Autore Redazione
martedì
16 Gennaio 2018
05:00
Condividi
Cronaca - Acqui Terme - Alessandria - Casale Monferrato - Novi Ligure - Ovada - Piemonte - Tortona - Valenza

La burocrazia mette un freno alla ripresa delle imprese artigiane

Come sottolineato da Confartigianto Imprese Piemonte, l'Italia si colloca al 112° posto nel Mondo per procedure e tempi impiegati per pagare tasse e imposte, con conseguenti effetti negativi sulla competitività delle imprese
La burocrazia mette un freno alla ripresa delle imprese artigiane

PIEMONTE – Le imprese artigiane piemontesi hanno voglia di affrontare le sfide del nuovo contesto economico che si sta delineando dopo la più grande crisi degli ultimi decenni. Tasse e burocrazia continuano però a smorzare entusiasmo e ottimismo delle aziende. L’analisi è di Confartigianato Imprese Piemonte che ha analizzato l’andamento delle imprese artigiane durante tutto il 2017. Un anno che ha regalato importanti segni positivi, come quelli sull’andamento occupazionale, nel quarto trimestre a 7,60%. In crescita anche i dati su produzione totale (12,51%) sui nuovi ordini (7,21%) e le previsioni per l’export che nel quarto trimestre hanno toccato il 3,54%.

Nonostante i segnali di superamento della crisi, il numero delle imprese artigiane continua a diminuire, registrando una contenuta flessione sia in merito al numero delle unità produttive che a quello degli occupati.
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte al 31 dicembre 2016 le imprese artigiane erano 121.795 e si prevede che nel primo semestre dell’anno in corso si ridurranno di 191 unità produttive, posizionandosi su 121.604 (la diminuzione più sensibile, in valore numerico assoluto, riguarda la provincia di Torino che si colloca sulle 62.427 imprese, con una perdita di 49 unità).
L’occupazione nell’artigianato in Piemonte, al 31 dicembre 2016, contava 244.694 unità lavorative, di cui 138.349 autonomi e 106.300 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533).
Per quanto riguarda l’apprendistato, si evidenzia che i giovani coinvolti, che nel 2016 erano 19.449, sono saliti al 31 dicembre 2017 a 23.277 unità.

Nonostante si scorgano segnali positivi per l’anno appena iniziato – ha commentato Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte la pressione fiscale media si colloca sul 43%, superiore a quella del resto dell’Unione europea. Inoltre le nostre imprese sono gravate dai maggiori oneri burocratici. Si agita lo specchietto della cosiddetta Europa per imporre all’economia nazionale ogni sorta di restrizione a favore degli altri Paesi per poi glissare tranquillamente sulle differenti condizioni ambientali in cui le imprese italiane sono costrette ad operare. In questo senso servono anche interlocutori istituzionali che non prendano ordini da soggetti sovranazionali i cui interessi sono ben diversi da quelli dell’Italia”.

Stando agli ultimi dati della Banca Mondiale in merito alle condizioni necessarie per fare impresa, il nostro Paese si colloca al 112° posto nel Mondo per procedure e tempi impiegati per pagare tasse e imposte. Ne derivano, ovviamente, effetti fortemente negativi sulla competitività delle imprese.
Il confronto europeo evidenzia che a causa della complessità degli adempimenti fiscali un’impresa in Italia impiega ben 238 ore all’anno per pagare le imposte. Pertanto è sempre più indifferibile addivenire alla riduzione effettiva della burocrazia per consentire alle imprese -e specialmente a quelle artigiane il cui organico è limitato dal punto di vista numerico- di lavorare pienamente per la produzione di beni e la prestazione di servizi, limitando allo stretto necessario il tempo della compilazione di documenti.

Per quanto riguarda il credito, in cinque anni (giugno 2012 – giugno 2017) i prestiti all’artigianato sono diminuiti complessivamente di quasi un quarto (-23,1%), riduzione di oltre una volta e mezzo di quella registrata dal totale delle imprese (-13,5%). A giugno 2017, rispetto a giugno 2016, la quantità dei prestiti alle imprese artigiane in Piemonte è diminuita del 2,6%. Permane quindi la necessità di agevolare l’accesso ai finanziamenti da parte delle piccole imprese.

Le imprese artigiane – ha aggiunto Felici – hanno voglia di ripresa e lavorano con rinnovata fiducia e determinazione. Il loro impegno per offrire prodotti e servizi sempre all’altezza delle aspettative di un mercato in continua evoluzione deve però essere supportato dalle istituzioni mediante misure strutturali sui grandi temi del fisco, della semplificazione burocratica, del costo del lavoro, dell’innovazione, dell’accesso al credito, al fine di promuovere e consolidare la competitività”.

 

Condividi