Autore Redazione
sabato
13 Luglio 2019
17:07
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Cronaca - Alessandria

L’Ospedale di Alessandria replica al paziente che si è sentito discriminato

"Siamo dispiaciuti se un nostro paziente si è sentito discriminato", si legge nel lungo comunicato dell'Azienda ospedaliera. Lunedì 1lle 17.30 un incontro con le associazioni Lgbt per chiarire la situazione.
L’Ospedale di Alessandria replica al paziente che si è sentito discriminato

ALESSANDRIA – Alla fine è arrivata. Dopo la denuncia di un paziente che si è sentito discriminato ed etichettato a causa di una anamnesi che poneva l’accento sulle sue preferenze sessuali, l’Ospedale di Alessandria ha voluto replicare e chiarire quanto accaduto con un comunicato. “In riferimento a quanto segnalato dalla Stampa, L’Azienda ospedaliera è molto dispiaciuta di leggere che un nostro paziente possa essersi sentito “discriminato” in un percorso di cura che prevede la raccolta di dati anamnestici finalizzati a curare nel miglior modo possibile il paziente. L’anamnesi infatti deve raccogliere tutte le informazioni personali e cliniche utili all’eventuale processo di cura“, si legge nella parte iniziale del comunicato.

Poi il dispiacere per il fatto che “sia stata portata alla ribalta nazionale la Struttura di Malattie Infettive, dove vengono seguiti da anni centinaia di pazienti con vari orientamenti sessuali, senza alcun pregiudizio e senza che con alcuno siano mai evidenziati problemi, anzi il personale della Struttura collabora attivamente con le organizzazioni Lgbt della zona con riscontri sempre positivi“. L’Azienda ospedaliera alessandrina si è anche scusata con il paziente specificando comunque che la “raccolta di tali dati sensibili rientra solo nel rapporto medico-paziente che è strettamente personale e tutelato dalla riservatezza della cartella clinica e di tutti i documenti in essa contenuti: infatti tutti i medici e il personale hanno il segreto d’ufficio oltre quello professionale“.

L’ospedale ha anche reso noto che tutte le informazioni apparse sulla anamnesi sono state concordate tra il medico e il paziente e “la lettera di dimissione era riservata e consegnata esclusivamente al soggetto interessato alle cure. L’Azienda è disponibile ad andare incontro alla richiesta del lettore della Stampa con la rettifica del referto, anche se la stessa, come da nostra prassi é stata concordata al momento dell’anamnesi, quando il paziente ha voluto che il redattore sottolineasse alcuni aspetti e ne omettesse altri“. Ecco allora che lunedì 15 luglio alle 17.30 in direzione generale è stato indetto un incontro con le organizzazioni Lgbt per fare chiarezza sulla vicenda “rinnovando la nostra volontà di collaborare per offrire il miglior contesto di cura a tutti i cittadini che ci scelgono“.

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