9 Ottobre 2017
05:00
Ilva di Novi: sciopero e picchetto per scansare 54 esuberi
AGGIORNAMENTO ORE 18.00 – Praticamente il confronto a Roma sul futuro dei lavoratori Ilva non è nemmeno cominciato. Il tavolo tra Am Investco e sindacati al Mise è stato annullato perché il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha comunicato ad Arcelor Mittal che “non è accettabile aprire il tavolo senza garantire le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori“.
L’azienda quindi dovrà tornare al tavolo dopo un confronto con gli azionisti. Se ciò non avvenisse, il governo, avrebbe detto ancora Calenda, “sarebbe pronto a mettere in campo tutto quanto nelle sue prerogative per il rispetto degli impegni presi”. “Senza un impegno a garantire i livelli salariali e gli scatti di anzianità non ci sono le premesse per aprire un tavolo di confronto – ha spiegato Calenda”.
La conferma della posizione del Governo arriva anche dai sindacati alessandrini: “Il tavolo è stato sospeso – ha raccontato Alberto Pastorello della Uilm – perché il Governo sostiene che le intese con la proprietà sono state disattese, in particolare sotto il profilo economico. Per questo il Ministero ha fatto saltare il tavolo sperando che la proprietà modifichi la lettera mandata venerdì. Con la sospensione è stato deciso di tornare a lavorare, con un pacchetto di ore di sciopero già previsto se il contenuto di quella lettera non dovesse cambiare.”
Per i sindacati però rimangono altre questioni da definire, in particolare quella legata agli esuberi: “noi volevamo iniziare la trattativa anche per spiegare che gli esuberi per noi non ci sono. Visto il numero persone uscite dagli stabilimenti per noi addirittura sarebbe necessario procedere con nuove assunzioni. Purtroppo di fatto non abbiamo neanche incontrato la nuova proprietà visto che si è scelto di sciogliere il tavolo”.
I sindacati alessandrini hanno comunque confermato l’intenzione di dare battaglia per tutelare i lavoratori, spinti anche dalla grande risposta dei dipendenti dell’Ilva. A Novi Ligure lo sciopero ha ottenuto “un’adesione pressoché totale“, hanno spiegato le parti sociali, culminata con un corteo che ha raggiunto la rotonda all’ingresso della città, a dimostrazione dell’esasperazione dei lavoratori.
NOVI LIGURE – Anche i lavoratori dell’Ilva di Novi Ligure questo lunedì si fermano per bloccare i 4200 esuberi annunciati per tutti gli stabilimenti del gruppo siderurgico. Una pesante sciabolata che dovrebbe falciare via circa il 40% della forza lavoro nella fabbrica di Genova Cornigliano e il 28% dei dipendenti di Taranto. I tagli, però, non risparmieranno il sito della provincia di Alessandria. A Novi, dove oggi lavorano circa 700 persone, sono stati annunciati 54 esuberi, che potrebbero riguardare sia gli operai che il personale impiegatizio.
A rendere ancora più preoccupante lo scenario messo nero su bianco nel documento spedito ai sindacati dai vertici di Am InvestCo, la cordata formata dal gruppo indiano Arcelor Mittal e dalla italiana Marcegaglia, è il previsto licenziamento di tutti i dipendenti dell’Ilva e la successiva riassunzione nella nuova società con le regole del Job Act. Un passaggio, hanno denunciato unitariamente Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, che cancellerà tutte le tutele dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, l’anzianità di servizio e i vantaggi garantiti dal contratto integrativo. I dipendenti dell’Ilva riassunti dovrebbero inoltre firmare “verbali di conciliazione” rinunciando “a ogni pretesa connessa a qualsiasi titolo ai precedenti rapporti di lavoro intrattenuti con la società“.
Condizioni definite “vessatorie“ dal vicepresidente dei Senatori di Articolo 1 – MDP Federico Fornaro che ha sollecitato un deciso intervento del Governo per tutelare i lavoratori dell’Ilva che rischiano di essere gli unici “a pagare il salato conto” della crisi del Gruppo Siderurgico. Quelle messe nel documento della Am InvestCo sono ovviamente condizioni “inaccettabili” anche per Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil Alessandria che questo lunedì mattina, a partire dalle 6, guideranno il picchetto dei lavoratori davanti ai cancelli dell’Ilva di Novi. Contemporaneamente alle otto ore di sciopero sui tre turni, questo lunedì a Roma si terrà un incontro al Ministero. Al tavolo siederanno anche i segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm. “Chiaramento il nostro ‘no’ è netto – ha precisato il segretario Fiom Mirko Oliaro – Vogliamo però capire nel dettaglio cosa è previsto per Novi Ligure, anche alla luce dell’andamento produttivo del sito. Da anni, come sindacati, diciamo che Novi è in sotto organico e ora con questo documento è emersa una chiara contrapposizione di vedute. Per ora, però, possiamo fare solo delle supposizioni e per questo, a differenza di Genova Cornigliano, abbiamo deciso di andare a Roma mettendo però subito in chiaro con lo sciopero di oggi che quanto emerso fino ad ora non è accettabile”.