne che fatica a relazionarsi con il mondo, con la scuola e gli altri, per rifugiarsi in un mondo interiore tutto suo, fatto di musica, sport, pittura e letteratura, che gli permettono di coltivare la propria interiorità, ma che non intaccano e anzi ribadiscono giorno dopo giorno il suo isolamento. Gli unici agganci concreti sembrano essere la famiglia, soprattutto il fratello maggiore Andrea, e le poche vere amicizie; la stessa scuola, vissuta per lo più come un noioso e inutile rituale, non riesce a colmare il divario con una supposta “normalità” che gli sfugge.

Quando la tragedia minaccerà di travolgerlo del tutto, Alessandro saprà affrontare e superare la crisi per avviare un percorso di crescita basato sulla conoscenza del dolore e sull’autostima, ma anche sulla comprensione di come proprio i suoi interessi più emotivamente sentiti possano diventare parte della sua partecipazione al mondo, dandogli le prime vere soddisfazioni della sua vita.

La “visione periferica” del titolo, più volte citata nel corso del romanzo, relega Alessandro (almeno nella propria conoscenza di sé) ai margini del mondo, ma man mano gli permetterà di comprenderlo e di farne parte.

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