Autore Redazione
giovedì
9 Febbraio 2017
19:33
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Cronaca - Alessandria

Aggredisce la sorella e poi si ribella ai Carabinieri con calci, pugni e sputi

Aggredisce la sorella e poi si ribella ai Carabinieri con calci, pugni e sputi

ALESSANDRIA – Sono entrati in un palazzo del quartiere Pista e hanno soccorso una cittadina marocchina che stava uscendo in lacrime dall’ascensore. I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Alessandria sono intervenuti martedì per soccorrere la vittima vessata per l’ennesima volta dal fratello, Ahmed Housni, cittadino marocchino di 32 anni, clandestino e pregiudicato. L’uomo, ubriaco, aveva preteso di essere ospitato dalla sorella che però si era opposta a quella richiesta, provocando la reazione violenta del trentaduenne. Il litigio è quindi degenerato finendo per allarmare gli altri inquilini che hanno immediatamente chiamato il 112.

Arrivati sul posto i militari hanno trovato l’uomo barcollante sulle scale. Il trentaduenne, convinto che la faccenda fosse semplicemente una questione di famiglia, si è dimostrato subito riottoso. Ha eluso più volte la richiesta di presentare i documenti per l’identificazione e poi ha reagito violentemente con calci e pugni quando i Carabinieri lo hanno esortato a raggiungere l’auto di servizio. La successiva perquisizione ha permesso di trovare nelle tasche dell’uomo 2.2 grammi di hashish e un coltello a serramanico di grosse dimensioni. Inoltre le forze dell’ordine, hanno scoperto che nel tempo Ahmed Housni aveva avuto più volte atteggiamenti aggressivi e violenti nei confronti della sorella che non ha comunque voluto sporgere denuncia-querela.

In auto l’uomo ha continuato a mantenere un atteggiamento aggressivo culminato in calci e sputi contro la paratia dell’auto che separa i sedili posteriori da quelli anteriori. Una condotta proseguita in caserma dove l’uomo ha preso più volte a testate la porta della camera di sicurezza.

Solo l’intervento del personale del 118 ha permesso di riportare la situazione alla normalità. Il trentaduenne è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e denunciato per porto di arma da taglio e rifiuto di indicazioni sulla identità personale.

L’udienza direttissima ha portato alla condanna a cinque mesi di reclusione con conseguente immediata liberazione.

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