Autore Redazione
martedì
6 Agosto 2019
13:21
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Cronaca - Casale Monferrato

Nuova tecnologia a Casale per ridurre complicazioni dopo rottura del femore

Al Santo Spirito già due interventi con il sistema Adapt 2.0. È la prima volta in Piemonte
Nuova tecnologia a Casale per ridurre complicazioni dopo rottura del femore

CASALE MONFERRATO – Per la prima volta in Piemonte sono stati compiuti, nella sala ortopedia dell’Ospedale Santo Spiritodi Casale, due interventi chirurgici con sistema Adapt 2.0, una tecnologia che riduce le complicazioni post-operatorie dopo la rottura di femore.

Adapt 2.0“Le fratture del femore prossimale nell’anziano ultrasessantacinquenne – spiega il Dott. Danilo Chirillo, Direttore della Struttura Complessa di Ortopedia e Traumatologia – rappresentano la complicanza più grave e frequente di una caduta, soprattutto in pazienti affetti da osteoporosi. L’incidenza di questa tipologia di frattura registra ogni anno un incremento esponenziale ed il suo trattamento è di conseguenza uno dei più frequenti nelle sale operatorie di ortopedia e traumatologia. Il gold standard nel trattamento di questa patologia è costituito dal chiodo pertrocanterico e l’intervento, se le condizioni generali lo permettono, deve essere eseguito entro le 48 ore, come indicato dalle direttive regionali. L’ortopedia di Casale, nel 2018, è l’unica del quadrante Alessandria-Asti ad aver superato la percentuale indicata dalla Regione, che è del 70 %, di fratture collo del femore nelle 48 ore. Per l’esecuzione di tale intervento è necessario l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza per monitorare l’esatto posizionamento dell’impianto e permettere la corretta esecuzione dell’operazione. 
Una delle complicanze principali nel post-operatorio, con incidenza dal 2% al 7%, è costituita dalla migrazione della vite cefalica. In tal caso si renderebbe necessario un nuovo intervento chirurgico. 
L’ utilizzo del sistema Adapt 2.0, grazie al suo software, riduce in maniera statisticamente significativa sia l’utilizzo dell’amplificatore di brillanza, riducendo così l’esposizione a radiazioni ionizzanti, sia il rischio di migrazione della vite cefalica. 
Tali vantaggi sono il risultato della ricostruzione in 3D dell’intero femore, che permette al chirurgo di posizionare in modo ottimale il mezzo di sintesi, riducendo la percentuale di errore. Gli interventi sono stati eseguiti dal Dott. Ezio Baccino e dalla Dott.ssa Roberta La China, insieme a tutto il personale della sala operatoria coadiuvato dal servizio di anestesia e rianimazione.”

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