27 Marzo 2017
17:58
Pistola alla tempia e poi botte e minacce per 45 minuti
SAN SALVATORE MONFERRATO – Ha due occhi viola e un livido alla tempia E. S., il cittadino di San Salvatore Monferrato, coinvolto, venerdì sera, in una brutale quanto interminabile rapina. Il suo volto è tumefatto e oggi non dorme più nella sua stanza ma al piano superiore, con negli occhi ancora le immagini di un assalto durato 45 “infiniti” minuti.
Tutto è cominciato alle 22.15, in una villa in frazione Fosseto, a San Salvatore Monferrato. La vittima è uscita di casa per raggiungere l’auto, nel garage, quando i segnali di movimento hanno iniziato a suonare. L’allarme era disinserito visto che padre e figlio erano all’interno della villa. I ladri hanno atteso il momento giusto ed è a quel punto che in tre sono piombati addosso a E.S.. “Tre ombre mi hanno assalito trascinandomi di peso fuori dall’auto su cui ero appena salito e hanno tolto i miei occhiali buttandoli via. Mi hanno colpito e poi hanno immobilizzato mani e piedi con del nastro adesivo. Neanche il tempo di riflettere che i malviventi, incappucciati fino agli occhi, e con un accento dell’Est, hanno buttato via i miei occhiali e mi hanno infilato un calzino in bocca per farmi stare zitto“.
La violenza della banda era solo all’inizio. I rapinatori hanno preteso le chiavi “e così mi hanno puntato la pistola alla guancia chiedendo le chiavi. Io non gliele ho date e loro mi hanno massacrato di botte finché uno di loro mi ha rifilato un colpo alla tempia con il calcio della pistola. Nel frattempo avevano già portato via il portafoglio e tutte le chiavi dalle mie tasche.”
Dal garage la vittima della rapina è stata portata di peso davanti alla porta della villa e qui è stato nuovamente colpito con il calcio della pistola, questa volta sopra l’occhio: “se mi avessero preso un po’ più sotto avrei subito il distacco della retina. Io ho cercato di gridare, nonostante il calzino in bocca, infilato fino in gola, ma loro hanno continuato ad accanirsi, hanno trovato le chiavi e mi hanno portato all’interno della casa. A quel punto ho dato un calcio alla porta della camera in cui c’era mio padre, sperando sentisse.”
L’uomo, R. E., in effetti ha sentito il frastuono ed è uscito finendo per essere coinvolto nella colluttazione. È stato colpito al volto e alle costole e poi minacciato con la pistola. “Le botte sono continuate e mi hanno anche tappato il naso fino a farmi perdere quasi i sensi e allora mi hanno schiaffeggiato, probabilmente per farmi riprendere.”
L’agonia dei due cittadini è durata ancora a lungo perché entrambi sono stati portati al piano superiore della casa. Le macchie di sangue, presenti ancora oggi sulla rampa di scale, dimostrano la violenza della banda che ha messo a soqquadro l’intera abitazione per cercare oggetti preziosi: “noi abbiamo detto loro che non avevamo nulla e che eravamo stati vittime di un furto appena due mesi prima ma loro hanno continuato imperterriti. Mi hanno portato su di peso mentre mio padre è stato spinto di sopra con la pistola puntata“.
Questa agonia è terminata solo grazie al trambusto nell’abitazione. “I vicini di casa hanno sentito il rumore e così si sono insospettiti, perciò hanno cominciato a chiamare. Il rumore dei nostri due telefoni li ha spaventati e sono andati via, alle 23. Sono tornati da dove sono venuti, scappando a piedi in mezzo ai campi. Ed è a quel punto che è stato lanciato l’allarme e sono arrivati i Carabinieri”.
E. S. ha deciso di raccontare la sua vicenda per mettere in guardia i suoi concittadini, spaventato da una azione “che non si è mai visto da queste parti, mi hanno spiegato anche i militari“.
Oggi i cittadini della zona si riuniranno per capire come scongiurare episodi analoghi. Nella zona infatti, negli ultimi tempi, si sono verificati diversi furti che ora, alla luce della brutale rapina di venerdì sera, allarmano i residenti.