5 Agosto 2023
09:45
Libri: le nuove uscite da leggere in agosto
RADIOGOLD – Solitamente l’estate permette di trovare maggiore tempo libero e spazio anche per le letture. Ecco dunque alcuni titoli che potete trovare questo mese in libreria.
È appena uscita in libreria ‘La casa di Pat‘ (Gallucci) di Lucy Maud Montgomery, il capitolo conclusivo della serie ‘Pat di Silver bush’. Con l’ingresso nell’età adulta, i cambiamenti che Pat teme si susseguono uno dopo l’altro. Amici e familiari vanno e vengono, amori troppo acerbi o troppo maturi sbocciano e sfioriscono in un istante, ma c’è anche tanta nuova vita da accogliere. L’unico punto fermo rimane Silver Bush, la vecchia e incantevole casa nella quale Pat vorrebbe vivere per sempre. Un destino imprevedibile le farà però scoprire il senso più vero della parola “casa”: non un semplice posto, ma un insieme vivo e pulsante di ricordi e affetti, e un amore capace di sopravvivere a qualunque cambiamento.
La Nave di Teseo manda in libreria con una nuova traduzione ‘I saccheggiatori‘ del premio Nobel William Faulkner. Mississippi, 1905. Lucius Priest è il figlio di una ricca famiglia di possidenti, abituato a darsi da fare perché́ è stato educato nel credo che anche a undici anni un uomo debba “occupare un posto nell’economia del mondo”. Boon Hogganbeck, tuttofare a servizio dei Priest, lo convince a rubare l’automobile del nonno per cercare amore e fortuna a Memphis, attirato dalle meraviglie della città.
A loro si unisce clandestinamente il cocchiere nero di famiglia, Ned McCaslin: il terzetto più improbabile del profondo sud americano si lancia così in un’avventura on the road destinata a cambiare radicalmente la vita di Lucius. Un’odissea improvvisata e divertente lo porta lontano da casa, tra prostitute e ferrovieri, sceriffi e allibratori, gare di cavalli e scommesse troppo ardite per essere oneste, in una serie di selvagge disavventure attraverso gli stati rurali di inizio Novecento. Qui, dove razzismo e leggende vanno a braccetto, Lucius è catapultato senza istruzioni nel mondo degli adulti, conosce l’onore e la vergogna, il rispetto e l’ambizione, e impara che per vincere non sempre occorre essere più̀ veloce di tutti.
Torna in una nuova traduzione l’ultimo romanzo di William Faulkner, premiato con il Pulitzer nel 1963 e diventato nel 1969 un film con Steve McQueen. Questa versione – condotta sull’edizione americana aggiornata secondo gli studi più recenti sui manoscritti originali – permette di riscoprire appieno la straordinaria scrittura di uno dei maestri della letteratura americana.
E’ in libreria con Laterza il saggio ‘L’Italia vuota. Viaggio nelle aree interne‘ del ricercatore e film-maker Filippo Tantillo. Esiste un’Italia dove i paesi si spopolano, la popolazione invecchia e il paesaggio perde la mano dell’uomo. È un’Italia vuota, che però contiene – molto più di quanto si pensi – il futuro del nostro Paese. Terre alle prese con le trasformazioni climatiche, con i mutamenti dell’economia mondiale, percorse incessantemente da flussi di umani.
Dalle rilucenti valli occitane del Piemonte al cuore antico della Sardegna, passando per i colori caldi dell’Appennino centrale, nei paesi sabbiosi delle coste del mar Ionio, sotto il vulcano più grande del continente, tra i migranti del Friuli: un viaggio ai margini del nostro Paese, un Paese molto più grande e vario di come si autorappresenta, alla scoperta di uno spazio ancora aperto al possibile.
Nell’estate in cui ha perso un grande amore al protagonista di ‘L’ombra del vulcano‘, il libro di Marco Rossari sugli scaffali con Einaudi il 29 agosto viene affidata l’impresa più colossale e impossibile della sua carriera: trovare nuove parole per l’edizione italiana della ‘Divina Commedia ubriaca’ il romanzo fatale sul Messico, ‘uno dei capolavori illeggibili del Novecento’. Sotto il vulcano di Malcolm Lowry è un libro di culto, soprattutto per gli scrittori. Una storia esotica di autodistruzione, di alcol, di addii: da un lavoro cosí, in un momento cosí, sarebbe saggio tenersi alla larga. Con una voce comica, ma capace di farsi grottesca e struggente, Rossari traccia i rimandi tra la storia disperata del Console e la sua.
E poi, lasciandosi andare alla dolcezza dei ricordi, ci dice di quando stava con lei: dei viaggi in capo al mondo, del loro modo sghembo di vivere la relazione, delle consuetudini e delle piccole felicità; infine della crisi senza fondo, i pianti e il non poter stare più insieme. Tradurre significa ripercorrere i passi di qualcun altro. Calcare le orme, seguire ostinatamente. E nel deserto della città vuota, mentre i giorni trascorsi alla scrivania senza quasi mangiare si alternano alle notti interminabili passate a bere, la vicinanza del protagonista alla figura di Malcolm Lowry diventa una vera e propria possessione. Così la Milano d’agosto si fa sempre più simile a quell’innominabile cittadina messicana nel giorno dei morti, e il Console rivive in un vortice di tristezza, alcol, nostalgia. Perché letteratura e vita, alle volte, sono una cosa sola.
Sempre il 29 agosto Sellerio manderà in libreria ‘Figli, figlie‘ di Ivana Bodrožić. Una madre, una figlia, la sua compagna, tre donne ma una non può e non vuole esserlo. Tre punti di vista diversi, inattesi, radicali. Lucija, la figlia, è costretta da un incidente a vivere segregata nel proprio corpo e immersa nel proprio pensiero. Nell’inerzia assoluta delle membra ma nella mobilità dello sguardo e della sensibilità prende atto di cosa significhi essere prigionieri di se stessi e degli altri, subire la volontà e i desideri altrui. Attorno a lei si muovono sua madre e Dorian, che dopo Lucija prendono la parola per raccontare la propria storia. Dorian quando incontra Lucija è ancora Dora, una donna con dentro un uomo, poi ha scelto di iniziare la transizione della propria identità; da quando ha l’aspetto di un uomo tutto è cambiato nella sua vita, «basta alzare la mano, richiamare l’attenzione perché si venga presi sul serio, pagati di più, perché non si venga derisi, sfruttati, non si diventi oggetto di battute». Dorian comprende e ama Lucija ma non è mai stato accettato dalla madre di lei, perché per questa donna la reazione naturale nei confronti del diverso è reprimerlo, ripudiarlo e punirlo. Eppure soffre a sua volta, succube da sempre della dittatura dell’altro: del padre, del marito, della suocera, della società. È una madre con due figli, Tomislav e Lucija, un maschio e una femmina: non li uccide come Medea, ma li divora per amore. Quando sarà lei a raccontarsi restituirà uno straordinario resoconto della propria vita segnata da ruoli e doveri, silenzio e dolore.
‘In Figli, figlie’, Ivana Bodrožić immerge i suoi personaggi nella violenza trasmessa dalla famiglia e dalla società senza cercare facili colpevoli. La sua è una storia delicata e drammatica, narrazione di corpi, femminili e maschili, di aspettative biologiche, sociali, ideologiche, dei limiti che pongono nella ricerca del proprio carattere e del proprio destino. È un’opera che è stata acclamata per il suo stile e la forza emotiva, che mai accoglie tesi scontate e prive di sostanza, e che racconta una delle storie d’amore più tenere e tormentate della recente letteratura europea.
Sarà in libreria dal 5 settembre con Mondadori ‘I Normanni‘ di Levi Roach. Nel dicembre del 1212, il giovane Federico II, nipote del leggendario imperatore Federico Barbarossa, uscì dal duomo di Magonza nelle vesti di sovrano di Germania. Il ragazzo, però, non era tedesco. Il puer Apuliae era un normanno italiano, e come monarca normanno si apprestava a governare sulla Sicilia e il Sud Italia. Con lui, il potere e l’influenza degli ‘uomini del Nord’ avrebbero raggiunto il loro apice sul continente europeo. Discendenti dei predoni vichinghi, che con le loro scorribande all’inizio del X secolo avevano gettato le basi del futuro ducato di Normandia, i normanni estesero il loro dominio dalla Francia settentrionale all’Inghilterra, dall’Irlanda al Mediterraneo, dalla Penisola iberica all’Anatolia bizantina. Sotto gli stendardi di condottieri feroci e ambiziosi, essi costruirono chiese e castelli, fondarono dinastie e regni vigorosi, ridisegnando ovunque le mappe del potere. Allo stesso tempo, nel corso della diaspora si integrarono rapidamente con le popolazioni locali sconfitte e sottomesse, mescolandosi al tessuto della società, adottando la lingua e la cultura delle élite, mettendo radici. Onnipresenti ed elusivi, introdussero princìpi e valori che nel corso dei secoli plasmarono il volto dell’Europa: gli ideali cavallereschi, l’architettura romanica, il cattolicesimo e la vicinanza al pontefice di Roma, come pure un nuovo atteggiamento nei confronti della legge e della giustizia.
Eppure, dopo trecento anni di vittorie e successi travolgenti, i normanni all’improvviso scomparvero, vittime probabilmente di un’identità fluida e camaleontica, di una mancanza di unità che impedì loro di sopravvivere al mondo che essi stessi avevano forgiato. Esemplare della turbolenta e tortuosa storia medievale, il racconto dell’ascesa e del declino normanno è un avvincente susseguirsi di fortune conquistate e perse, che lo storico britannico Levi Roach ripercorre in queste pagine ricostruendone al contempo la straordinaria, e spesso dimenticata, eredità. Perché “il mondo moderno sarebbe irriconoscibile, se i normanni non avessero lasciato la loro impronta”.