16 Gennaio 2017
01:35
I cinque anni del sindaco Rossa sotto la lente di Libera, in attesa degli altri candidati
ALESSANDRIA – Le dieci domande poste da Libera ai candidati sindaco di Alessandria cinque anni fa sono state sottoposte a verifica venerdì sera. L’associazione contro tutte le mafie, ha chiamato a rapporto il primo cittadino eletto nel 2012, Rita Rossa, in un confronto pubblico moderato da Marco Ciani all’Associazione Cultura e Sviluppo.
Il sindaco ha replicato alle domande poste dai giornalisti e ha di fatto confermato la sua candidatura alle prossime elezioni. Al termine dell’incontro il primo cittadino ha infatti manifestato la sua piena disponibilità a rispondere “a tutte le domande insieme a tutti i candidati, quando ci saranno“.
Nel frattempo però Rita Rossa ha ripercorso i suoi 5 anni attraverso le dieci questioni che costituiscono la spina dorsale della piattaforma di Libera: questioni sulla legalità, sul cumulo di cariche, aulla trasparenza, sugli impegni legati al welfare locale.
Il sindaco ha così innanzitutto confermato il proprio impegno in merito alla non candidatura di persone indagate. Rispetto al tema del cumulo di cariche Rita Rossa, attualmente anche Presidente della Provincia, ha ribattutto spiegando come le leggi prevedano che a capo di quell’ente ci sia necessariamente un sindaco. Per questo i rilievi andrebbero fatti al legislatore, ha spiegato.
Il primo cittadino ha superato anche il test del reddito. “I patrimoni di amministratori e consiglieri sono pubblici e consultabili da tutti. Io prendo 2.900 euro, una cifra di tutto rispetto, ma ricordo anche che nei pimi tempi ho affrontato di tasca mia i viaggi inerenti la mia carica“. Rita Rossa ha anche aggiunto di aver deciso di mettersi in aspettativa dal ruolo di insegnante dopo aver affrontato entrambi gli incarichi per un breve periodo: “ma fare il sindaco di una città come Alessandria è un impegno troppo forte e la città merita una dedizione totale, così mi sono messa in aspettativa“.
Secca la replica anche in merito alle accuse lanciate dall’Usb in merito alla progettazione di piazza Santa Maria di Castello, affidata alla nipote di Ezio Guerci (compagno del sindaco ndr), una situazione che per il sindacato rappresenterebbe un conflitto di interessi. Il sindaco ha replicato spiegando come tutto sia stato eseguito nella piena legalità e con massima attenzione: “il concorso – ha puntualizzato Rita Rossa – è stato indetto nel 2009, l’assegnazione dei lavori risalgono invece al 2011, lavori che sarebbero partiti quando fossero stati reperiti i fondi. Io nel 2009 non ero ancora sindaco né pensavo di farlo perciò tutto è stato fatto con la massima trasparenza e quando il sindaco era ancora Fabbio. Visto che occorre partire da presupposti veritieri io invito – ha chiarito il sindaco – chiunque abbia elementi che profilino conflitti di interesse ad andare alla Procura della Repubblica perché non ho paura di tutti i percorsi affrontati finora“. A suffragare la trasparenza del percorso di questi anni anche l’osservanza del “principio di opportunità” visto che “Ezio Guerci si è dimesso da membro del consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e ha rinunciato all’incarico all’Ateneo Amedeo Avogadro“.
Al sindaco è stato inoltre chiesto come intenda muoversi nei procendimenti antimafia legati a tre inchieste (in particolare Triangolo 2015, Alchemia e Arka di Noè 2016) che hanno coinvolto la provincia e in particolare se il Comune intenda costituirsi parte civile. Rita Rossa ha risposto illustrando l’impegno contro le mafie, cominciato con la costituzione di una “commissione consiliare presieduta da Roberto Massaro” e ha dimostrato apertura e “disponibilità alla costituzione di parte civile, una volta effettuate verifiche con gli uffici legali rispetto a processi che hanno una valenza per il territorio, una decisione concreta ma anche simbolica“.
Inevitabile anche il richiamo al Terzo Valico e al caso della ditta Allara e alla cava Clara e Buona. Il sindaco ha ribattuto spiegando come l’amministrazione “abbia chiesto di acquisire documenti rispetto alle aziende e non risultano problemi rispetto alla Allara. È stato inoltre sospeso il conferimento dello smarino nella cava, una delibera non ancora rimossa, nonostante i risultati di Arpa, perché quella rimozione – ha aggiunto il sindaco – è legata al chiarimento che la Regione deve ancora dare rispetto alla richiesta di difesa spondale di argine, un requisito che rientrava nelle prescrizioni previste. Se però Arpa, come da analisi pervenute all’ufficio, confermerà il nulla osta rispetto al conferimento dello smarino, la mia ordinanza sarebbe assimilabile ad abuso di ufficio“. Per questo ha concluso sul tema Rita Rossa, “rispetto alle richieste di verifica sul conferimento dello smarino nelle cave, ci stiamo comportando con il principio di tutela della salute dei cittadini”.
“Sul terzo Valico – ha concluso il sindaco – noi non abbiamo mai fatto mistero, come forza politica, di non essere contrari al Terzo Valico, ma col pieno rispetto della legalità e della trasparenza.”
E il tema della trasparenza è stato toccato anche nel caso del rapporto con i cittadini. In merito era stato annunciato un rinnovato sito del Comune con un più facile accesso ai documenti. Su questo il sindaco ha ammesso la necessità di un miglioramento del portale dell’amministrazione. “Il sito si è implementato di molte informazioni che prima non c’erano. Non abbiamo fatto tutto per come avremmo voluto – ha ammesso il sindaco – e rimane un terreno di lavoro. Dobbiamo rendere il sito più facile, più trasparente. Tra gli obiettivi anche la consultazione, sul web, degli atti anche trascorsi i 15 giorni“.
In merito alla questione Manutencoop Rita Rossa ha ribattuto spiegando come l’anticorruzione “abbia elogiato la correttezza della procedura in merito a un project molto complesso. Io ho scritto all’Anac che dopo un anno e tre mesi avrei proceduto al conferimento altrimenti avrei continuato a dare delle proroghe che sarebbero state illegittime“.
Anche sul tema del sociale il sindaco ha difeso il lavoro dei suoi 5 anni. Nel suo programma di mandato aveva rimarcato la necessità di difendere il welfare locale creando nuove forme a tutela delle fasce deboli per garantire la sussistenza dei livelli di benessere attuali. Dal 2008 il Comune di Alessandria ha visto diminuire drasticamente la spesa per il sociale e dal 2012 poi (quando è stata eletta Rita Rossa) il denaro destinato a quella voce, come analizzato da Openpolis, è rimasto al di sotto della media dei Comuni assimilabili ad Alessandria per popolazione. Nel 2013 e 2014 infatti la cifra stanziata pro capite è oscillata tra i 90 e i 100 euro contro una media delle realtà tra i 50 e i 200 mila abitanti di circa 140-150 euro. Una situazione complessiva, ha replicato il sindaco, che sconta il taglio delle risorse e che, “nonostante questo ha mantenuto i servizi pur di fronte al dissesto“. Un percorso di tutela delle fasce deboli “portato avanti con la collaborazione di tutti e anche con la partnership dei privati“. Rispetto poi ai fondi destinati al sociale il sindaco ha rimarcato lo sforzo dell’amministrazione pur a fronte delle difficoltà economiche e comunque “in misura più alta rispetto ad altre città come Asti, in ben altre condizioni economiche“.
Al termine dell’incontro Libera ha manifestato soddisfazione per la dispoibilità del sindaco nel rispondere a tutti i questi posti dai giornalisti, evienziando però alcuni aspetti critici su alcuni punti della piattaforma.”Da sottolineare fin da subito alcune carenze tecniche emerse sulla piena accessibilità pubblica e trasparenza del sito internet del Comune (punto 5 di AL10) e la disponibilità del Sindaco di valutare, con l’ufficio legale del Comune, la possibilità di costituirsi parte civile nei processi penali contro attività criminali di stampo mafioso (punto 3 di AL10), che dovessero confermarsi a seguito delle recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine sul nostro territorio (in particolare Triangolo 2015, Alchemia e Arka di Noè 2016)“.
Un aspetto quest’ultimo, particolarmente importante visto che, come sottolineato da Carlo Piccini, presidente di Lbera “le mafie si sono già radicate anche al Nord da almeno ventanni, con o senza grandi opere. Riteniamo quindi che, come Libera e in generale come cittadini appartenenti ad una “società responsabile”, all’indispensabile componente politica rappresentativa, una società democratica che si dica convintamente antimafia debba necessariamente riscoprire anche la sua componente partecipativa. Per questo contiamo che il monitoraggio civico diventi, prima possibile, una cultura davvero diffusa e trasparente.”
Lincontro può essere visionato integralmente qui.