2 Maggio 2017
05:00
In provincia più di 3 mila persone malate di gioco d’azzardo
ALESSANDRIA – L’illusione della vincita facile, l’ebrezza di sfidare la sorte e poi il vortice che, moneta dopo moneta, ingoia anche la tua vita. La ludopatia non è un gioco ma una vera e propria malattia che ti divora dentro e fa a pezzi famiglie, affetti. Un dramma che nella maggior parte dei casi resta soffocato.
Solo in provincia di Alessandria si stima che i giocatori dipendenti siano 3450 su una popolazione di 431.200 abitanti e altre 14 mila persone sarebbero a rischio dipendenza. Calcolando anche i famigliari, loro malgrado risucchiati nel dramma della ludopatia, nell’alessandrino più di 100 mila persone sarebbero coinvolte nel gioco d’azzardo patologico. Quasi un quarto della popolazione.
Eppure solo in 80, di cui 48 di Alessandria, lo scorso anno hanno trovato la forza di chiedere aiuto al Sert, il Servizio per le dipendenze dell’Asl Al, che garantisce un supporto gratuito e nell’anonimato a tutte le persone decise a uscire dal dramma del gioco d’azzardo.
Dodici sono state invece le persone che dal 2016 hanno iniziato a partecipare alle riunioni dei “Giocatori Anonimi”. Un gruppo di auto-aiuto nato 8 anni fa ad Alessandria che si riunisce ogni mercoledì sera al San Pio V (per partecipare si può telefonare al 392/1754932). In tutto oggi una trentina di persone dai 30 ai 70 anni che insieme cercano di rimanere lontane dalle abbaglianti luci delle slot machine. Le tentazioni ormai sono ovunque, a volte basta entrare in un bar per prendere un caffè, in una tabaccheria o anche solo navigare in rete. Già, perché i “casinò” oggi sono anche virtuali ma le perdite sono reali. Non solo quelle economiche ma anche quelle fisiche e psicologiche. Conseguenze “oltre il denaro” di cui, però, “non si parla mai”, ha sottolineato un ex giocatore che da tre anni ha smesso di scommettere sulla sua vita. Da quattro anni lui fa parte dei “Giocatori Anonimi” che mercoledì 3 maggio terranno anche un incontro aperto a tutti i cittadini nella sala grande della chiesa di Don Bosco, in Corso Acqui ad Alessandria, dalle 20 alle 23.
La ludopatia è un grave problema sociale che non risparmia neppure i giovani. Proprio per questo in provincia negli ultimi anni si è creata una rete per prevenire e contrastare il gioco d’azzardo patologico. Comune di Alessandria, Comune di Acqui, Fondazione Social, Libera, i professionisti del Sert insieme a tante altre associazioni hanno deciso di fare “una sommessa vincente” convincendo i ragazzi a non giocare. Sono stati organizzati flash mob, aperitivi nei bar “slot free” e a marzo è stato anche creato un tavolo di lavoro tra Comune di Alessandria, i Sert di Alessandria e Valenza, Caritas, il Consorzio dei Servizi Sociali di Ovada, Fondazione Social, cooperativa Il Gabbiano, i Giocatori Anonimi e i partner del progetto “Io non gioco: una scommessa vincente” (le associazioni Parcival, Libera, Punti di vista, Sportello di ascolto di Acqui e Cissaca). Una squadra che continuerà a portare avanti l’attività di prevenzione in tutte le forme possibili, formando volontari e operatori di Cissaca e Caritas per aiutarli ad interagire con chi è affetto da gioco d’azzardo patologico.
Prossimo impegno sarà ora l’incontro in programma il 5 maggio alle 10 nell’aula magna del Liceo Classico “Plana” di Alessandria. I formatori di “Taxi1729” coinvolgeranno 250 studenti in un laboratorio “sulla matematica del gioco d’azzardo” per svelare ai ragazzi le regole, i segreti e le grandi verità che stanno dietro all’immenso fenomeno del gioco d’azzardo.