2 Gennaio 2017
18:22
“Amazon? Vi racconto cos’è davvero!”. Un alessandrino in trasferta a Piacenza
CORRIEREAL – Ma davvero chi lavora in Amazon deve correre per 8 ore filate a tempo di rock, con il timer che misura ogni suo movimento, e senza neanche potersi permettere di fare la pipì? E’ vero che tanti sono lavoratori ‘somministrati’, ovvero assunti tramite agenzie interinali, e che non si possono neppure ammalare, pena la perdita immediata del lavoro?
Si moltiplicano, soprattutto on line, le inchieste e i reportage sull’enorme struttura alla periferia di Piacenza, a Castel San Giovanni, dove a pieno regime lavorano circa 3 mila persone, fra dipendenti diretti e lavoratori ‘interinali’. Fra questi ultimi, anche circa 300 alessandrini che, da un mese a questa parte, affrontano un viaggio non brevissimo (circa 90 chilometri) per lavorare in questa sorta di fabbrica ‘4.0’ ammantata di fascino, dicerie, misteri. Sono come i 300 delle Termopili, questi nostri concittadini? E chi sono, come vengono selezionati, e cosa pensano davvero del lavoro che stanno svolgendo?
Uno di loro, Alessandro Gavazza, ha accettato di raccontarci la sua esperienza lavorativa, che per molti versi appare anche ‘paradigmatica’ della generazione dei ‘millennials’: i trentenni di oggi, recentemente oggetto anche di polemiche politiche e non, dopo le non felici esternazioni del ministro del Lavoro Poletti. (L’articolo integrale QUI)