3 Aprile 2018
05:00
Alessandria 850: viaggio nell’oasi verde aperta a tutta la città
ALESSANDRIA – I bambini sanno che ad Alessandria c’è una piccola oasi. Agli alessandrini con qualche anno più potrebbero però essere sconosciute le meraviglie della natura che crescono e vivono al di là del cancello in via Monteverde 24. In viaggio alla scoperta delle bellezze del capoluogo per festeggiare gli 850 anni di Alessandria questo mese abbiamo deciso di fare tappa al Giardino Botanico. Un paradiso naturale all’interno della città, aperto gratuitamente al pubblico e dove crescono circa 1200 specie di piante. Alcune sono delle vere e proprie rarità come la “Welwitschia mirabilis” che può vivere fino a 2000 anni, ha spiegato il responsabile del Giardino Botanico Angelo Ranzenigo. Tra i circa 700 esemplari di piante succulente sa farsi notare anche il “Ferocactus Latispinus” con le sue spine uncinate molto simili a chiodi che, non a caso, hanno fatto guadagnare alla pianta il soprannome di “azzoppa cavalli”. Tra tante irte ‘corazze’ riscuote sempre un grande successo, soprattutto tra i più piccoli, la “Mammillaria plumosa”. In tanti hanno toccato la gentile pianta e le morbide spine che la riparano dal sole.
Dall’apertura del Giardino Botanico, nel 2000, Angelo ha visto passare circa 50 mila visitatori, di cui 8 mila solo negli ultimi 12 mesi. Con il tempo la popolarità del Giardino Botanico è cresciuta e, per fortuna, Angelo può contare sull’aiuto di due collaboratori ma, soprattutto, sul preziosissimo sostegno dell’associazione “Natura e Ragazzi“.“Finalmente non devo più fare tutto da solo” ha commentato il responsabile del Giardino Botanico, che spera però di avere al suo fianco anche un giovane a cui lasciare poi la cura delle serre “perché senza un investimento sul personale il rischio è che tutto lo splendido lavoro fatto fino ad ora si perda”. Grazie ai volontari oggi Angelo può intanto ospitare due classi alla volta per le visite guidate. Mentre i soci di Natura e Ragazzi fanno divertire i bambini con giochi didattici sull’impollinazione, Angelo ha il tempo di spiegare i segreti della botanica. Natura e Ragazzi, ha però precisato, “fa e ha fatto molto di più” per il Giardino Botanico. Molte delle piante della serra arrivano proprio dalle collezioni private di alcuni soci. A regalato alla città parecchie delle sue “succulente” il vice presidente Aldo De Faveri che, insieme al presidente di Natura e Ragazzi Sergio Montagna, ci ha accompagnati anche lungo il suggestivo passaggio verso l’area dedicata alle orchidee, anche queste in parte donate da una socia di Natura e Ragazzi. A colorare questa questa seconda sezione della serra, dove crescono ulteriori 500 specie tra orchidee, carnivore e tropicali, c’è anche la “Strelitzia”, “fiorita per la prima volta” ha raccontato con orgoglio Angelo.
In questa oasi, però, non vivono solo piante. Il Giardino Botanico si è trasformato in una casa per le tartarughe che erano state abbandonate nei laghetti della città e nelle serre c’è anche un allevamento etico di pappagalli. Gli inseparabili, con il loro discreto modo di approcciarsi, un delicato su e giù della testa, riescono a mettere a loro agio soprattutto i ragazzi affetti da autismo o da disabilità cognitive che partecipano al progetto di pet therapy. I pappagalli più grandi sono invece nelle grosse voliere della seconda serra del Giardino Botanico, che verrà ufficialmente inaugurata il 13 aprile durante la “Green Week”.
Dalla grande vetrata si potranno sempre ammirare i pappagalli e le piante acquatiche ma la serra si potrà visitare solo due ore al giorno, dalle 10 alle 12, proprio per non infastidire i grandi volatili rampicatori, agitati dal continuo via vai di persone. Nella serra delle orchidee presto arriverà da Milano anche ‘Arturo’, un pappagallo “urlatore” abbandonato dai suoi padroni. Staranno al Giardino Botanico alcune coppie di cenerini per un progetto di riproduzione in purezza. Detti “geni con le piume“, i cenerini vivranno in una voliera di socializzazione riparata e realizzata appositamente per permettere l’ingresso anche a bambini e adulti in sedia a rotelle. Il giardino botanico, infatti, è davvero “per tutti” ma “non è uno zoo” ha precisato Angelo. Le tartarughe si rilassano nel laghetto nella speranza di trovare un giorno nuove famiglie e i pappagalli fanno parte di un preciso progetto che punta a riportate nel loro habitat naturale le prossime generazioni di queste specie, la maggior parte in via di estinzione. La presenza dei pappagalli vuole inoltre far capire ai bambini quanto sia brutto vivere in una gabbia, per quanto grande e confortevole come quelle del Giardino Botanico, anche 15 volte più grandi delle misure previste per legge e tutte realizzate per permettere anche a bambini e adulti con disabilità motorie di dare da mangiare e bere ai volatili. “Fatevi portare in viaggio in Amazzonia e non fate i capricci con i genitori per avere un animale esotico” ripetono sempre Angelo e i volontari di Natura e Ragazzi alle classi che visitano il Giardino Botanico. Una vera oasi all’interno di Alessandria, aperta tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e da maggio anche la domenica. Andate quindi a visitarla, “basta solo suonare il campanello“.