5 Luglio 2017
01:54
Basta rassegnarsi, bisogna muoversi: commerciante suona la carica
VALENZA – Chiara Tassinario è preoccupata per la situazione in cui versa la città ed è per questo che lunedì sera, prima del consiglio comunale a Valenza, ha deciso di far sentire al sua voce per provare a immaginare soluzioni, partendo con la descrizione del reale. Residente a Casale ma innamorata della città in cui lavora come commerciante, Chiara non vuole sentir parlare male di Valenza. Così ha deciso di sfruttare lo strumento politico messo a sua disposizione, il question time, per chiedere spiegazioni al sindaco e all’assessore al Commercio. Il suo intervento è stato un modo per scuotere, a tutti livelli, un ambiente che sembra rassegnato, ha spiegato a Radio Gold. “Si sarebbero dovute organizzare molte più manifestazioni a Valenza ma questo non è avvenuto – ha raccontato Chiara. Io non so perché sia accaduto ma di certo occorrono molti più eventi anche perché Valenza ha bisogno di pubblicità positiva.”
Valenza viene spesso dipinta “come città dormitorio – ha proseguito. A questo si aggiunga il fatto che ormai c’è una diffusa sensazione di scontento e di abbandono anche se occorre ammettere che i problemi di oggi non possono essere nati in due anni. Le colpe di oggi possono essere imputate anche a chi c’era prima e poi non c’è molta partecipazione rispetto alle questioni che stanno segnando la città. Se qualcuno dice che non è contento deve anche cercare di muoversi e di farlo insieme a tutti gli altri.” Valenza insomma pare quasi pietrificata da una situazione cui non era abituata fino ad alcuni anni fa. La rassegnazione è comprensibile, ha spiegato Chiara, ma questa non può essere una giustificazione all’immobilismo: “Penso che la comunità venga fatta da tutte le persone che la compongono e quindi tutti dobbiamo dare una mano“.
Attraverso il suo intervento con il question time Chiara ha riportato a galla le difficoltà del commercio e della città e ora si aspetta vere e proprie azioni dall’amministrazione: “Io non sono la persona che si occupa di questi problemi, non devo essere io a risolverli, ma lancio solo uno spunto, un invito alla concretezza, ai fatti. Si possono tirare giù dei progetti per cercare finanziamenti dalla Comunità Europea, per esempio. Bisogna convincersi che Valenza non è una brutta città. Ha avuto un bel passato ed è un peccato sprecarlo. Quando sento che se ne parla male a me piange il cuore. Dobbiamo metterci in moto“.
Basterebbe iniziare anche da dettagli semplici come il decoro visto che “al di là del centro, se si va in zona piscina, in via del Castagnone c’è molta sporcizia e le strade sono molto brutte, si percepisce la mancanza di cura. Basterebbe poco per dare un’idea diversa di Valenza.” Per cominciare Chiara suggerisce degli incentivi a chi curerà gli spazi vicini al negozio e invita a organizzare 3-4 eventi “fatti bene“. L’importante, ha concluso, “è che ci si muova“.
L’assessore al commercio, Massimo Barbadoro, ha replicato spiegando l’impegno dell’amministrazione nel mettere insieme i commercianti proprio per risolvere alcune questioni: “abbiamo creato una associazione, L’oro dal Po al Monferrato, dai cocci preesistenti per tentare di trovare una strada da percorrere insieme. Certamente ci troviamo in un territorio in cui si è disgregato tutto, in cui molte realtà associative si sono dissolte. È accaduto con i commercianti, con l’associazione orafa valenzana, con il marchio DiValenza. Nessuna associazione riesce a stare insieme e nelle attività economiche questo scenario è evidente. Adesso stiamo pian pianino cercando di rimettere in piedi le cose sul fronte del commercio, ma non è facile.”