Autore Redazione
giovedì
19 Settembre 2019
05:14
Condividi
Cronaca - Alessandria

Pasto da casa a scuola: i sì condizionati dei presidi e il caso Carducci

L'esempio di alcuni dirigenti scolastici che hanno accettato. Ma c'è chi ha detto no, scatenando le reazioni delle famiglie
Pasto da casa a scuola: i sì condizionati dei presidi e il caso Carducci

ALESSANDRIA – I bambini potranno consumare o no il pasto da casa durante la mensa? Ad Alessandria questa domanda sta tenendo sulle spine diverse famiglie che, con l’inizio dell’anno scolastico, hanno deciso di non iscrivere il proprio figlio al servizio di refezione scolastica, chi per la retta di iscrizione troppo alta o perché poco convinto dalla qualità del cibo. Dopo un’estate caratterizzata dalla sentenza della Cassazione che ha negato questa possibilità, smentita poi dal Tar, ora tocca ai singoli dirigenti scolastici prendere una decisione definitiva per il loro istituto.

Per le famiglie di alunni iscritti al tempo pieno, inoltre, non è più possibile portare via il proprio figlio durante il pasto e sfamarlo a casa. Il tempo della mensa è infatti considerato educativo a tutti gli effetti, alla stregua delle altre ore e, quindi, risulterebbe un’assenza.

In città ci sono però diverse scuole che hanno già deliberato di continuare a concedere alle famiglie la possibilità di consegnare al proprio figlio il cibo da mangiare a mensa, pur con regole e paletti precisi. Lo ha fatto Maria Paola Minetti, dirigente delle scuole Galilei e Villaggio Europa: per ogni turno potranno mangiare al massimo 26 alunni, portando solo una volta a settimana cibi come pizza, panino e focaccia. Vietate bibite gasate, cibi umidi e barrette, mentre occorrerà portare dei contenitori specifici per le posate, per facilitarne il trasporto.

“Siamo stati tra i primi istituti di Alessandria a farlo negli anni scorsi” ha sottolineato Maria Paola Minetti a Radio Gold “è stato creato un comitato di controllo del pasto domestico, formato anche da genitori che potranno verificare la correttezza delle operazioni. Gli stessi genitori firmano con la scuola un patto di corresponsabilità, per impegnarsi a far rispettare tutti i dettami. Nel caso verificassi degli inadempimenti posso annullare questa possibilità”.

Qualora le richieste pervenute fossero superiori al tetto stabilito, la precedenza verrà data secondo alcuni criteri: alunni iscritti al tempo pieno, alunni già fruitori del pasto domestico nell’anno scolastico precedente, e famiglie con il maggior numero di figli che frequentano lo stesso plesso di scuola primaria.

Sospiro di sollievo anche per le famiglie delle scuole De Amicis e Rattazzi.Abbiamo deciso di avviare questa autorefezione in via sperimentale, su proposta del consiglio di istituto. Il numero massimo per turno sarà di 25 unità” ha sottolineato a Radio Gold la dirigente scolastica Valeria Alemannistiamo vagliando le richieste delle famiglie. Io mi sono appena insediata e, visto che la possibilità del pasto da casa era presente lo scorso anno, ho deciso di protrarla. Diversamente non lo avrei fatto. Mi sono resa conto, però, che per molte famiglie il rifiuto della mensa è dovuto alla tassa di iscrizione, che è veramente molto salata. Questo rappresenta un problema, soprattutto per chi ha più figli”.

Confermato il pasto da casa, a scuola, anche per i bimbi delle scuole Morando, Santorre di Santarosa, Bovio e delle frazioni di San Michele e Valmadonna. “Abbiamo stabilito all’unanimità questo anno di transizione” ha detto Barbara AssuntoIn teoria il numero di richieste non dovrebbe superare quello dello scorso anno ma in alcuni istituti la cifra è quasi raddoppiata. In questi casi dovremo fare una selezione, in base a determinati criteri (gli stessi delle scuole Galilei e Villaggio Europa, così come le regole da seguire, ndr)”.

Sembra invece arrivare a un muro contro muro la situazione alla scuola Carducci, dove ci sono circa 50 famiglie che si sono riunite in un comitato spontaneo. “L’anno scorso i nostri figli potevano addirittura andare a casa a mangiare, quest’anno la scuola ha deliberato il totale rifiuto del pasto da casa. Tutto questo ci ha colti di sorpresa” ha sottolineato a Radio Gold Angelo Petrella, uno dei genitori “a questo punto saremmo di fatto obbligati ad aderire al servizio mensa, anche se è facoltativo. Ora vogliamo tentare una mediazione e abbiamo chiesto un incontro alla dirigente, vogliamo essere concilianti. Lunedì però dovrebbe iniziare il servizio mensa obbligatorio: se non succederà nulla io manderò comunque mio figlio a scuola con le sue cose da mangiare. Se ci saranno dei problemi vorrà dire che passerò alle carte bollate. Ricordo, inoltre, che già sei o sette famiglie, di fronte a questa situazione, hanno deciso di cambiare scuola”.

Condividi