Autore Redazione
lunedì
23 Gennaio 2017
08:30
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Eventi - Valenza

“Smith & Wesson”, la storia di una sfida, con Natalino Balasso al Sociale di Valenza

Il regista Gabriele Vacis racconta
“Smith & Wesson”, la storia di una sfida, con Natalino Balasso al Sociale di Valenza

VALENZA – “Smith & Wesson”, in scena martedì 24 al Teatro Sociale di Valenza, è uno spettacolo che riconferma il collaudato sodalizio artistico tra Alessandro Baricco, Gabriele Vacis e Roberto Tarasco ed è l’unica e preziosa replica in tutto il Piemonte dopo il Teatro Stabile di Torino, che ne è produttore. Nel cast, in un ruolo inedito,  spicca Natalino Balasso, nuovamente protagonista della programmazione di APRE, firmata dal direttore artistico Roberto Tarasco e coordinata dalla CMC, dopo aver inaugurato la stagione 2014-2015 con lo spettacolo “Stand up Balasso”.

“Baricco mi dice sempre: “…Ma se io scrivo questa cosa, tu riesci….”  E io gli rispondo: “Tu scrivi, poi vediamo…” Gabriele Vacis

Il testo, scritto da Baricco, diretto da Vacis e allestito da Tarasco,  racconta dell’impresa stralunata e folle di due strani e inconcludenti individui e di una giornalista pronta a tutto per uno scoop. Balasso (che ha già lavorato ne I Rusteghi con Vacis) è Smith, mentre Fausto Russo Alesi (già premio UBU) è Wesson. Con loro, Rachel Green, la giovane Camilla Nigro (diplomatasi alla Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino e recentemente diretta da Mario Martone e Valter Malosti) e Mariella Fabbris  (una della attrici e fondatrici del Laboratorio Teatro Settimo).

I protagonisti si incontrano nel 1902 davanti alle cascate del Niagara e progettano di fare ciò che mai nessuno ha osato, cioè buttarsi giù, all’interno di una botte di birra, alla ricerca di notorietà, di affermazione e di un fine da condividere.

Gabriele Vacis, “Smith & Wesson” è il secondo spettacolo scritto da Baricco e da lei diretto. Come è nata l’idea?

Baricco aveva visto a Roma “I Rusteghi” (spettacolo con Balasso, Jurji Ferrini, Eugenio Allegri…), che aveva debuttato nel 2011 proprio a Valenza, ed era rimasto impressionato da Natalino Balasso.  E’ successa la stessa cosa di quando aveva visto Eugenio Allegri in “Trilogia della villeggiatura”, sempre di Goldoni (e sempre con la regia di Vacis).  Come allora mi propose di fare la regia di qualcosa scritto da lui per Allegri, così mi ha proposto la regia di un testo per Balasso. “L’abbiamo fatto una volta e possiamo rifarlo”, ho risposto, sono passati vent’anni ed era ora di riprovarci.

Che cosa c’è di speciale in questo testo?

E’ un testo scritto non in astratto, ma precisamente per un attore e un regista. Ci sono poi una serie di sfide, come mettere in scena le cascate del Niagara, che non è cosa da poco. E’ una specie di gioco d’azzardo tra me e Baricco.  La storia entra nella contemporaneità perché racconta il bisogno di coraggio che abbiamo. La sfida di questo tempo, per eccellenza,  è la convivenza. I personaggi non si conoscono, si incontrano alle cascate e accettano la sfida della convivenza che deve comportare una grande impresa, che è un’idea della più giovane. I vecchi ascoltano i giovani: questa è l’idea centrale della loro amicizia e credo sia un gran salto, di questi tempi.

Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi sono due grandi attori molto diversi tra loro. Come interpretano i loro personaggi?

Balasso non è il solito Balasso. E’ molto interiore, come non ci si aspetterebbe da lui, ed è sorprendente. Fausto (Russo Alesi) è stato mio allievo alla Paolo Grassi (storica scuola di teatro di Milano), lo conosco da quando aveva 18 anni e anche lui ha fatto un grande lavoro di essenzialità su Wesson, il suo personaggio. Credo che insieme siano una presenza omogenea.

Lei ha detto: “Baricco non ha paura dei sentimenti, però se ne vergogna sempre un po’ “. Come si traduce questo sulla scena?

Noi siamo piemontesi e ci capiamo su queste cose. Una cosa è non avere sentimenti o averne paura, altra è vergognarsi un po’ di esternarli. C’è sempre questo equilibrio tra la necessità di avere sentimenti e la discrezione nell’esprimerli. Questo è un sentimento che condivido con Baricco e che lui sa raccontare molto bene.

Le scene e le luci sono di Roberto Tarasco, con il compito di rappresentare le cascate del Niagara

Tarasco ha fatto un lavoro di essenzializzazione. Mi trovo bene a lavorare con lui perché con poco riesce a risolvere problemi grossi. Credo che la sorpresa nasca dallo scarso impiego di mezzi che, grazie alla fantasia, fa vivere delle emozioni.

La verità di fondo che emerge è legata all’amicizia?

Alla convivenza tra diversi che trovano il modo di essere amici. Come tra me e Tarasco, che non potremmo essere più diversi (e qui ride). Questo riguardava tutti noi del Teatro Settimo (tra cui Laura Curino, Marco Paolini, Baricco stesso e Mariella Fabbris, che è nello spettacolo), che abbiamo trovato un modo di convivere.

I costumi sono di Federica De Bona; video di Indyca / Michele Fornasero; produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

Biglietti: intero 20 euro; ridotto 15 euro.  Per contatti: tel. 0131.942276 – 324.0838829 www.valenzateatro.it   Facebook: Teatro Sociale di Valenza

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