20 Giugno 2019
08:38
Maltrattamenti nella struttura terapeutica di Pratolungo di Gavi: 25 indagati e 13 misure cautelari
GAVI – Venivano insultati, denigrati, strattonati e spintonati, senza alcuna ragione. I Carabinieri della Stazione di Gavi e della Compagnia di Novi Ligure, coordinati dalla Procura di Alessandria, sono riusciti a “liberare” dalla stretta dei maltrattamenti i circa 20 ospiti, uomini e donne, della comunità terapeutica di Pratolungo di Gavi, alcuni affetti anche da disabilità psico-fisiche gravi.
Sono 25 gli indagati nell’ambito dell’operazione rinominata “Freedom”. Grazie alle riprese delle telecamere sistemate a maggio all’interno della struttura, gli inquirenti sono riusciti a immortalare, “nella loro oggettiva crudezza e umana tristezza”, maltrattamenti da parte degli operatori socio-sanitari della cooperativa “Eliana”, con sede a Grondona, che lavoravano nella struttura a Pratolungo.
L’indagine, partita dopo la segnalazione dei famigliari di uno degli ospiti, è culminata con 13 misure cautelari emesse “con sollecitudine” dal Gip di Alessandria. Sette operatori, responsabili dei comportamenti più gravi, sono stati sottoposti ai domiciliari. Cinque i divieti di esercizio della professione per un anno e un divieto di dimora nei confronti del dirigente amministrativo.
“Perché ci siamo incattiviti in questo modo?”. È questa la domanda e la riflessione umana che è nata nel Procuratore Capo di Alessandria, Enrico Cieri, guardando le immagini riprese dalle telecamere nascoste dai Carabinieri all’interno della struttura. Non è stato facile fare entrare gli occhi elettronici e monitorare quello che accadeva nella comunità terapeutica. L’accesso ai famigliari era scandito da precisi orari e limitato ad alcune zone della residenza. I parenti, hanno spiegato gli inquirenti, non potevano accedere alle camere da letto e anche i colloqui venivano monitorati dal personale della struttura.
I Carabinieri di Gavi, sotto la guida del Maresciallo Giovanni Lai, con l’indispensabile supporto della colleghi della Compagnia di Novi Ligure, al comando del Capitano Marzia La Piana e il coordinamento del Pubblico Ministero della Procura di Alessandria, Letizia Aloisio, hanno però agito con “tempestività” e “subito” hanno trovato riscontro al racconto dei famigliari di uno degli ospiti.
Nella struttura non venivano organizzate attività fondamentali alla socializzazione e allo sviluppo psico-intellettivo degli ospiti, che gli operatori gestivano con la “prevaricazione” e in maniera “del tutto spropositata e ingiustificata”. Tra i comportamenti più gravi, le “manovre di contenimento a terra con torsione delle braccia” da parte di sette operatori “particolarmente intolleranti”, ora sottoposti ai domiciliari.
Gli ospiti, però, venivano anche lasciati in un adrone al buio come “punizione”. Qualcuno aveva tentato “vere e proprie fughe” come forma di richiesta di aiuto, soffocata però dalla prevaricazione fisica e psicologica di chi, invece, avrebbe dovuto gestire con ben altra sensibilità quelle persone.
Tutti noi dovremmo avere “sensibilità” nei confronti degli altri in genere e, in particolare, verso chi ha delle disabilità. A chi svolge queste professioni, ha rimarcato il Procuratore Capo, Enrico Cieri, è però richiesta “una ancora maggiore eticità”. Una “passione umana” e una “predisposizione individuale” che “non si ottengono con la qualifica professionale”, ha aggiunto il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Colonnello Michele Angelo Lorusso.
Insieme all’Asl Al, gli inquirenti stanno in queste ore valutando le specifiche esigenze degli ospiti per trasferirli in adeguate nuove strutture. Proseguiranno anche gli accertamenti sulle specifiche qualifiche professionali degli indagati e sulla cooperativa che da circa 10 anni gestiva la struttura a Pratolungo, avvalendosi anche di educatori esterni, che non risultano coinvolti nell’indagine. Gli inquirenti non hanno al momento riscontri di segnalazioni precedenti a quella raccolta a dicembre dai Carabinieri. In base a quanto appurato, da ottobre la comunità terapeutica di Pratolungo di Gavi era però monitorata dall’Asl Al che stava effettuando una serie di verifiche legate a carenze igienico-sanitarie.
NOVI LIGURE – È stata rinominata “Freedom” l’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Novi Ligure, coordinata dalla Procura della Repubblica di Alessandria, che ha portato a 13 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di “maltrattamenti contro familiari o conviventi” pluriaggravati. I reati sarebbero stati commessi nell’ambito dell’attività professionale degli indagati in una comunità terapeutica dell’alessandrino e nei confronti di alcune persone affette da gravi disabilità che erano ricoverate nella struttura.
Maggiori dettagli verranno forniti in mattinata al Comando provinciale dei Carabinieri. Seguiranno aggiornamenti.