Autore Redazione
sabato
1 Dicembre 2018
01:54
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Cronaca - Novi Ligure

Oltre mille persone per impedire la chiusura della Pernigotti a Novi

Il corteo di lavoratori partirà alle 15.30 per raggiungere il centro
Oltre mille persone per impedire la chiusura della Pernigotti a Novi


AGGIORNAMENTO ORE 18.30 – Oltre mille persone hanno scelto di prendere parte al corteo di questo sabato primo dicembre, in difesa dei lavoratori dello stabilimento Pernigotti di Novi Ligure. Un lungo corteo è partito dalla fabbrica per raggiungere il centro della città e lanciare un messaggio chiaro ai fratelli Toksoz, proprietari dell’azienda: “Novi Ligure non vuole perdere un pezzo della sua storia“. Il sindaco di Novi, Rocchino Muliere, al termine della manifestazione ha garantito che i lavoratori “non saranno mai soli“.


NOVI LIGURE – Nuovo messaggio al gruppo turco oggi da Novi Ligure. Questo pomeriggio i dipendenti della Pernigotti, per dimostrare ancora una volta tutta la contrarietà alla chiusura del complesso di Novi, manifesteranno per le vie del centro, chiedendo l’adesione dei cittadini. Il corteo partirà dalla fabbrica, in viale della Rimembranza, per poi snodarsi nel cuore di Novi. Sindacati e lavoratori non intendono rassegnarsi e per questo hanno deciso di far sentire la loro voce. Il corteo si chiuderà in piazza della Rimembranza.

“Dopo 5 anni di bugie, decisioni scellerate e risultati disastrosi – dicono i sindacati – la famiglia Toksoz ha annunciato la chiusura dello storico stabilimento della Pernigotti di Novi Ligure, acquisito nel 2013 dalla famiglia Averna, minacciando di licenziare e lasciare senza prospettive centinaia di lavoratrici e lavoratori tra diretti e indiretti. I dipendenti della Pernigotti, una delle realtà industriali più prestigiose del settore alimentare, insieme al territorio novese ed alessandrino, non intendono rassegnarsi all’ennesima chiusura e all’ennesima devastazione di un territorio da parte di predoni travestiti da imprenditori.” Tutto questo porta a dire i tre “no” alla chiusura dello stabilimento, ai licenziamenti e alla rassegnazione.

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