1 Ottobre 2023
09:03
Le novità di questa settimana in libreria
RADIO GOLD – Come ogni settimana ecco alcune delle novità che potete trovare in libreria.
‘La Resistenza delle donne‘ (Einaudi) di Benedetta Tobagi
Si tratta del libro vincitore del Premio Campiello 2023. La storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell’esperienza della guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il piú importante. Benedetta Tobagi la ricostruisce facendo ricorso a tutti i suoi talenti: quello di storica, di intellettuale civile, di scrittrice.
Le donne furono protagoniste della Resistenza: prestando assistenza, combattendo in prima persona, rischiando la vita. Una ‘metà della Storia’ a lungo silenziata a cui Benedetta Tobagi ridà voce e volto, a partire dalle fotografie raccolte in decine di archivi. Ne viene fuori un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne. “La Resistenza delle donne” è dedicato “A tutte le antenate”: se fosse una mappa, alla fine ci sarebbe un grosso “Voi siete qui”. Insieme alle domande: E tu, ora, cosa farai? Come raccoglierai questa eredità? “La Resistenza delle donne” è prima di tutto un libro di storie, di traiettorie esistenziali, di tragedie, di speranze e rinascite, di vite. Da quella della “brava moglie” che decide di imbracciare le armi per affermare un’identità che vada oltre le etichette, alla ragazza che cerca (e trova) il riscatto da un’esistenza di miseria e violenza, da chi nell’aiuto ai combattenti vive una sorta di inedita maternità, a chi nella guerra cerca vendetta e chi invece si sente impegnata in una “guerra alla guerra”, dalle studentesse che si imbarcano in una grande avventura (inclusa un’inedita libertà nel vivere il proprio corpo e a volte persino il sesso), alle lavoratrici per cui la lotta al fascismo è la naturale prosecuzione della lotta di classe. Tobagi racconta queste storie facendo parlare le fotografie che ha incontrato in decine di archivi storici. Ne viene fuori quasi un album di famiglia della Repubblica, ma in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne. Un libro che possiede il rigore della ricostruzione storica, ma anche una straordinaria passione civile che fa muovere le vicende raccontate sullo sfondo dei problemi di oggi: qual è il ruolo delle donne, come affermare la propria identità in una società patriarcale, qual è l’intersezione tra libertà politiche, di classe e di genere, qual è il rapporto tra resistenza civile e armata, tra la scelta, o la necessità, di combattere e il desiderio di pace?
‘La morra cinese‘ (Sellerio) di Marco Malvaldi
È arrivato questa settimana nelle librerie ‘La morre cinese’, il nuovo giallo di Marco Malvaldi, edito da Sellerio, che coinvolge in un nuovo intrigo i Vecchietti e il barrista Massimo, diventati protagonisti anche della fortunata serie tv Sky ‘I delitti del BarLume’.
A Pineta è successo qualcosa che nessuno si aspettava, la destra ha vinto le elezioni amministrative, conquistando un feudo rosso più o meno dal 1946. Mentre i Vecchietti si dividono, anche Massimo ha i suoi problemi con la nuova amministrazione: infatti ha difficoltà ad ottenere l’autorizzazione per il suolo pubblico. La cosa però non gli toglie il sonno, dato che ormai, con la nascita di Matilde, la sua primogenita, non dorme da mesi. Per fortuna, anche in Comune hanno le loro gatte da pelare: il primo atto della nuova amministrazione è stata la vendita di un ampio terreno nell’entroterra a una ditta che intende realizzare un megaresort, contro il parere di varie associazioni locali (come gli ambientalisti e i cicloamatori) e con il favore di altre. Ma ben più grave è che nel parcheggio sul retro del Municipio viene rinvenuto un cadavere. È Stefano Mastromartino, studente di filologia della Scuola Normale, che ultimamente passava molto tempo a fare ricerche nella casa del conte Valdemaro Serra Catellani, nobile decaduto il cui antenato aveva intrecciato una corrispondenza con Giacomo Leopardi. Le lettere autografe del poeta, se ritrovate, sarebbero una vera e propria manna per il conte: pare che tra queste ci fosse anche una poesia di rara bellezza, rimasta inedita. Un bel rebus per il vicequestore Alice Martelli che potrà contare sulle pettegole deduzioni dei Vecchietti e su Massimo che, bazzicando in Comune, si rende conto che qualcuno entra un po’ troppo spesso in uffici che in teoria non gli competono…
‘Sputiamo su Hegel. E altri scritti‘ (La Tartaruga) di Carla Lonzi
Ritorna in libreria, in una nuova edizione de La Tartaruga, ‘Sputiamo su Hegel. E altri scritti’ di Carla Lonzi, considerato il testo fondamentale del femminismo italiano e internazionale. È impossibile immaginare la storia del femminismo senza Carla Lonzi: grazie alla sua visione e al suo pensiero, è riuscita a cambiare il linguaggio con cui le donne parlano di loro stesse, della loro sessualità e dei loro desideri. Prendendo la parola per sé stessa, Carla Lonzi ha saputo darla alle donne che aveva attorno e che sono venute a contatto con i suoi scritti, in Italia e nel mondo: la pubblicazione di Sputiamo su Hegel nel 1970, insieme al collettivo femminista di Rivolta Femminile, è stata una vera e propria bomba nella società italiana reduce dalla contestazione culturale del Sessantotto ma ancora profondamente patriarcale. Insoddisfatta dalla cultura marxista che lasciava poco spazio all’autocoscienza femminile, Carla Lonzi ha deciso di dare spazio alla vita vissuta dalle donne nel quotidiano, nei rapporti con gli altri, in ogni ambito dell’esistenza, e lo ha fatto con un rigore e un’attenzione pieni di ferocia ma anche di amore. I riverberi di quell’esplosione si sentono ancora oggi: Carla Lonzi continua a essere amata, letta e discussa, e a generare nuovi filoni di pensiero. Questo la rende una delle pensatrici più radicali e vive che abbiamo la fortuna di leggere, al di là di qualsiasi geografia e ordine di tempo. Sputiamo su Hegel e altri scritti inaugura la ripubblicazione di tutta l’opera di Carla Lonzi, per valorizzare l’ampiezza del suo pensiero critico, che spazia dalla storia dell’arte al pensiero della differenza. Come scrive la curatrice Annarosa Buttarelli, “questi sono scritti che non sopportano commenti, spiegazioni, interpretazioni che spegnerebbero la loro forza travolgente, la loro intensa, parlante presenza… Così proponiamo di ripresentare gli scritti di Carla Lonzi senza accompagnamenti critici, come testi per la lotta delle donne, per la meraviglia di coloro che li leggeranno per la prima volta, come alimenti per la trasformazione di sé, come viatico per chi è alla ricerca della qualità di un pensiero, sempre più raro a trovarsi”.
‘Resisti, cuore. L’Odissea e l’arte di essere mortali‘ (Mondadori) di Alessandro D’Avenia
Se abbiamo perso la gioia della nostra odissea, rileggere l’Odissea è il modo migliore per “fare ritorno”. Con questo assunto Alessandro D’Avenia ripercorre in ‘Resisti, cuore. L’Odissea e l’arte di essere mortali’ (Mondadori) i ventiquattro canti del poema come un’arte di vivere, e lo fa risplendere di tutta la sua luce. Ci accompagna attraverso l’opera come studioso di Lettere classiche che l’ha eletta a suo principale ambito d’interesse, come insegnante che da anni ne promuove la lettura integrale ad alta voce, come intellettuale abilissimo nell’interpretare lo spirito del tempo. E nel raccontarci le peripezie di Ulisse vi ritrova la propria esperienza personale e il percorso di ogni uomo verso il proprio originale compimento esistenziale.
‘Grande meraviglia‘ (Einaudi) di Viola Ardone
Dopo il successo internazionale de ‘Il treno dei bambini’ e di ‘Oliva Denaro’, Viola Ardone porta in libreria, edito da Einaudi, ‘Grande meraviglia’, che completa un’ideale trilogia del Novecento. In questo magnifico romanzo di formazione, il legame di una ragazzina con l’uomo che decide di liberarla rivela il bisogno tutto umano di essere riconosciuti dall’altro, per sentire di esistere. Nel candore dello sguardo di Elba il manicomio diventa un luogo buffo e terribile, come la vita, che Viola Ardone sa narrare nella sua ferocia e bellezza.
Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.
‘La speranza africana‘ (Mondadori) di Federico Rampini
Il nostro futuro si giocherà in Africa. Il mondo la osserva con un’attenzione nuova. E Federico Rampini in ‘La speranza africana’ (Mondadori) ci guida in Africa nella sua riscoperta senza paraocchi, da testimone in presa diretta, attraverso reportage di viaggio e dando la voce a personaggi che fanno la storia.
L’Africa è il baricentro demografico del pianeta: lì si concentrerà la crescita della popolazione in questo secolo, mentre la denatalità avanza altrove. Un’altra sfida riguarda le materie prime, in particolare materiali strategici nella transizione verso un’economia sostenibile: molti dei minerali e metalli rari indispensabili per i pannelli solari o le auto elettriche vengono estratti in Africa. Del continente gli italiani conoscono solo una narrazione pauperistica e catastrofista. L’Africa è descritta come l’origine della “bomba migratoria” che si abbatterà su di noi. Viene compianta come la vittima di tutti gli appetiti imperialisti e neocoloniali: quelli occidentali o la nuova invasione da parte della Cina. Fa notizia solo come luogo di sciagure e sofferenze: conflitti, siccità e carestie, sfruttamento e saccheggio di risorse, profughi che muoiono attraversando il Mediterraneo. Dagli anni Settanta, quando si spensero le prime speranze di rinascita nell’epoca dell’indipendenza post-coloniale, l’Occidente ha mescolato la sindrome della pietà, i complessi di colpa e una “cultura degli aiuti umanitari” destinata a creare dipendenza e corruzione. Contro gli stereotipi s’impone una nuova narrazione. Ce la chiedono autorevoli personalità africane, che si riprendono il diritto di raccontare l’Africa così com’è davvero, senza piangersi addosso, ribellandosi ai luoghi comuni occidentali. L’Africa non è una nazione, è un continente immenso con diversità enormi, dal Cairo a Johannesburg, da Addis Abeba a Lagos. Non è solo sofferenza e fuga, come dimostra la sua straordinaria vitalità culturale. A New York, Londra e Parigi siamo invasi da romanzi, musica, film, pittura e mode creati da nuove generazioni di artisti africani. La diaspora brilla per le eccellenze: negli Stati Uniti i recenti immigrati dall’Africa hanno dato vita a una delle comunità etniche di maggior successo. Esiste un protagonismo africano. Sbagliamo quando descriviamo il continente soltanto come “oggetto” di manovre altrui (America, Cina, Russia, Europa). Senza ricadere nelle illusioni dell’Afro-ottimismo che già si sono accese e spente nei decenni passati, questo saggio è una provocazione contro la pigrizia intellettuale e un antidoto contro le lobby che usano l’Africa per i propri scopi. Il nostro sguardo deve cambiare perché lo sguardo degli africani su se stessi sta cambiando. Fallito il modello degli aiuti, fallite le dittature e gli statalismi, mentre c’è chi tenta di importarvi il “modello asiatico”, noi europei dobbiamo uscire dalla nostra passività. Quasi un ventennio fa, Federico Rampini fece scoprire agli italiani un’Asia nuova, in vorticoso cambiamento, con i bestseller Il secolo cinese e L’impero di Cindia. Oggi affronta con lo stesso approccio spregiudicato il Grande Sud globale, guidandoci nella sua riscoperta senza paraocchi, da testimone in presa diretta, attraverso reportage di viaggio e dando la voce a personaggi che fanno la storia.
‘Riot. Amore e lotta‘ (Salani) di Edith Joyce
Dopo ‘Il nostro giorno verrà’, l’autrice e influencer Edith Joyce, romana con un profondo legame con l’Irlanda torna con ‘Riot. Amore e lotta’ ad ambientare un romanzo nell’Irlanda del Nord, per raccontare la storia di quattro ragazzi che combattono per realizzare i loro sogni in Paese diviso dall’odio, negli anni Sessanta.
Saoirse è soltanto una bambina, ma ha già imparato come si sopravvive in un Paese in guerra. Figlia di una città divisa da un fiume che separa gli irlandesi dagli inglesi, ha trascorso l’infanzia lanciando sassi contro le camionette dei soldati, fra riot e bottiglie incendiarie. Per le strade polverose del Bogside non è mai stata sola, insieme a lei ci sono i suoi migliori amici: Orla, Cillian e Aidan. Presto per i quattro è il momento di lasciarsi alle spalle le sfide con le biglie: la morte, cruda e fin troppo reale, irrompe sulla scena e li costringe a diventare grandi prima del tempo. Crescere nella periferia di Derry somiglia pericolosamente a una battaglia, e ognuno è chiamato a combattere la propria, seppellendo ogni fragilità per non scoprire il fianco al nemico. In una terra che sanguina, persino l’amore è una debolezza, e l’idea di un futuro migliore ha l’inconsistenza di un sogno. Per salvarsi dalle siringhe e dalle bombe che dilaniano il loro mondo, Aidan e Saoirse, Cillian e Orla ancora una volta dovranno attingere alla forza di un’amicizia indissolubile, tenace come il sogno di un’Irlanda libera, bruciante come il fuoco di una molotov.
‘Volevamo prendere il cielo‘ (Garzanti) di Federica Bosco
È una storia ricca di amore, amicizia, scelte, gioia, dolore e colpi di scena quella proposta in ‘Volevamo prendere il cielo’ (Garzanti), il nuovo romanzo di Federica Bosco, una delle poche autrici italiane che riesce a scandagliare a fondo l’animo umano.
È il 1995 quando Linda conosce Corinna, che arriva in classe nel fatidico anno della maturità, pieno di sogni e aspettative. Ma mentre Linda è una ragazza come tante, con una famiglia di modeste possibilità, Corinna è ricca da far paura, di quelle ricchezze spropositate, imbarazzanti, difficili da immaginare, dove il lusso e l’eccesso sono la normalità. Se Linda può permettersi due paia di scarpe l’anno e si sposta in autobus, Corinna possiede una cabina armadio stracolma di abiti di stilisti di grido e va a scuola con l’autista. Ma, nonostante la differenza di ceto sociale, Corinna è una ragazza semplice e generosa, e le due diventano grandi amiche. C’è qualcuno, però, che presto diviene protagonista indiscusso del cuore di Linda: Leonardo, il fratello maggiore di Corinna. La ragazza se ne innamora perdutamente, anche se lui è proiettato in un futuro di affari internazionali cucitogli addosso dalla famiglia. Linda si sente Cenerentola al castello del principe, nella sua ingenuità di adolescente che disegna cuori sulla Smemoranda, ancora così lontana dalle ipocrisie e dai giochi di potere. E quando la loro storia sta per trasformarsi in qualcosa di importante, la vita si mette in mezzo e crea una serie di ostacoli insormontabili da cui scaturiranno scelte definitive e dolorose. Il tempo passa, gli anni passano, le loro vite si separano, ma un filo li tiene legati loro malgrado. Quel filo che diventerà la fune del salvagente a cui aggrapparsi quando la nave affonda. Sullo sfondo di una Verona malinconica e severa, e di una Parigi inaspettata e ricca di possibilità, si snoda una storia dal sapore nostalgico e intenso.
‘Doppio‘ (La Nave di Teseo) di Naomi Klein
Cosa succederebbe se una mattina ti svegliassi e scoprissi in rete l’esistenza di un doppio, una persona con la tua stessa identità ma con idee e comportamenti molto diversi dai tuoi? E se cominciassi a vederne gli effetti anche nella vita reale, ricevendo minacce e insulti da parte di chi ti scambia per il tuo doppio? Naomi Klein ha vissuto in prima persona questa esperienza, quando un suo alter ego, l’Altra Naomi, ha cominciato a diffondere opinioni e giudizi che lei trovava inaccettabili, ma che circolavano online confondendo i suoi lettori. Ben presto, quello che sembrava un semplice equivoco si è mostrato come l’inizio di una pericolosa deriva, difficile da definire ma con la quale molti di noi si trovano a convivere. Per capire meglio questo fenomeno, Naomi Klein si è tuffata nel Mondo Specchio, un presente confuso dove l’intelligenza artificiale ha ormai annullato ogni confine tra verità e finzione. Una vertigine collettiva che condiziona ogni forma di comunicazione, nella quale prosperano negazionisti, si perdono le vecchie distinzioni politiche e le stesse democrazie liberali si ritrovano sull’orlo di nuove forme di autoritarismo, mentre dai nostri account proiettiamo doppi digitali in un mondo di cui non controlliamo le regole. Dopo aver anticipato con i suoi best seller i più importanti cambiamenti politici e culturali degli ultimi anni, Naomi Klein torna a indicare una via di speranza per attraversare la crisi. Tra reportage politico e precisa analisi dei fenomeni sociali, questo libro attraversa lo specchio deformato del mondo in cui viviamo, e mentre insegue i nostri doppi svela molto di noi e del nostro modo di essere.
“Questo libro rappresenta una svolta personale. È più intimo, più sperimentale; mostra cosa si prova nel vedere la propria identità dissolversi nell’etere digitale, un’esperienza che probabilmente molti di noi vivranno molto presto nell’era dell’IA. Si tratta soprattutto di un tentativo di fare i conti con la follia del presente, con l’ondata di complottismo e con l’emergere di strane alleanze trasversali in uno scenario in cui nessuno è più quello che sembra. In Sosia ho provato a tracciare una mappa per orientarci in questo momento storico; e per riuscirci, ho dovuto perdermi più di una volta”.
‘I miei eroi‘ (La Nave di Teseo) di Pieluigi Battista
Il racconto di un amore testardo e duraturo. Un percorso appassionato, ironico e travolgente nella grande letteratura novecentesca. “Ho voluto sapere tutto di loro – spiega Pierluigi Battista. Leggere, per quanto mi fosse possibile e in lingue che mi fossero accessibili, tutto quello che avevano scritto, saggi, romanzi, epistolari, interviste, e i libri che sono stati loro dedicati, compresi quelli dei nemici e dei detrattori che nel corso del tempo hanno voluto ossessivamente demolirne le opere e persino, troppo spesso, la persona.
Ho voluto conoscere le loro vite, i dettagli conturbanti ma vitali, i colpi della fortuna e, molto più spesso, della sventura che ne hanno scandito le esistenze. Approfondire ciò che pensavano del mondo, anche quando mi sembrava, anzi ne ero certo, che avessero commesso degli errori. Non mi è parso inopportuno addirittura intrufolarmi negli amori problematici e politicamente scandalosi della Arendt, nelle nevrosi da seduttore compulsivo – tubercolotico fascinoso con la sua Gauloise sempre tra le labbra – di Camus, nelle malinconie solitarie degli ultimi anni di Orwell – tubercolotico ma poco seduttivo – alla ricerca di una compagna che gli fosse vicina durante l’agonia.
Non mi era mai successo prima, e non mi sarebbe più successo dopo. Dubito che possa accadere ancora. Arrivati a una certa età si è meno disposti a trovare nuovi eroi”.
‘Nannarella‘ (Fazi Editori) di Giancarlo Governi
A cinquant’anni dalla morte, Anna Magnani rimane un’icona del cinema italiano del dopoguerra. Simbolo dell’Italia nel periodo della Ricostruzione, capace di spaziare con grande naturalezza dai toni drammatici a quelli leggeri, riuscì a incarnare come poche la voglia di riscatto e le passioni tipiche di quegli anni.
Nannarella, omaggio alla sua figura, torna in libreria in un’edizione rinnovata con l’aggiunta di un capitolo espressamente dedicato alla sua famiglia, immigrata a Roma ma di origini romagnole. Con la sua penna brillante, Giancarlo Governi ripercorre l’intera parabola esistenziale di una donna che, dall’infanzia passata in una casa di sole donne fino al successo internazionale come stella del cinema, fu protagonista assoluta di un’intera stagione artistica fino a diventare una delle più grandi attrici di tutti i tempi.
La gioventù, l’ascesa e la carriera di Anna Magnani vengono ricostruite qui attraverso flash, aneddoti ed episodi di vita vissuta, fatti di incontri, esaltazioni, tristezze ma anche di grandi risate e crisi profonde che segnarono la donna quanto il suo personaggio. Il libro, così, rivela una personalità potente, esplosiva, e il talento innato di un’attrice vera, che fece dell’autenticità un valore, con i vantaggi e gli svantaggi che questo comportava all’epoca. Una donna di indubitabile fascino, il cui coraggio contribuì a trasformarla nell’interprete femminile per eccellenza creando il mito di un’artista completa, unica e speciale. Nella sua vita, amori, successi, gioie e dolori trovarono nella recitazione il loro riflesso fino a farle vincere l’Oscar come migliore attrice protagonista, dopo aver ottenuto importanti riconoscimenti anche in patria.
Un libro fondamentale per la storia del cinema italiano su un’attrice straordinaria di grandissima forza espressiva destinata a rimanere per sempre nell’immaginario collettivo.