23 Giugno 2024
08:44
Le nuove uscite in libreria del 23 giugno
RADIO GOLD – Come ogni settimana vi suggeriamo alcuni nuovi titoli che potete trovare in libreria:
‘I delitti del Mugnone‘ (Morellini Editore) di Daniela Alibrandi
Morellini editore manda in libreria ‘I delitti del Mugnone’ di Daniela Alibrandi. Nell’atmosfera misteriosa e inquietante di un monastero, adagiato sulle colline toscane e in prossimità del fiume Mugnone, un giallo ambientato nella seconda metà degli anni Ottanta. Qui si intrecceranno i destini di una ragazza, alla ricerca disperata di un rifugio, di uno spietato assassino, che ama firmare i suoi efferati delitti, e del commissario Rosco, da poco trasferitosi a Firenze. Il capoluogo toscano non offre la sperata tranquillità al commissario, che si trova a lavorare, non senza difficoltà, insieme a una nuova squadra.
Dal fiume Mugnone, infatti, riaffiorano a pochi giorni di distanza i cadaveri di due adolescenti, orrendamente sfigurati. Il richiamo ad altri due identici delitti irrisolti di tre anni prima porterà Riccardo Rosco a richiedere l’aiuto della sua ex ispettrice Porzi. Nella cornice fiorentina, intrisa di sapore medievale e abilmente descritta, si muovono con disinvoltura i personaggi. E tra intrecci imprevedibili e potenti colpi di scena, si definirà un raccapricciante puzzle.
‘L’amore assaje‘ (Mondadori) di Francesca Maria Benvenuto
Esce con Mondadori ‘L’amore assaje’ di Francesca Maria Benvenuto. Zeno ha quindici anni e per la legge è ancora un bambino. Ma in realtà è adulto da un pezzo, lo è diventato a dieci anni precisi, quando il padre è finito in galera e la madre ha iniziato a prostituirsi per mantenere lui e la sorella. Così anche Zeno si è dovuto dar da fare e ha cominciato “l’attività”: scippi, rapine e spaccio. Finché un giorno un ragazzo di un’altra banda gli si è parato davanti col motorino, in fondo a un vicolo di Forcella. Zeno ha capito subito che voleva farlo fuori, e ha estratto la pistola più in fretta di lui. Ecco perché oggi è recluso nel carcere minorile di Nisida, ed ecco perché quando i giudici l’hanno condannato, “tra tutte le pene che ci stavano per un creaturo, hanno deciso la più grossa. Ma grossa assaje”.
A Nisida frequenta la scuola, dove c’è una professoressa di italiano che gli sta simpatica, a cui ha promesso di scrivere i suoi pensieri. In cambio, lei lo aiuterà a ottenere un permesso per trascorrere il Natale con sua madre. Queste pagine sono il risultato di quel patto: ci raccontano la storia di Zeno fino a qui, l’infanzia fuori dal carcere, le risate e i baci della sua innamorata Natalina e la vita dentro l’istituto, tra amicizie, ingiustizie e solitudine; raccontano le sue speranze e le sue paure.Al suo esordio, Francesca Maria Benvenuto si è inventata una voce irresistibile che, con la sua originalità e schiettezza, ha già conquistato gli editori di molti paesi. Scritto in una radiosa commistione di italiano e dialetto napoletano, L’amore assaje mette a nudo l’anima di un ragazzino che ha già visto troppo ma che non ha perso la voglia di sognare.
‘Eden‘ (Einaudi) di Ava Ólafsdóttir
Arriva sugli scaffali con Einaudi ‘Eden’ di Ava Ólafsdóttir. Alba all’ultimo convegno a cui partecipa. Linguista, docente universitaria, correttrice di bozze, Alba è un’esperta – e un’amante – delle parole, e il tema delle lingue in pericolo di estinzione le sta a cuore, dal momento che l’islandese ne fa parte. Per questo interviene in conferenze in tutto il mondo, il che per lei, abitante di un’isola a nord del Circolo polare artico, significa per forza salire su un aereo. Di ritorno dal convegno, Alba fa una riflessione: per compensare la sua impronta di carbonio di quell’anno, dovrebbe piantare cinquemilaseicento alberi.
Questo è l’importo, inevitabilmente parziale, del debito che ha nei confronti del pianeta. Perciò, quando legge l’annuncio di una proprietà in vendita fuori città, Alba non ci pensa due volte. L’appezzamento, che comprende un casolare da ristrutturare, è il posto giusto per realizzare un progetto di riforestazione. Nonostante sia un terreno di rocce, lava e sabbia, sferzato dal vento, tutt’altro che fertile… Ma Alba non si lascia scoraggiare dai presupposti avversi. Né tantomeno dai sospetti del vicino, il ruspante allevatore di pecore Álfur, o dalle critiche della sorella Betty, che la assilla con le sue telefonate.
Su consiglio di Hlynur, comandante di marina in pensione e appassionato di selvicoltura, amico del padre, Alba comincerà dalle betulle, che resistono a quelle latitudini. La linguista trascorre cosí il tempo libero tra vanghe e zappe, alle prese con un muretto che impara a costruire dai video in rete, apprezzando il contatto con la natura e affezionandosi alla piccola realtà locale – qui la panetteria ha un reparto bricolage e l’alimentari ospita la filiale della banca. Stringe amicizia con Håkon, del negozio della Croce Rossa, e incontra Danyel, un giovane rifugiato in fuga dalla guerra che ha un grande talento per l’islandese. A poco a poco Alba si impegna sempre di piú in quel suo originalissimo Eden privato, tanto da decidere di vendere l’appartamento in città e trasferirsi nel casolare. Anche grazie a Danyel, quella che sembrava solo un’idea stravagante per Alba prende la forma di una possibilità: di un nuovo inizio, di una vita piú ricca, della libertà di scegliere finalmente le parole per riscrivere la sua vita con i versi di una luminosa poesia.
‘È stato Nerone‘ (Piemme) di Conn Iggulden
Esce con Piemme il romanzo storico ‘E’ stato Nerone’ di Conn Iggulden. Un uomo complicato, dai mille lati oscuri, capace di tutto e del suo contrario. Un uomo il cui simbolo, nei secoli a venire, sarà uno solo: il fuoco. Il fuoco con cui Roma bruciò. È il 54 d.C. e un giovanissimo imperatore si affaccia al trono di Roma. Si chiama Lucio Domizio Enobarbo. Per tutti, Nerone. Claudio, il suo predecessore, è morto per un avvelenamento, forse voluto proprio dalla madre di Nerone, l’ambiziosa Agrippina.
È stata lei a scegliere come precettore per suo figlio il grande filosofo Seneca, e lei a convincerlo che il suo destino sarà unico. Comincia così il regno di Nerone, un’epoca di intrighi, congiure, delitti, culminati con l’incendio di Roma di cui Nerone accusò i cristiani. Un’epoca che reca già in sé il germe del declino dell’impero, e che però darà origine ad alcune tra le più affascinanti leggende arrivate fino a oggi. Come la leggenda nera che ha accompagnato la figura di Nerone nei secoli. Ma quanto di tutto ciò che si è detto di lui è vero? In questo primo volume di una nuova, epica serie sull’imperatore più controverso della storia romana, Conn Iggulden racconta l’infanzia e la giovinezza dell’uomo accusato dell’incendio di Roma. Un personaggio straordinario, nel bene e nel male.
‘I padroni del mondo‘ (Laterza) di Alessandro Volpi
Più forti dei singoli Stati, decisivi nella tenuta delle monete e del debito pubblico, proprietari di quote sbalorditive di economia reale: i fondi speculativi – a cominciare da Vanguard e BlackRock – sono diventati i ‘padroni del mondo’. E’ questa la considerazione intorno alla quale ruota il saggio ‘I padroni del mondo’ di Alessandro Volpi pubblicato da Laterza.
Ancora marginali all’inizio del nuovo millennio, hanno cavalcato le crisi, hanno beneficiato dell’operato delle banche centrali e dei governi e hanno sfruttato, accelerandolo, il processo di smantellamento degli Stati sociali e di privatizzazione della società. Ma come è stata possibile una simile concentrazione del capitalismo che ha cancellato l’idea stessa di mercato? Questo libro prova a spiegarlo, tracciando un quadro chiaro dei numeri di tale monopolio e ricostruendo, al contempo, le storie dei protagonisti di una simile incredibile scalata al potere.
‘Il cimitero del mare‘ (Marsilio) di Aslak Nore
Tra i due rami della stirpe dei Falck non corre buon sangue. Un rapporto al veleno che è destinato a inasprirsi con la morte dell’anziana matriarca. Questo lo sfondo di ‘Il cimitero del mare’ di Aslak Nore pubblicato da Marsilio. Quando Vera, un tempo famosa scrittrice, muore in mare, porta infatti con sé due grandi misteri: quello del suo testamento, che risulta introvabile, e quello di un vecchio manoscritto mai dato alle stampe a cui aveva lavorato in silenzio tanti anni prima. Si dice che in quelle pagine raccontasse del naufragio in cui, durante la Seconda guerra mondiale, aveva perso la vita il marito, ma nessuno ha mai potuto leggerle.
La nipote Sasha si mette sulle tracce di entrambi, accompagnata nelle ricerche dal giornalista John Berg, un uomo affascinante dal passato poco chiaro, che sembra nutrire verso i Falck un interesse non solo professionale. Nonostante il padre cerchi di dissuaderla, Sasha è decisa a rivelare segreti che potrebbero scuotere dalle fondamenta il potere costruito dalla dinastia in oltre mezzo secolo. La nonna l’aveva avvisata: la verità che Sasha vuole portare alla luce è in conflitto con la lealtà verso la famiglia. Ma che cosa intendeva?
In effetti, sono tante le domande senza risposta. Perché una scrittrice di successo smette improvvisamente di scrivere? Quali segreti nasconde la Saga, la potente società dei Falck? E che ruolo giocano nelle loro vicende l’espresso costiero naufragato in seguito a un’esplosione nel 1940 o gli ultimi eventi in Medio Oriente? Menzogne, affari controversi, attività legate ai servizi segreti, un’eredità contesa tra i due rami rivali della stessa famiglia: nella lunga e intricata storia dei Falck non manca nulla, comprese le grandi storie d’amore e i grandi tradimenti, tutto perfettamente calibrato in un romanzo labirintico, che è al tempo stesso un thriller appassionante e un’indimenticabile saga familiare.
‘Tutti contro Clara’ (Gallucci) di Annelise Heurtier
E’ appena arrivato sugli scaffali con l’editore Gallucci ‘Tutti contro Clara’ di Annelise Heurtier. Il primo smartphone non si dimentica mai. Per Clara è l’emozionante ingresso in un nuovo mondo, fatto di chat, social media, meme e video. Una finestra dove mostrare il meglio di sé e divertirsi con i propri amici, senza fare del male a nessuno. Peccato che ferire qualcuno online sia molto più facile che nella realtà, e non meno pericoloso. Clara lo scopre sulla sua pelle quando, a causa di uno stupido malinteso con un’amica, si ritrova vittima di una tempesta di commenti offensivi e violenti. Dov’è il confine tra la vita reale e quella online? E soprattutto, esiste un modo per difendersi quando all’improvviso nel tuo mondo sono tutti contro di te?
‘L’ananas no‘ (Bompiani) di Cristiano Cavina
Ogni carattere ha la sua pizza e ogni pizza il suo carattere: questa è una delle poche certezze di Manolo Moretti, ex sovrintendente della polizia penitenziaria e ora pizzaiolo del Gradisca di Galatea a Mare, in Romagna. Moretti ci mette poco a capire se chi ha di fronte è un tipo concreto da Prosciutto e funghi, un esagerato Doppio salame piccante o un raffinato Bufala con basilico. Ma nemmeno il suo principale Vittor Malpezzi – che, ironia della sorte, è un ex pregiudicato – potrà mai convincerlo a preparare una pizza con l’ananas sopra. Nonostante i battibecchi tra Moretti e Malpezzi a proposito di frutta tropicale, le cose in pizzeria procedono a gonfie vele fino a che, proprio la sera in cui la cameriera Channèl, appassionata di true crime, si è presa ferie, succede qualcosa di eccezionale: la morte fa capolino tra i tavolini del Gradisca e i carabinieri devono aprire un’indagine.
Nell’aria dolce della Romagna di fine estate, un delitto ci sta proprio come l’ananas sulla pizza: è un corpo estraneo, inquietante, incomprensibile. Ma non è così per tutti: la Channèl, per esempio, è entusiasta di poter finalmente avere a che fare con un vero crimine. E per Moretti, che ha un passato pieno di segreti e una singolare incapacità di tenersi lontano dai guai, potrebbe essere l’occasione per ammettere che quello dietro il forno delle pizze è un nascondiglio da cui deve trovare il coraggio di uscire. ‘L’ananas no’ – edito da Bompiani – è l’atto di nascita di un nuovo detective più che mai improbabile eppure carico della profonda umanità di chi maneggia ogni giorno la pasta di cui noi umani siamo fatti. Con Manolo Moretti, Cavina dà vita a un grande personaggio, capace di infondere a questo giallo tutta l’autenticità, la malinconia e l’allegria delle nostre estati italiane.
‘Lampedusa e la Spagna‘ (Sellerio) di Gioacchino Lanza Tomasi
‘Lampedusa e la Spagna’ è il titolo del saggio di Gioacchino Lanza Tomasi pubblicato da Sellerio “Queste e tant’altre cose ebbero origine quasi settant’anni fa in una città siciliana di provincia, in una città distrutta, in una comunità traumatizzata e isolata dai grandi centri. Ma Palermo non era, come la Spagna nel suo torpore franchista, una casa di morti. Giuseppe Lampedusa o Lucio Piccolo erano dei dilettanti, ma rientravano anche nella categoria dei sapienti appartati, erano l’humus di un mondo civile”.
Poiché il principe che scrisse Il Gattopardo fu il creatore di un mito, di un modo di dire, di una concezione del mondo (gattopardesco, appunto), questo suo ritratto, che si allarga a una città vissuta e a una classe sociale al tramonto, cerca di introdurre nel suo modo di leggere i libri degli altri e di assimilarli a se stesso, nel suo modo di specchiare nelle proprie le altre immagini letterarie, nel suo modo di guardare con il massimo ingrandimento i meccanismi delle narrazioni. Gioacchino Lanza Tomasi, suo figlio adottivo, fu per anni anche l’allievo della piccola accademia di lettura che Tomasi di Lampedusa teneva per alcuni giovani; ed è stato anche nel tempo l’artefice di un’opera filologica che “ha così propiziato – spiega Silvano Nigro nella Nota al volume – la rilettura critica del Gattopardo”. “Gioitto – così era chiamato nelle lettere del principe –inizia i suoi ricordi, dettati poco prima di morire, dalla biblioteca della madre spagnola. Testi spagnoli classici di grandi narratori e poeti: Tomasi di Lampedusa vi poteva esercitare ariosamente la sua arte «di indagatore del comportamento umano e di narratologo”.
“Asciutto e fascinoso racconto critico. È il ritratto intimo della Palermo negli anni di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Ma è anche il romanzo di formazione di un giovane che arriverà a guardarsi nello specchio delle pagine scritte dal padre adottivo, scrive Salvatore Silvano Nigro.