Autore Redazione
martedì
2 Gennaio 2018
01:37
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Cronaca - Alessandria

Il nuovo anno si porta via il ristorante “Il Grappolo” di Beppe

Luci spente per sempre dopo 111 anni di attività.
Il nuovo anno si porta via il ristorante “Il Grappolo” di Beppe


ALESSANDRIA – “Non finisce la mia storia ma si chiude una pagina per la città”. Da oggi il ristorante “Il Grappolo” ad Alessandria non esiste più con il profondo dolore del cuoco Beppe Sardi. “Noi con dipendenti e soci ci siamo sistemati – ha spiegato lo chef – ma il problema è che per Alessandria viene a mancare un punto di riferimento. Sono molto rammaricato per la città perché 41 anni di carriera al Grappolo, 111 per Alessandria, finire tutto questo è una follia.” La dimostrazione è arrivata dai tanti clienti che prima della chiusura hanno affollato il locale per regalarsi una cena nel locale storico della città. Un attestato di stima che si è aggiunto alle “oltre 1.800 mail di ringraziamento. L’affetto di questi giorni è stato splendido e per certi versi mi ha ricordato la grande vicinanza dopo i danni che subimmo in seguito all’alluvione del 1994. Molti sono venuti anche per la prima volta nel ristorante incuriositi per il bollito e sono rimasti male per aver perso per sempre la possibilità di mangiarlo di nuovo.”

Beppe Sardi non fa polemiche per la sua chiusura anche se alla fine un sassolino dal cappello da chef se lo toglie: “Mi aspettavo un interesse diverso dagli imprenditori alessandrini, ma comincio ad avere dei dubbi sull’esistenza degli imprenditori alessandrini. Ho offerto il locale a un sesto del suo valore eppure nulla. È mancato l’imprenditore che decidesse di mettersi in gioco e investisse su questo ristorante. Comunque non attribuisco colpe a nessuno se non all’infortunio patito al piede mentre lavoravo al ristorante, un grave danno che ha seriamente complicato l’attività“.

L’addio al Grappolo non ha però mortificato la passione per la cucina di Beppe Sardi. La sua passione per la cucina non è finita. A Pasqua, ha anticipato, pubblicherà un libro di ricette, ma il cuoco alessandrino ha in mente molti altri progetti perché “già a sei anni mi chiamavano il Macarietto e quindi sono sempre stato abituato a stare su un ‘palco’. Io dal palco non scendo“.

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