23 Marzo 2025
08:27
I nuovi titoli in libreria questa settimana
RADIO GOLD – Torna l’appuntamento con le nuove uscite in libreria. Ecco alcuni dei titoli disponibili da questa settimana.
‘La cassetta delle lettere per i cari estinti‘ (Mondadori) di Lorenza Stroppa
È in libreria con Mondadori ‘La cassetta delle lettere per i cari estinti’ di Lorenza Stroppa. Al centro del libro c’è Arturo che aiuta a venire al mondo quel che ha bisogno di nascere. Sa intuire l’invisibile, dare compimento alle potenzialità. Lo fa nella scuola in cui insegna storia dell’arte, perché non perde mai la curiosità nei confronti dei ragazzi e sa vedere oltre l’armatura di disinteresse e sbruffonaggine con cui si difendono dal mondo. E lo fa nella vita privata: uno scolapiatti, visto dalla giusta prospettiva, può sostituire il soffione della doccia rotta, un phon può essere convertito, con un mix di scienza ed estro, in un fabbricanuvole. E quando proprio il malumore non gli dà pace, niente di meglio che una passeggiata meditativa nella campagna attorno a Pordenone insieme al fedele cane Napoleone. Ma se è vero che niente si distrugge e tutto si trasforma, cosa fare del dolore più paralizzante che esista, quello del lutto? Arturo si è inventato una Cassetta delle lettere per i cari estinti. Uno scrigno a cui affidare le parole che non siamo riusciti a rivolgere alle persone che amiamo e non ci sono più. Secondo le regole che lui stesso ha stabilito dovrebbe svuotare la Cassetta senza aprire le lettere, ma scopre che immergersi nella sofferenza altrui lo aiuta, e così le legge una a una, e il dolore altrui scioglie poco a poco il suo.
La vita di Arturo procede tutto sommato serena finché non viene sconvolta dal succedersi di tre eventi sorprendenti: la scomparsa di un anziano del posto, Gustavo, morto in circostanze misteriose, l’apparizione nella Cassetta di una insolita lettera scritta dalla figlia di Gustavo, e l’improvviso cambiamento nella condotta in classe di uno dei suoi allievi più impegnativi, che sembra passare un momento davvero complicato. Con il tempo, tanta pazienza e lo zampino di Napoleone, Arturo inizia a intravedere la sottile linea che unisce i tre avvenimenti. E intuisce che forse la soluzione di tutto potrebbe arrivare grazie alla Cassetta delle lettere per i cari estinti. Un protagonista indimenticabile, un romanzo lieve anche di fronte a temi importanti, soffuso di dolcezza ironica e poesia dei sentimenti.
‘Mi sento abbandonato‘ (Solferino) di Claudio Martelli con Francesco De Leo
In occasione dell’anniversario dell’eccidio di via Fani del 16 marzo del 1978, Solferino manda in libreria dal 18 marzo ‘Mi sento abbandonato’ di Claudio Martelli con Francesco De Leo. Dal quartiere Trionfale di Roma rientravano i generali dell’impero dalle battaglie vittoriose. Nella stessa zona, in via Fani, il 16 marzo 1978 si consuma una delle più gravi sconfitte dello Stato italiano: alcuni militanti delle Brigate rosse attaccano la vettura che conduce il presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro a Montecitorio per votare la fiducia al quarto Governo Andreotti. I carabinieri e i poliziotti dell’auto di scorta vengono massacrati. Il leader viene trascinato fuori dall’auto e rapito.
Questo libro racconta gli ultimi cinquantacinque giorni di vita dello statista, che verrà assassinato il 9 maggio 1978. Nella prima parte Claudio Martelli ricostruisce quelle settimane drammatiche in cui affiancò Bettino Craxi nel tentativo politico di salvare la vita al leader democristiano: una lucida riflessione sulla ‘trattativa’, che si contrappone alla linea della fermezza scelta dal governo e segna la profonda divisione del Paese in quel tragico passaggio. Nella seconda parte, Francesco De Leo indaga sui retroscena della vicenda nei dettagli, attraverso le testimonianze inedite di alcuni dei protagonisti di allora (Franco Piperno, Claudio Signorile, Aldo Tortorella, Giovanni Pellegrino, Massimo D’Alema, Luigi Zanda, Valerio Morucci), e ricorrendo a documenti come il memoriale di Craxi e il diario inedito di Amintore Fanfani, il presidente Dc del Senato che così scriveva in quei giorni: “In un momento assai delicato della vita nazionale e dei rapporti internazionali è stato eliminato con la violenza il più autorevole statista del nostro Paese”.
‘Fumo e ceneri‘ (Einaudi) di Amitav Ghosh
Un giorno, bevendo una tazza di tè nel suo studio di Calcutta, come ha fatto migliaia di volte in passato, Amitav Ghosh – autore di ‘Fumo e ceneri’, pubblicato da Einaudi – prende coscienza di una rimozione collettiva, quella della grande presenza della Cina nella vita e nella storia del suo Paese. Molteplici sono i motivi per cui fino a quel momento gli era sfuggita, e ognuno di loro va ad alimentare l’ampio e sfaccettato discorso che sviluppa in questo saggio: i rapporti tra i due giganti asiatici non sono sempre stati pacifici, ma soprattutto sono stati a lungo mediati da un terzo molto incomodo: l’impero britannico.
Ciò che rende il quadro ancora più inafferrabile è che l’oggetto principale dei traffici fra Gran Bretagna, India e Cina sono i prodotti ricavati da due piante dall’aspetto innocuo, Camellia sinensis e Papaver somniferum: il tè e l’oppio. Come ‘La grande cecità’ e ‘La maledizione della noce moscata’, questo libro è un diario di viaggio, ma anche un memoir e un’escursione nella storia economica e culturale del mondo. Amitav Ghosh qui si concentra sul ruolo dell’oppio, forte di vent’anni di ricerche sul tema. Con il suo incredibile talento nel tessere insieme i fili narrativi, un po’ alla volta ci porta a vedere come il commercio di questa sostanza al contempo salvifica e letale abbia plasmato i rapporti di forza tra potenze nell’Ottocento, quali bugie si siano raccontate per occultarne gli effetti piú nefasti e come dinamiche e bugie si siano ripetute quasi uguali nella recente crisi degli oppiacei statunitense. Un quadro fosco ma affascinantissimo, in cui non manca qualche bagliore di bellezza e di speranza.
‘Preludio‘ (Fazi) di Carla Madeira
Fazi manda in libreria ‘Preludio’ di Carla Madeira. Un mattino Vedina Maria dos Santos si sveglia e accanto a sé trova solo uno spazio vuoto e freddo: per l’ennesima volta suo marito ha preferito dormire altrove. È l’inizio di una giornata difficile, come molte del resto, ma oggi è diverso. Oggi Vedina compirà un gesto sconsiderato, un gesto indicibile. Come può la vita averla portata a tanto? Qualche decennio prima, Tonico Antunes, bevitore appassionato e titolare di una piccola ferramenta, è appena diventato padre di due gemelli e decide di registrarli all’anagrafe come Caim e Abel per far dispetto a sua moglie Custódia, donna bigotta che non lo ama e non lo stima.
Lei, d’altro canto, lo ha sposato solo per scappare da una provincia asfissiante e lo ha bandito dal talamo coniugale non appena è rimasta incinta. I due gemelli trascorrono l’infanzia in perfetta simbiosi ma, a partire dal primo giorno di scuola, prendono due strade diverse: mentre Caim riesce bene negli studi e nello sport, è amico di tutti e apprezzato dalle ragazze, Abel diventa invece sempre più timido e introverso, lascia la scuola e perde la testa per la donna sbagliata.
‘Le nostre strade‘ (Minerva edizioni) di Andrea Castagnini
Dal 19 marzo sarà in libreria ‘Le nostre strade’ pubblicato da Minerva edizioni. È il 1983. Alberto Pellegrini, detto Pelle è un ragazzo ventenne che vive la libertà. Un modo di vivere derivante dall’essere parte di una tribù, come la chiama lui. Quell’insieme di ragazzi e ragazze fricchettoni, tutti con i capelli lunghi, dall’abbigliamento un poco hippie, con bisogni da pochi soldi, che macina chilometri sulle strade delle province italiane per ascoltare e ballare musica afro-funk nelle discoteche iconiche di quel genere.
La sua è una vita frenetica, con i suoi amici vive un’avventura dietro l’altra, mangiandosi la vita a morsi e fregandosene del tempo che passa. Una vita fatta di fumo, divertimenti, risate e sesso senza pretese, fino alla notte in cui, di ritorno a casa dalla discoteca, si interroga, per la prima volta, sul senso profondo di quello che gli sta accadendo, domandandosi se in tutto quel vivere libero, quasi senza un senso, in realtà ci fosse un senso a tutto quello che stava vivendo.
Un punto di rottura che provoca una certa confusione nella mente di Pelle. In lui si affollano domande sulla religione, sulla scienza, su quella forma di destino che giustifica l’esistenza di ogni essere vivente. Da questo momento il protagonista tenterà di trovare risposte immergendosi nella lettura dei romanzi di Kerouac, in cerca del suo Dharma, ovvero l’essenza più autentica delle cose, il suo destino, e la sua Verità. L’autore compie un viaggio fisico e spirituale, facendoci conoscere una generazione che faceva mondo nel mondo, quella dei ragazzi del Columbus. Il romanzo mette nero su bianco una memoria che vive nelle pagine e nelle parole di Andrea Castignini arrivato al suo terzo romanzo. La storia di una generazione ribelle, libera da preconcetti, da ogni moda, un fenomeno riconosciuto di aggregazione e amicizia profonda.
‘La fine del regime‘ (Silvio Berlusconi editore) di Alexander Baunov
Esce in libreria, con Silvio Berlusconi editore, ‘La fine del regime’ di Alexander Baunov, filologo russo dell’antichità e specialista di politica internazionale moderna. Quando, nel gennaio 2023, è stata pubblicata in Russia la prima edizione di ‘La fine del regime’, il libro è andato esaurito in pochi giorni e il suo autore è stato presto definito un ‘gente straniero’ dalle autorità governative. I lettori non hanno avuto problemi a cogliere tra le righe che cosa l’autore, narrando la fine degli ultimi regimi dittatoriali nell’Europa occidentale, intendesse raccontare riguardo alla Russia di Putin, già in preda a un’involuzione che sembrava indirizzarla verso un destino simile.
In questa nuova edizione, aggiornata per il pubblico internazionale, Baunov abbandona il linguaggio metaforico, usato per aggirare censure e divieti, e rende espliciti ‘quei parallelismi, quelle analogie e quelle differenze’ che il lettore russo è in grado di comprendere immediatamente. Le risonanze con l’attualità sono molteplici: nel racconto del crollo della dittatura greca dopo il tentativo di annettere Cipro, che considerava una parte integrante del paese; nel collasso del regime portoghese, segnato da una guerra coloniale e imperialista protrattasi per anni; e infine nella prospettiva di speranza data dalla transizione democratica in Spagna, dove il cambiamento prese lentamente piede ed ebbe come protagonisti gli stessi membri dell’élite al potere.
Con passo narrativo e la visione dello storico, Baunov offre preziosi strumenti per leggere il presente e per immaginare la fine della dittatura russa. L’auspicio, per la Russia e il mondo, è che la presa di coscienza di un passato governato da tragiche e fallimentari illusioni eviti all’umanità repliche future ancora peggiori.
‘Uccidere un fascista‘ (Mondadori) di Giuseppe Culicchia
Esce con Mondadori, nella collana ‘Strade blu’. ‘Uccidere un fascista’ di Giuseppe Culicchia. Il 29 aprile 1975, dopo più di un mese e mezzo di sofferenze, moriva a Milano uno studente di diciott’anni di nome Sergio Ramelli. Il 13 marzo, mentre tornava a casa, era stato aggredito a colpi di chiave inglese da un gruppo di militanti di Avanguardia Operaia. Sergio Ramelli era iscritto al Fronte della Gioventù, organizzazione di segno opposto, e aveva scritto un tema contro le Brigate Rosse, in cui sottolineava come i primi due omicidi politici commessi dalle Br non fossero stati condannati unanimemente dai partiti e dai giornali democratici: d’altra parte “uccidere un fascista non è reato” era lo slogan che, dopo le stragi di piazza Fontana e piazza della Loggia, infiammava cortei e manifestazioni antifasciste. Quel tema, finito nelle mani del collettivo della sua scuola, era stato affisso in bacheca con la scritta “Questo è il tema di un fascista”. E da quel momento Sergio Ramelli era stato ripetutamente oggetto di minacce e violenze. Fino all’agguato fatale di quel 13 marzo. A distanza di cinquant’anni, quella di Sergio Ramelli rimane una figura divisiva: un simbolo e un martire per coloro che condividono le sue idee e che a ogni anniversario della morte lo ricordano con la cerimonia del “Presente!”, oppure un fascista che, in quanto tale, anziché ricordato andrebbe rimosso. Ma chi era davvero Sergio Ramelli? Un picchiatore, com’è stato definito da coloro che cercano di giustificare i suoi aggressori? O uno studente come tanti che però aveva idee differenti da quelle della maggioranza dei suoi coetanei?
Dopo i due volumi dedicati a Walter Alasia, brigatista che con Ramelli condivideva diverse cose oltre alla giovane età, Giuseppe Culicchia chiude la sua trilogia sugli anni di piombo con un libro che cerca di ricostruire la vita e la morte di un ragazzo ucciso dopo aver scritto un tema in classe, e di ricomporre le schegge di una deflagrazione che, cominciata con la bomba di piazza Fontana, ha attraversato tutto il paese e ha continuato a ferire e ammazzare per oltre un decennio.
‘La figlia di lui‘ (Feltrinelli) di Chiara Marchelli
Con Feltrinelli è in libreria ‘La figlia di lui’ di Chiara Marchelli. Livia ha quarant’anni, è italiana, e vive a New York. Lavora come editor e traduttrice quando incontra Arno, americano, analista informatico, un uomo pacato e brillante: i due più che conoscersi si riconoscono, e presto fanno coppia. Ma, come spesso avviene dopo una certa età, c’è un passato con cui fare i conti. Arno ha infatti alle spalle un matrimonio e un divorzio, una ex moglie e soprattutto una figlia di cinque anni, Emma. A Livia i bambini non sono mai interessati, tuttavia sulle prime non le dispiace che lui sia padre, quasi aggiungesse alla sensualità una specie di calore. In breve, però, le è chiaro che quello con Arno non potrà mai essere solo un rapporto a due.
Da subito la figlia erode con i suoi bisogni e i suoi capricci, a volte semplicemente con la sua presenza, lo spazio emotivo della coppia. Emma tratta Livia come un’intrusa, mentre Livia non riesce a vedere in Emma la bambina che è. Con il passare del tempo finiscono a viversi come rivali, avversarie. La diffidenza tra loro si acuisce finché un incidente porta in superficie la corrente elettrica di un legame a tre mai dichiarato.
La figlia di lui è una storia di quotidianità minima esplosiva: Chiara Marchelli indaga con asciutta eleganza e sguardo intimo la complessità dei legami contemporanei, scrivendo un romanzo che racconta un’esperienza comune – vissuta in prima persona o nel racconto di amiche, amici, parenti – ma che non aveva ancora trovato rappresentazione compiuta.
‘Il messaggero‘ (Iperborea) di Kader Abdolah
Iperborea manda sugli scaffali una nuova edizione de ‘Il Messaggero’, la personalissima rivisitazione in chiave letteraria della vita di Maometto in cui Kader Abdolah racconta la complessità di un’avventura umana, religiosa e politica che l’Occidente non può eludere, e a cui, in una suggestiva sfida culturale, ci si può avvicinare anche con gli occhi della letteratura. C’era una volta un popolo che viveva in una terra desertica intorno alla Mecca, era diviso, governato da leggi tribali e venerava idoli di pietra, cui sacrificava le sue figlie femmine. Un popolo di seminomadi poveri e ignoranti, schiacciato tra grandi imperi – Bisanzio, la Persia, l’Egitto. Tutte civiltà avanzate, ognuna con un suo profeta, che si chiamasse Mosè, Gesù o Zarathustra, e un suo Libro, e soprattutto ognuna con un unico dio. In quella terra inospitale viveva un mercante scaltro, membro di un clan illustre. Era analfabeta, ma visionario e determinato, e dotato di una curiosità e una fantasia inesauribili. Era un poeta.
Il suo nome era Muhammad. Soffriva per l’arretratezza del suo popolo, che sognava di vedere prospero e libero. Voleva migliorare la condizione delle donne, voleva che i libri e le idee circolassero liberamente, che il mondo li trattasse con rispetto. Tutti deridevano il suo messaggio rivoluzionario, ma una notte un dio onnipotente gli apparve e gli parlò. L’alba che ne seguì ha cambiato per sempre il mondo. Kader Abdolah è convinto che non si possa giudicare l’Islam, e quindi capire la storia e l’Occidente, senza conoscere il suo Profeta, il suo Libro e la terra che li ha generati.