Autore Redazione
venerdì
31 Agosto 2018
17:49
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Cronaca - Acqui Terme - Alessandria - Casale Monferrato - Novi Ligure - Ovada - Tortona - Valenza

Manutenzione ponti: solo alla Provincia servono oltre 40 milioni

Tra le 300 infrastrutture in capo alla Provincia non ci sono ponti o viadotti che fanno paura ai tecnici dell’Ente ma alcune strutture presentano “criticità” su cui è opportuno intervenire per evitare che la situazione peggiori, ha spiegato il Presidente Baldi
Manutenzione ponti: solo alla Provincia servono oltre 40 milioni

PROVINCIA DI ALESSANDRIA –  La corsa per trasmettere al Ministero delle Infrastrutture la mappa sullo stato di conservazione di ponti e viadotti non ha mandato in particolare affanno la Provincia di Alessandria. L’Ente, ha spiegato il Presidente Gianfranco Baldi, aveva un quadro “abbastanza chiaro” anche prima del crollo del Ponte Morandi a Genova. I dati raccolti durante i monitoraggi dai tecnici di Palazzo Ghilini erano già in uno specifico database e l’Ente ha solo dovuto inserirli nella tabella del Ministero. Più complicato, invece, il lavoro per i Comuni più piccoli, cui non sono state comunque concesse proroghe rispetto alla scadenza del 1° settembre, che ancora durante la riunione di giovedì al provveditorato alle Opere pubbliche è stata definita “perentoria”. Si dovrà quindi “fare il possibile”, almeno per inviare una prima lista che potrà poi essere integrata con indicazioni più approfondite, ha spiegato il Presidente della Provincia.

Grazie alle periodiche verifiche dei tecnici, Gianfranco Baldi sa intanto quantificare le risorse necessarie alla manutenzione delle circa 300 infrastrutture della Provincia: “oltre 40 milioni di euro”. La cifra, ha spiegato, permetterebbe di completare le perizie tecniche su alcuni viadotti ed effettuare i lavori. Tra infrastrutture inserite anche nell’elenco che arriverà al Ministero non ci sono ponti o viadotti che fanno paura ai tecnici dell’Ente ma alcune strutture presentano criticità su cui “è opportuno intervenire, ha sottolineato Gianfranco Baldi. Più che di una lista, come già spiegato nei giorni scorsi proprio a Radio Gold, la Provincia ha bisogno di risorseperché con il passare del tempo la situazione di certo non migliora”.

Oltre ad avere “coscienza del problema”, ha aggiunto Paolo Platania, Dirigente del settore Viabilità, la Provincia aveva stanziato specifiche risorse e avviato lavori di manutenzione su alcune infrastrutture già prima della tragedia di Genova. Palazzo Ghilini ha ad esempio impegnato parte dei 7,2 milioni stanziati dalla Regione e fondi del Ministero per il consolidamento del viadotto alle porte di Tortona, sopra l’ex statale 10. A Casale sta ultimando i lavori per rifare i giunti del viadotto sulla strada 455.  Si lavora anche ad Albera Ligure per sostituire il ponte in acciaio sulla Sp140 e a Novi Ligure sulla pila tra l’intersezione delle strade 211 e 210. “Alcuni cittadini sono preoccupati dai ferri visibili sul ponte di Novi. Quei ferri si vedono proprio perché stiamo intervenendo sulla pila ed è necessario portarli a vista per effettuare i successivi lavori per dare maggiore resistenza all’acciaio. Sono interventi delicati che richiedono tempo e con la ditta stiamo valutando se sospendere il traffico”.

I ferri “a vista” di alcune infrastrutture, ha aggiunto il Dirigente di Palazzo Ghilini, non indicano necessariamente un problema strutturale. “Spesso dipende dallo spessore del copriferro, ossia il calcestruzzo che viene messo per proteggere le barriere metalliche dell’armatura”. Una volta lo spessore non era normato e quindi nelle strutture più vecchie può deteriorarsi più rapidamente. “Ci sono verifiche specifiche per valutare la sicurezza di ponti e viadotti.  Partiranno proprio ora i monitoraggi sul ponte in ferro sull’Erro a Melazzo che saranno funzionali al progetto di manutenzione straordinaria che credo approveremo entro la fine dell’anno per avviare poi i lavori nel 2019”. I ferri a vista di ponti e viadotti, ha aggiunto il Dirigente, sono comunque segno “dell’ammaloramento” delle infrastrutture. “Dai dati che abbiamo non ci sono strutture a rischio crollo. Non abbiamo preoccupazioni particolari ma ci sono strutture che hanno bisogno di interventi di manutenzione. Lavori che non siamo riusciti a fare prima semplicemente perché  non avevamo i soldi“.

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