1 Dicembre 2024
08:12
Da Pennac a Coelho: le nuove uscite in libreria
RADIO GOLD – Come sempre eccoci all’appuntamento con le ultime uscite in libreria. Di seguito alcuni titoli:
‘Incastrati‘ (Mondadori) di John Grisham, Jim McCloskey
Mondadori ha appena mandato in libreria ‘Incastrati’ di John Grisham, Jim McCloskey.Molte persone passano gran parte della vita in carcere senza aver commesso alcun crimine. Quello dell’ingiustizia è un tema centrale in tutte le opere di John Grisham, che in questo libro ha deciso di raccontare dieci casi sconvolgenti insieme a Jim McCloskey, da molti anni in prima linea per restituire la libertà agli innocenti. Si tratta di storie tragiche, talvolta assurde, che lasciano con l’amaro in bocca e un senso di profonda incredulità. Drammi umani che svelano aspetti crudeli e altrettanto coraggio.
Coloro che finiscono in questa situazione si ritrovano in trappola e sacrificano decenni della loro vita e tutto ciò che hanno di più caro in prigione, rischiando la pena capitale mentre i veri colpevoli restano fuori. Da cosa nascono queste condanne ingiuste? Razzismo, negligenza, collusione, testimonianze false e corruzione tra le forze dell’ordine e nelle aule dei tribunali rendono difficilissima la scarcerazione di persone condannate all’ergastolo o a morte senza ragione, e spesso contro ogni evidenza e ogni logica. Documentato impeccabilmente e narrato in modo avvincente, Incastrati descrive l’ingiustizia subita dalle vittime del sistema giudiziario americano e le dure battaglie per ottenere la loro assoluzione e salvare le loro vite. Ne esce un interessante e inquietante spaccato dell’America profonda e la testimonianza che la libertà può vincere anche quando tutto sembra perduto.
‘La versione degli alberi‘ (Einaudi) di Stefano Mancuso
Arriva in libreria con Einaudi ‘La versione degli alberi’ di Stefano Mancuso, un’avventura ecologica che riguarda il destino del nostro pianeta. Gli abitanti di Edrevia sono divisi in clan, e ognuno di loro abita in una zona ben precisa: le alture dei Gurra, la pianura dei Dorsoduro, la valle dei Cronaca, le colline dei Guizza e dei Terranegra. È una società in pace, quella degli alberi, con le sue assemblee moderate e intelligenti, i suoi tempi millenari, i suoi rituali e i suoi continui scambi d’informazioni attraverso le radici.
Da qualche tempo, però, gli equilibri dei clan sono minacciati dalla crisi climatica: Laurin, Lisetta e Pino, i nostri amatissimi eroi, questa volta dovranno uscire da Edrevia e avventurarsi nel mondo di fuori, alla ricerca di una nuova casa per la tribù degli alberi. Un viaggio avventuroso e spericolato, pieno di incontri e di imprevisti. Sarà l’occasione per scoprire nuove società e nuovi modelli di vita, per attraversare deserti e scalare montagne, per mangiare dolcetti deliziosi e farsi nuovi amici che parlano dialetti incomprensibili. In una parola, per abbracciare il diverso. Perché se c’è una cosa che gli alberi sanno fare – e che provano a insegnarci – è adattarsi. Con il suo secondo romanzo, Stefano Mancuso torna ad aprirci le porte del suo mondo verde, allargandone ancora i confini: alla divertentissima comunità della Macchia e a quella perfetta dei Fitonidi, alla cosiddetta Microvalle con la sua portentosa biblioteca-labirinto e pure alla cupa terra dei Valdora, dove gli alberi sono diventati materia prima degli ‘esseri dannosi’. Tra il romanzo picaresco e l’apologo, sempre con grande rigore scientifico, Mancuso ci racconta ciò che conosce meglio: la natura e le piante, il nostro più grande patrimonio.
‘La grande guerra del Peloponneso‘ (Laterza) di Luciano Canfora
Raccontare una guerra significa in primo luogo ricercarne le origini. Se le propagande hanno sempre le idee chiare e distribuiscono, con ilare incoscienza corruttrice, torti e ragioni, gli storici hanno il compito di scavare nel profondo e di risalire – se l’obiettivo è capire – “quanto possibile indietro nel tempo”. È quanto fa Luciano Canfora nel saggio ‘La grande guerra del Peloponneso’ (Laterza) ricostruendo quella che Tucidide definì la ‘grandissima guerra’, un conflitto che durò ben più di trent’anni e logorò prima Atene e poi Sparta.
La democrazia imperiale ateniese mirava al dominio commerciale nel Mediterraneo: donde la catena di conflitti in cui si impegnò contro i ‘barbari’, contro i Greci, contro i suoi stessi alleati. L’oligarchia spartana non accettava di vedere scosso il proprio tradizionale predominio. Gli Ateniesi pretendevano di esportare la democrazia imponendola con la forza innanzi tutto ai propri alleati. Gli Spartani proclamavano di portare la libertà ai Greci oppressi da Atene. La guerra – scrisse Tucidide – era inevitabile.
Tutto era incominciato con la sfida ateniese a sostegno della rivolta antipersiana dei Greci d’Asia e con la risposta, vent’anni dopo e in grande stile, da parte del Gran Re volta a sottomettere, oltre ai Balcani, la penisola greca. E tutto sembrerà concludersi circa un secolo dopo con la «pace del Re». Una pace imposta ai Greci dalla Persia per il tramite della potenza militare spartana, cui l’aiuto del Gran Re aveva consentito di sconfiggere Atene. Il Gran Re lasciava intendere che solo il suo predominio avrebbe portato la pace ai Greci. E i Greci, finché non affiorò alla storia il regno macedone, la accettarono. Non a torto Arnold Toynbee definì la guerra tra Sparta e Atene ‘suicidio della Grecia classica’. Una vicenda esemplare.
‘Il cerchio della felicità‘ (Marsilio) di Paulo Coelho
Un missionario e un eremita si incontrano nel deserto, e nella natura iniziano un dialogo sul loro destino; il giovane Mogo, arrogante e presuntuoso, viene punito dal destino per la sua voracità; un bambino generoso scopre, in un paesino sperduto di montagna, la ricompensa per il suo animo prodigo; un villaggio che non vede la pioggia da tempo è animato dalla speranza di un miracolo; una Cenerentola cinese coltiva un fiore meraviglioso, degno di un principe; una falena si innamora perdutamente di una stella che brilla nel cielo e, nel tentativo di raggiungerla, incontra la bellezza del mondo.
Queste e altre avventure, raccolte nel volume ‘Il cerchio della felicità’ (La Nave di Teseo) nascono nell’immaginario letterario di Paulo Coelho e arrivano a toccare il cuore di ciascuno di noi. Un libro di storie per riflettere e ritrovare se stessi, un regalo dall’alchimista della parola ai lettori di tutte le età.
‘Un omicidio a novembre‘ (Sellerio) di Simon Mason
Sellerio manda sugli scaffali ‘Un omicidio a novembre’ di Simon Mason. Il cadavere di una sconosciuta giace nello studio del Rettore, vero e proprio Sancta Sanctorum del prestigioso Barnabas Hall di Oxford. Chi sia la donna è un mistero, estremamente curata, il bel viso è deturpato da un’espressione di orrore. Altrettanto inspiegabile è come possa essere finita lì, proprio mentre si celebrava un movimentato ricevimento in onore di uno sceicco miliardario, possibile finanziatore del college. La delicatissima inchiesta viene affidata, per un banale equivoco, a due investigatori che più diversi non si può. Sono Ryan e Ray (Raymond) che di cognome fanno entrambi Wilkins (questa l’origine del malinteso). Ryan è bianco, nato e cresciuto in un campo di roulotte alla periferia della città; ragazzo padre, i suoi modi sregolati e irriverenti gli hanno causato rilievi disciplinari, e nel suo stato di servizio si legge: “ha difficoltà con le élite privilegiate”. Ray, invece, proviene dall’élite nera che si sta affermando; marito felice, sempre elegante, dal garbo soave, è laureato al Balliol College e la Sovrintendente lo considera “una delle promesse dell’arma”.
I due procedono tra continui contrasti, ma riescono a portare alla luce ambiguità e reticenze, da parte dello spocchioso Rettore e della consorte, nonché di altri componenti a ogni livello del college. Sono molti gli indizi da decifrare: una foto scomparsa, un prezioso Corano, sedicenti studiosi dalla traballante identità, traffici internazionali poco chiari, altre vite sono in pericolo. L’indagine è resa più complessa da una cortina di ipocrita rispettabilità: “come tutti i college di Oxbridge il Barnabas è un business di valore inestimabile che ha legami con società e governi di tutto il mondo, uno snodo in una rete globale”.
Un omicidio a novembre è il primo di una serie con protagonista una coppia di intriganti detective. Romanzi al confine tra attualità urbana e poliziesco classi-co, tra sferzante critica sociale e ironia, tra azione e tenerezza. Ryan e Ray rappresentano in giallo uno specchio dei tempi: chi parte sconfitto e chi crede nelle chance del merito.
‘Per non aver commesso il fatto‘ (Fazi) di Michele Navarra
Un’auto viene ripescata dalle acque limacciose del lago di Bracciano, alle porte di Roma. All’interno del bagagliaio il cadavere di Giuseppe Finotti, un uomo misteriosamente scomparso tempo prima di cui non si era saputo più nulla. E’ da qui che prende spunto l’ultimo libro di Michele Navarra, ‘Per non aver commesso il fatto’ pubblicato da Fazi. Le indagini, grazie alle dichiarazioni di un testimone oculare, costretto a parlare per evitare di tornare in carcere a scontare un ergastolo, conducono all’arresto di Carlo Baldini, un noto agente immobiliare della capitale. Come movente la gelosia, perché Finotti, secondo la tesi del suo accusatore, sarebbe stato l’amante della bellissima Agnese Baldini, la moglie di Carlo.
La difesa dell’imputato verrà affidata ad Alessandro Gordiani, giovane avvocato da poco tornato sulla scena giudiziaria, dopo un periodo di esilio autoimpostosi per cercare di superare una profonda crisi professionale ed esistenziale. Gordiani, in sella alla sua vecchia e sgangherata Vespa PX Arcobaleno e con l’aiuto della collega Patrizia, dovrà fare i conti con le sue idiosincrasie, con il suo perfezionismo e le sue debolezze, per cercare di superarli e arrivare preparato al processo. Un processo indiziario, il più difficile e delicato, con il quale ogni avvocato, prima o poi, si deve confrontare, nella speranza di ottenere per il proprio assistito una sentenza assolutoria “per non aver commesso il fatto”.
‘Il mio assassino‘ (Feltrinelli) di Daniel Pennac
‘Il mio assassino’, pubblicato in Italia da Feltrinelli, non è solo il nuovo romanzo di Pennac, è tutto Pennac in un romanzo. Nonnino, che diventerà il formidabile malfattore di ‘Capolinea Malaussène’, ha solo quattordici anni quando prepara il primo colpo della sua magistrale carriera di ricattatore e criminale.
Nel seguirne i primi passi, Pennac intreccia invenzioni letterarie e autobiografia rivelando il suo modo di lavorare e le sue fonti di ispirazione per creare un personaggio. “La maggior parte dei miei amici – scrive Pennac – diventano personaggi dei miei romanzi. Ma questo assassino che immaginavo senza conoscerlo, il mio terribile assassino, da dove viene?”.