Autore Redazione
lunedì
5 Dicembre 2016
05:00
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Politica - Alessandria

La norma “salva centri storici” per aiutare i sindaci a difendersi dall’avanzata di fast food e negozi lontani dal Made in Italy

In attesa di analizzare nel dettaglio la norma, Confesercenti Alessandria si è intanto detta "favorevole" a una legge che tutela i prodotti locali rispetto alle grandi catene
La norma “salva centri storici” per aiutare i sindaci a difendersi dall’avanzata di fast food e negozi lontani dal Made in Italy

ALESSANDRIA – E’ già stata rinominata “decreto anti fast food”. La norma “salva centri storici” scampata alla sentenza della Corte Costituzionale sulla riforma Madia, in effetti, è arrivata a pochi mesi dalla crociata del sindaco di Firenze Dario Nardella contro il colosso McDonald’s per evitare l’apertura di un ristorante della catena in piazza Duomo e nelle settimane di roventi polemiche “capitoline” per un altro contestatissimo fast food della stessa catena a pochi passi da Piazza San Pietro. Battaglie che hanno raccolto il consenso di diversi primi cittadini, contrari al proliferare nei centri storici di ristoranti e attività commerciali  lontani dalle tradizioni enogastronomiche ed artigiane del Belpaese. Ora per questi sindaci arriva in aiuto il decreto “Scia bis” che allarga a tutti i Comuni la possibilità di delimitare aree o zone della città dove “calmierare” la liberalizzazione del commercio. I sindaci, non solo quelli delle grandi città d’arte ma anche quelli dei piccoli borghi,  potranno vietare l’apertura di attività commerciali ritenute non compatibili con le esigenze di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale cittadino, e italiano in genere. La norma ovviamente non è retroattiva e quindi non potrà bloccare aperture già programmate ma solo quelle future. I sindaci, inoltre, dovranno agire d’intesa con la Regione e sentita la soprintendenza, anche se quest’ultimo parere non dovrebbe essere vincolante. Il decreto “Scia bis” chiede ai primi cittadini di interpellare  anche le associazioni di categoria, che non sembra potranno comunque blindare eventuale decisioni delle amministrazioni. In attesa di analizzare nel dettaglio la norma, Confesercenti Alessandria si è intanto detta “favorevole” a una legge che a prima vista tutela i prodotti locali rispetto alle grandi catene. Certamente “più local che global” ha spiegato la presidente Manuela Ulandi, l’associazioni di categoria alessandrina aveva condiviso anche la battaglia del sindaco di Firenze. “Ovviamente aspetto di leggere nel dettaglio la norma – ha puntualizzato Manuela Ulandi – Bisogna capire se queste disposizioni saranno un vero forte sostegno, perchè altrimenti le scelte dei sindaci si rivelerebbero solo azioni politiche eclatanti destinate a perdere di fronte a grandi colossi. In ogni caso una norma che mira a tutelare e possibilmente migliorare l’andamento delle aziende e professionalità locali, da quelle artigiane alla filiera dell’agricoltura, è proprio quello che come Confesercenti da tempo chiediamo per frenare l’avanzata dei colossi del mondo global“.

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