La storia delle Tre Rose Nere in un docu-film

CASALE MONFERRATO – “Ora – dice con orgoglio il presidente, Paolo Pensa – Casale Monferrato non è più solo conosciuta per l’“Eternit”, ora è conosciuta per “Le Rose Nere”! Questo è stato ed è possibile grazie alla “vecchi guardia” delle Tre Rose che non ha abbandonato ed ha creduto in questo nuovo corso“. La dichiarazione arriva dopo la pubblicazione su Repubblica del docu-film sulla storia e il cammino della squadra di migranti casalese. Il lavoro è stato promosso anche dalla Commissione mondiale del rifugiato presso le Nazioni Unite, voluto da La Repubblica TV, e realizzato da Walter Zollino.

Nel frattempo, le Tre Rose Rugby “ha chiuso la stagione 2016/2017 con una vittoria, contro il CUS P.O. Una vittoria ottenuta con una squadra composta quasi totalmente dai nuovi arrivati della”Casa di Elisa” (che sono arrivati al campo solo dal mese di marzo) e, fiore all’occhiello, una delle formazioni formate dalle squadra di serie B “Il Monferrato (Alessandria-Asti- Acqui Terme) e “Los Ignorantes” ha voluto ed ha annoverato tra i suoi, nelle partite finali, il nostro Fatai Femì – che, ricordo è solo tre mesi che si allena a Rugby-, che ha dimostrato da subito grandi qualità e, con grande autorità, è giunto anche una meta per gli alessandrini. Questo è l’avvio del proseguimento del progetto di integrazione attraverso il Rugby, ovvero questi ragazzi possono giocare in serie “C” grazie a tre deroghe del presidente della Federazione, una , che possono giocare tutti “di formazione straniera” in deroga, occorre arrivare al fatto che, se trasferiti in altra squadra , diventi “di formazione italiana”, così da poter approdare a squadre più blasonate, di serie “B” o di serie “A” ed offrire loro una bella e buona opportunità di prospettiva e di miglioramento per la propria vita e di ancor più vera integrazione. Questa è la nuova meta da raggiungere per Le Tre Rose Rugby Casale“.

Il documentario “Tre Rose Nere” è stato prodotto da “No Fear Make Noise”. Regia e testi: Walter Zollino; produzione: Barbara Battistella; filmmaker: Gabriele Sheepard, Giovanni Calderino, Diego Pesce; montaggio: Giovanni Calderino, Gabriele Sheepard; interviste: Paride Fusaro; traduzioni e foto: Barbara Ferrando.