Autore Redazione
giovedì
6 Dicembre 2018
16:00
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Cronaca - Novi Ligure

Intestazione fittizia di beni, estorsione e spaccio. In manette ristoratore di Novi Ligure

Sono stati nominati degli amministratori giudiziari che porteranno avanti l’attività dei ristoranti, così da salvaguardare i posti di lavoro delle persone impiegate nei locali di Novi Ligure
Intestazione fittizia di beni, estorsione e spaccio. In manette ristoratore di Novi Ligure


NOVI LIGURE – Un arresto, 12 denunce e il sequestro preventivo delle quote societarie e dei rapporti bancari di quattro ditte del settore della ristorazione. È questo il bilancio di una lunga attività di indagine portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Novi Ligure in sinergia con il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Alessandria, coordinati dal sostituto procuratore della Procura di Alessandria Letizia Aloisio.

Carabinieri e finanzieri da tempo avevano il mirino puntato su un 48enne di Novi Ligure, Domenico Dattola. L’uomo in passato era finito nei guai per spaccio di droga ed estorsione ma si era poi “reinventato” ristoratore. Era lui a gestire a Novi Ligure il “Bandiera” e il “Bunet”. Il suo nome, però, non compariva tra quelli dei soci. Era sempre Dattola il “gestore occulto” di altre due attività, anche queste sulla carta intestate a famigliari o terze persone, per gli inquirenti però dei “prestanome”.

L’attacco su due fronti” sferrato da Carabinieri e Guardia di Finanza, infatti, ha permesso di ricostruire l’intero patrimonio dell’uomo e far emergere anche nuove attività di spaccio condotte in prima persona da Dattola, in alcuni casi all’interno degli stessi ristoranti. Locali che funzionavano bene a Novi Ligure e che hanno sempre attirato un buon numero di clienti, ignari del passato e del presente del gestore, hanno precisato Carabinieri e Guardia di Finanza. Uno di quei ristoranti, però, richiedeva spesso l’intervento delle forze dell’ordine.

Dattola non si curava molto delle regole sul volume della musica e la presenza di alcuni pregiudicati tra i dipendenti, unita alla poca collaborazione durante i controlli, aveva convinto il Questore a far abbassare per alcune settimane la saracinesca del “Bandiera”. Un locale balzato alle cronache anche per l’aggressione al proprietario di un cane che aveva fatto pipì sulle fioriere del ristorante in Corso Romualdo Marenco. Dattola, hanno spiegato gli inquirenti,sapeva intimidire e non esitava ad alzare le mani, soprattutto con chi gli doveva soldi per la droga. Chi finivanella morsa” dell’uomo per debiti subiva “atteggiamenti estorsivi e per saldare il conto in alcuni casi finiva a lavorare, gratis, all’interno dei ristoranti. Locali che resteranno comunque aperti nonostante l’arresto del “socio occulto”, hanno precisato il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Colonnello Michele Angelo Lorusso e il Colonnello Sergio Napoletano, Comandante del Nucleo di Polizia Economico finanziaria della Guardia di Finanza, affiancati dal Tenente delle Fiamme Gialle Margherita Valente e dal Comandante della Compagnia Carabinieri di Novi Ligure, il Capitano Marzia La Piana.

Sono stati infatti nominati degli amministratori giudiziari che porteranno avanti l’attività del “Bandiera” e del “Bunet” così da salvaguardare i posti di lavoro delle persone impiegate nei due locali di Novi Ligure che sono risultate estranee alle attività di Dattola.

Estorsione, spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni” in base alle contestazioni dell’ordinanza che ha portato in carcere il 48enne di Novi Ligure e che gli inquirenti hanno mosso, a vario titolo, anche nei confronti delle 12 persone denunciate nell’ambito dell’operazione rinominata “Monopoli”. Un’indagine culminata con il blitz che da martedì sera ha impegnato una cinquantina di militari, tra Carabinieri e Finanzieri, in una decina di perquisizioni che, anche grazie al “fiuto” dell’unità cinofila delle Fiamme Gialle, hanno permesso di trovare anche 25 mila euro in contanti che Dattola aveva nascosto in una cassetta con un doppio fondo e altre banconote che l’uomo aveva presumibilmente sotterrato.

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