7 Agosto 2022
05:25
I libri novità da leggere questo mese
ITALIA – Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d’inchiesta e reportage per chi ama leggere e vuole approfittarne in queste settimane.
‘Bronzi di Riace. L’avventura di due eroi restituiti dal mare‘ (Rizzoli) di Alberto Angela
Fra tutte le statue che ci sono pervenute dal mondo antico, i due meravigliosi Bronzi di Riace sono quelle che più hanno colpito ed entusiasmato il pubblico. Perché? Certamente, all’origine del loro ‘successo’ ci sono la bellezza straordinaria e la pregevolissima fattura del Giovane e dell’Uomo maturo. Ma non solo. A contribuire al loro fascino, è anche l’aura di mistero che li avvolge. Proprio partendo dalle numerose domande rimaste aperte, Alberto Angela nel libro ‘Bronzi di Riace. L’avventura di due eroi restituiti dal mare‘ sugli scaffali con Rizzoli, prova in questo libro appassionante a farci rivivere, passo dopo passo, la storia dei Bronzi di Riace.
Ci accompagna nell’epoca e negli ambienti da cui presumibilmente provengono, va alla ricerca dei loro autori e cerca di immaginare chi potessero raffigurare questi due splendidi personaggi maschili: Castore e Polluce? Un guerriero e uno stratego? E ancora: come furono forgiati? Con quale tecnica fu possibile renderne la capigliatura morbida o le vene che appaiono sotto pelle? Ma il percorso emozionante alla scoperta dei Bronzi non si ferma qui: in quali circostanze sconosciute finirono sul fondale del Mar Ionio? Vi furono buttati da una nave in una notte di tempesta? E la nave arrivò in porto o affondò? Quando accadde? Che lingua parlava l’equipaggio: greco, latino o addirittura goto? Alberto Angela, con le doti di divulgatore che lo hanno reso famoso, intesse un racconto avvincente su due capolavori che il mare ci ha restituito ancora splendidi, senza però svelarcene tutti i segreti.
‘La casa di Marzapane‘ (Mondadori) di Jennifer Egan
Bix Bouton è assurto a “semidio della tecnologia” grazie allo straordinario successo della sua società, Mandala. Bix ha quarant’anni ed è alla disperata ricerca di una nuova idea, quando s’imbatte in una discussione in cui si parla di download o dell’”esternalizzazione” della memoria. È il 2010. Nel giro di un decennio la nuova tecnologia di Bix, “Riprenditi l’Inconscio”, che ti consente di accedere a qualsiasi ricordo tu abbia mai avuto e di condividerlo in cambio dell’accesso ai ricordi degli altri, ha sedotto moltitudini. Ma non tutti.
Attraverso una serie di affascinanti narrazioni a incastro, Egan in ‘La casa di marzapane’, in libreria con Mondadori, mette in luce le conseguenze di “Riprenditi l’Inconscio” illustrando le vite di diversi personaggi i cui percorsi si intersecano nel corso dei decenni. La casa di marzapane non è solo intellettualmente folgorante, ma è anche una testimonianza della straordinaria tenacia dell’aspirazione umana ai rapporti autentici, all’amore. Nello spettacolare mondo dell’immaginazione dell’autrice, ci sono i “contatori” (che tracciano e sfruttano i desideri) e ci sono gli “elusori” (che hanno capito quanto costi dare un morso alla casa di marzapane). Se Il tempo è un bastardo era stato organizzato come un concept album, La casa di marzapane adotta la poetica della Electronic Dance Music, e richiama anche giochi, portali e mondi alternativi dando spesso l’impressione di muoversi tra le dimensioni di un gioco di ruolo.
‘La casa di marzapane’, si legge nella nota Mondadori che accompagna il volume, è senza ombra di dubbio il romanzo più atteso degli ultimi anni: una sorta di sequel del celebratissimo ‘Il tempo è un bastardo’, di cui riprende alcuni personaggi, alcuni punti della trama e la polifonicità ipnotica e meravigliosa degli stili. È un romanzo elettrizzante e commovente che ci parla di noi oggi, della ricerca di autenticità e significato in un mondo dove ricordi e identità non sono più privati e dove le nuove tecnologie aprono continuamente ulteriori, inquietanti scenari. Un libro selvaggiamente ambizioso per i temi che tratta e per il modo in cui li tratta.
‘Dicerie della notte‘ (Solferino) di Federico Leoni
Solferino manda in libreria ‘Dicerie della notte’ di Federico Leoni. Un fiume che scorre, come il tempo, che trascina via tutto: i giorni, i ricordi, in questo caso anche un uomo e la sua vita. Il fiume è il Tevere e il corpo che si è impigliato tra la vegetazione accanto alla banchina è quello del professor Valerio Borromeo. A trovarsi coinvolto in un’indagine involontaria è un suo ex studente, Gregorio: magistrato a Roma, attraversa un periodo di crisi personale e professionale, tra la separazione che lo ha costretto a tornare a vivere con il padre e un caso mediatico e giudiziario che rischia di rovinargli la carriera. Sulle prime, l’inchiesta sulla morte del suo ex insegnante di filosofia – omicidio, suicidio o incidente? – è un’occasione per sfuggire a un presente che lo preoccupa.
Ma il passato in cui viene trascinato è quello dell’anno della maturità e in particolare di una notte che gli ha cambiato la vita, tingendogli di bianco i capelli all’improvviso e stringendo il nodo da cui, forse, ogni possibilità di felicità è stata soffocata. È ancora possibile sciogliere quel nodo? Gli incontri con i suoi amici di una volta – Flaminia, affascinante e capricciosa, e Paolo, brillante e ombroso – non aiutano a risolvere il dilemma. Né a capire cosa sia successo davvero, chi ci fosse su quella banchina, la notte in cui il professor Borromeo è caduto nel fiume. Questo romanzo è un giallo dell’anima prima che dei corpi.
Un’indagine, sì, ma sul tempo: sugli amori che non riesce a corrodere, sulle ferite che non è in grado di rimarginare, sul modo in cui torce e sfuma la memoria. Perché il tempo non è un fiume: forse, piuttosto, è un gorgo.
‘De. Le vite segrete di Marilyn Monroe‘ (La Neve di Teseo) di Anthony Summers
Nata con il nome di Norma Jeane, è con quello di Marilyn che divenne conosciuta e adorata in tutto il mondo per la bellezza, la sensibilità e il talento. La sua vita fu breve e incredibilmente intensa e, se la parabola pubblica fu scintillante e indimenticabile, quella privata fu molto più oscura e dolorosa. Su Marilyn Monroe, da viva, si sono dette molte bugie e sono nate molte leggende, qualche volta anche con il contributo della stessa Marilyn, che aveva costruito la sua immagine pubblica e privata mescolando fatti veri e fantasie autogratificanti. In ‘Dea. Le vite segrete di Marilyn Monroe’, pubblicato in Italia da La Nave di Teseo in occasione dei 60 anni dalla tragica morte della Monroe, diventato un cult, Anthony Summers fa piazza pulita di tutte le voci e le storie e ci consegna la biografia definitiva dell’ultima grande diva dello schermo, con sorprendenti rivelazioni sui suoi matrimoni e sulle relazioni con uomini famosi, tra cui il presidente John F. Kennedy e suo fratello Robert. Un ritratto di Marilyn come realmente fu: vitale, ricca di contraddizioni, debole, seducente, patetica e, infine, tragica.
Per ricostruire la complessa vita della diva, Summers ha intervistato più di seicento persone tra conoscenti, amici e amanti; ha attinto da rapporti segreti di polizia e registrazioni telefoniche prima secretate; ha potuto utilizzare la corrispondenza privata tra Marilyn e il suo psichiatra e documenti inediti che rivelano i complotti della mafia tesi a usare l’attrice contro i Kennedy. La drammatica conclusione ripercorre, senza ombre e reticenze, la sua morte piena di misteri e di circostanze non chiarite. Anthony Summers ricostruisce con precisione e scrupolo la biografia di Marilyn e la racconta come fosse un grande romanzo.
‘Scorrettissimi. La cancel culture nella cultura americana‘ (Laterza) di Costanza Rizzacasa d’Orsogna
Mark Twain, Harper Lee, Patricia Highsmith. Cancelliamoli tutti. Cancelliamo Philip Roth, intollerabilmente misogino. E quanto era razzista Flannery O’Connor? Ma dovrebbe importarci? Dobbiamo giudicare i capolavori della letteratura del passato alla luce delle sensibilità odierne? Dovremmo forse smettere di leggere Faulkner per non essere riuscito a fare i conti con il razzismo sistemico se cento anni dopo l’America stessa non riesce ancora a farli? E d’altronde, possiamo chiedere ai diritti di aspettare in nome di una presunta sacralità della letteratura? Cosa sta accadendo e come siamo arrivati qui?
Costanza Rizzacasa d’Orsogna in ”Scorrettissimi. La cancel culture nella cultura americana’, sugli scaffali con la Laterza, porta al cuore del dibattito sulla cancel culture che infuria nella società non solo americana ma ormai anche europea. Parole come ‘appropriazione culturale’, ‘supremazia bianca’, ‘mascolinità tossica’, usate spesso a sproposito, popolano le conversazioni quotidiane. Sullo sfondo, negli Stati Uniti, una polarizzazione politica e del pensiero che per gli esperti ha raggiunto un punto di non ritorno, e il modello parentale ed educativo del safetyism: la sicurezza emotiva come valore sacro. La retorica di sinistra che da anni infuria dentro e fuori i campus, eliminando tutto ciò che può apparire politicamente scorretto, alimenta il bigottismo di destra, in un circolo vizioso in cui perdono tutti.
Le guerre culturali dilaniano la scuola dell’obbligo, con il numero dei libri banditi o contestati che sfonda ogni mese nuovi record. Se mettere i libri al bando non è nulla di nuovo nelle scuole americane, diverse oggi sono le tattiche, e fortissima la politicizzazione. Da Mark Twain a Philip Roth, da Hemingway a Toni Morrison, da Salinger a Margaret Atwood, Scorrettissimi ci racconta questo terremoto culturale, ne ricostruisce la genesi e le ragioni all’interno del contesto storico e politico americano in cui è nato.
‘Il giovane Mozart in Vaticano‘ (Sellerio) di Giacomo Cardinali
L’11 e il 13 aprile 1770 sotto la volta della Cappella Sistina si ritrovarono, tra le decine di presenti avvolti nel suggestivo buio della liturgia pasquale, due uomini: un ragazzino già prodigioso e destinato a fama immortale, e uno di cui la Storia non avrebbe ritenuto nemmeno il nome, se non ne fosse stata ora scoperta una traccia in un manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il prodigio era Wolfgang Amadeus Mozart, lo scampato all’oblio Carlo Cristofari da Novara. I due, racconta Giacomo Cardinali in ‘Il giovane Mozart’, libro pubblicato da Sellerio, si sarebbero incontrati nuovamente qualche sera più tardi in occasione di un ricevimento romano, quando nello stupore generale avrebbero discorso per qualche tempo, loro due soli, in tono di immediata complicità, per poi non rivedersi mai più; ma il danno era ormai fatto.
La nuova fonte manoscritta, incrociata con la cronaca e i documenti del tempo, e con l’epistolario mozartiano, permette una ricostruzione più dettagliata e vivida del celebre affaire della trascrizione a memoria, effettuata da Mozart, del Miserere di Gregorio Allegri, di cui era proibita ogni divulga-zione e che veniva eseguito due volte l’anno ed esclusivamente dai Cantori della Cappella Sistina, di cui Cristofari da appena un mese era entrato a far parte. Attorno a questo episodio ruotano i personaggi più diversi: dal nuovo pontefice agli osti di Roma, dal castrato Farinelli a ministri e ambasciatori, da spie e sbirri a vecchie glorie del teatro lirico europeo, a cardinali e biscazzieri. E poi le estenuanti controversie sindacali dei cantori sistini, storie di raccomandazioni e di impresentabili, preghiere e suppliche per il bel tempo e per la pioggia, stipendi e regalie, esecuzioni musicali e multe, e un ricchissimo corredo di editti e di divieti a impedire tanto i giochi invernali quanto i refrigeri estivi. Fino all’ignobile gogna che sabato 31 marzo 1770 ha attraversato la città tra insulti e lanci di verdura marcia in una Roma ostinatamente refrattaria a ogni Illuminismo.
‘Fiore di cadavere‘ (Giunti) di Anne Mette Hancock
La giornalista danese Heloise Kaldan è nel mezzo di una delicata crisi lavorativa quando riceve la prima di una serie di misteriose lettere. La mittente è Anna Kiel, un’assassina ricercata ormai da tre anni, che è scappata dopo aver brutalmente ucciso un uomo. E’ da qui che inizia ‘Fiore di cadavere’, il libro di Anne Mette Hancock pubblicato in Italia da Giunti.
I messaggi contengono informazioni private sulla vita di Heloise, cose che appartengono a un passato che si è da molto lasciata alle spalle. La polizia, nella persona dell’ispettore Erik Schäfer, è costretta a riaprire il caso, ma Heloise dopo tutto è una giornalista, è nel suo Dna scoprire la verità e si mette così sulle tracce dei parenti della vittima, dell’assassina, di qualsiasi persona che possa fornire dettagli utili. Mentre le lettere continuano ad arrivare e il cronista che si era occupato della vicenda viene trovato morto, Schäfer non sa se possa davvero fidarsi di Heloise. Che cosa vuole Anna da lei? Che cosa unisce queste due donne così diverse?
Con una storia avvincente, personaggi indimenticabili e una trama che fa girare le pagine, Fiore di cadavere è il primo thriller della serie bestseller danese che sta conquistando il mondo. Quando il passato è una ferita aperta, farsi vendetta a volte è l’unico modo per guardare al futuro.
‘Il rosmarino non capisce l’inverno‘ (Einaudi) di Matteo Bussola
Una donna sola che in tarda età scopre l’amore. Una figlia che lotta per riuscire a perdonare sua madre. Una ragazza che invece non vuole figli, perché non sopporterebbe il loro dolore. Una vedova che scrive al marito. Una sedicenne che si innamora della sua amica del cuore. Un’anziana che confida alla badante un terribile segreto. Le eroine ‘Il rosmarino non capisce l’inverno’ (Einaudi) non hanno nulla di eroico, sono persone comuni, potrebbero essere le nostre vicine di casa, le nostre colleghe, nostra sorella, nostra figlia, potremmo essere noi. Fragili e forti, docili e crudeli, inquiete e felici, amano e odiano quasi sempre con tutte sé stesse, perché considerano l’amore l’occasione decisiva. Cadono, come tutti, eppure resistono, come il rosmarino quando sfida il gelo dell’inverno che tenta di abbatterlo, e rinasce in primavera nonostante le cicatrici. Un romanzo in cui si intrecciano storie ordinarie ed eccezionali, che ci toccano, ci interrogano, ci commuovono.
“Ho deciso di scrivere di donne – afferma Matteo Bussola – perché non sono una donna. Perché ho la sensazione di conoscerle sempre poco, anche se vivo con quattro di loro. E perché è piú utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già”.
‘Il corpo e lo spettro’ (Donzelli editore) di Paolo Zani
Nella primavera del 2020, di fronte all’insorgere della pandemia da coronavirus, larga parte delle nazioni di tutto il mondo ha messo in atto il lockdown, una misura che in maniera tanto radicale e generalizzata non era mai stata adottata prima. La digitalizzazione è insieme il presupposto che ha reso tale misura possibile, e lo strumento potente con cui perseguire una sorta di salto di specie, che ha a che vedere con la maniera in cui l’uomo occidentale si pensa e con la relazione che esso in trattiene con il proprio corpo.
Attraverso un’argomentazione rigorosa e incalzante, capace di te nere insieme riferimenti classici e sensibilità verso il presente, Paolo Zani nel saggio ‘Il corpo e lo spettro. Per una critica della modernità digitale’, in libreria con Donzelli, segue le peripezie del corpo attraverso le più diverse epoche e culture: perché il corpo è l’arcano attorno a cui danzano le religioni e le filosofie di tutto il mondo; per ché a partire dal corpo, crocevia del dolore e del desiderio, si articola la cifra fondamentale della modernità. L’esperienza del lockdown spinge infatti all’estremo un processo che ha avuto inizio ben prima della pandemia, e che affonda le sue radici nel bisogno di eliminare il dolore: la rimozione del corpo. Questo processo prende oggi una forma inedita, che è anche una nuova maniera di essere presenti: la presenza digitale. Quale sarà il prezzo di una metamorfosi simile? Una volta cancellato per sempre il corpo, cosa resterà dell’uomo, se non uno spettro? E cosa ne sarà del desiderio, del dolore, della felicità? Perché senza corpo, e in fondo senza dolore, non può esservi desiderio; e senza desiderio, non può esservi felicità.
La posta in gioco è alta: sollecita a una presa di posizione morale e politica, e coinvolge in pieno la generazione dei ventenni di oggi, che della rivoluzione digitale sono gli attori e i destinatari futuri. Ad essi in particolare l’autore ha deciso di rivolgersi, anzitutto coinvolgendo un nutrito gruppo di amici suoi coetanei nella stesura del libro. L’intento è quello di proseguire su questa strada: ‘Il corpo e lo spettro’ nasce da un rinnovato bisogno di incontro e coesione, e si pone di fronte ai suoi lettori come un libro aperto, da discutere, praticare, condividere.