21 Marzo 2018
01:03
Occupazione: l’Alessandrino è il fanalino di coda del Piemonte
PIEMONTE – La situazione lavorativa in provincia è la peggiore del Piemonte. L’Alessandrino, insieme a Novara, è l’unico territorio con un tasso di disoccupazione superiore all’11% e la maglia nera va proprio alla nostra provincia (11.6%).
A rendere ancora più amaro il dato locale un quadro complessivo che in Piemonte parla di un aumento di occupati pari a 8 mila unità e un calo dei disoccupati di 4 mila (-2,3% da 187 mila unità del 2016 a 182 mila del 2017). Il tasso di occupazione cresce di quasi un punto percentuale, arrivando a sfiorare nella fascia d’età 20-64 anni il 70%, e si assiste a un lieve calo del tasso di disoccupazione che scende dal 9,3 al 9,1%. I dati emergono dall’Istituto di Statistica e sono stati elaborati dall’osservatorio regionale del mercato del lavoro. Incoraggiante, in tutto il Piemonte, è il trend dell’occupazione con un primo semestre che ha registrato un lieve regresso accompagnato da un numero di disoccupati stabile. In miglioramento la seconda parte dell’anno con un incremento di posti di lavoro pari a 36 mila unità e un calo di disoccupati pari 18 mila in meno. L’incremento dell’occupazione riguarda in prevalenza gli uomini e il lavoro dipendente (+37 mila unità), mentre si riduce sensibilmente il lavoro autonomo (-29 mila unità).
A trainare l’incremento lavorativo il ramo dei servizi (+18.000 addetti, pari a +1,6%) e quello delle costruzioni (+4.000 unità, pari a +3,7%), comparto che negli ultimi tre mesi dell’anno, in particolare, sembra risollevarsi dalla precedente situazione di difficoltà. Stabile il ramo commercio e ristorazione, in lieve arretramento l’agricoltura, mentre, in linea con quanto avviene in altre regioni come Lombardia ed Emilia, si registra una flessione degli occupati nell’industria manifatturiera (-11.000 addetti pari a -2,5%). Le tipologie di contratto più in salute, nell’ambito del lavoro dipendente, sono però quelle a tempo determinato, secondo un trend riconoscibile anche nel resto del Paese: aumentano (+19,5% rispetto al 2016) in misura più consistente degli indeterminati (+0,7%), ma, sebbene in crescita, dall’11% del 2016 al 12,8 del 2017, l’incidenza del lavoro precario in Piemonte resta la più bassa in Italia, subito dopo la Lombardia (11,3%), a fronte di una media nazionale del 15,4%.
Tra gli occupati nel 2017, inoltre, si osserva un aumento di ben 25.000 unità (+7,1%) di persone in possesso di laurea o comunque di titolo post diploma, a fronte di una flessione degli occupati con tutti gli altri livelli di istruzione. Positivi, poi, i dati riferiti ai giovani: l’Istat stima infatti nella fascia 15-24 anni un incremento dell’occupazione (+6.000 unità, pari a +9,1%) e una lieve flessione della disoccupazione (-2.000 unità, -4,6%), variazioni che producono un significativo calo del tasso di disoccupazione (dal 36 al 33%) e un aumento di quello di occupazione (dal 18 al 19,5%).
Un quadro che trova conferma nelle procedure di assunzione rilevate dalle comunicazioni obbligatorie delle imprese, nell’ambito delle quali la componente giovanile è quella che registra la percentuale di crescita maggiore (+29%), a cui contribuisce in misura rilevante il rilancio dei contratti di apprendistato (+20%). Nel loro complesso gli avviamenti al lavoro crescono in Piemonte del 14,6% (+80 mila unità), trainati soprattutto dai contratti a termine.
Tornando all’analisi delle province a parte il brutto periodo per Alessandria e Novara, resta confermata la posizione di eccellenza di Cuneo, con un tasso di occupazione al 73,9% e un tasso di disoccupazione al 6,1%. Bene anche l’area metropolitana di Torino dove gli occupati crescono passano dai 928 mila del 2016 ai 938 mila del 2017 mentre i disoccupati scendono da 108 mila a 97 mila (-10%). In calo, infine, l’occupazione nel Vco (-2mila unità) e nel Vercellese (-1 mille unità).