Autore Redazione
venerdì
18 Ottobre 2019
05:51
Condividi
Cronaca - Alessandria

Frammenti di Storia: ultimo giorno della mostra sulla Polizia Scientifica

Appuntamento al Disit di Alessandria, dalle 9 alle 16
Frammenti di Storia: ultimo giorno della mostra sulla Polizia Scientifica

ALESSANDRIA – Ultimo giorno della mostra della Polizia Scientifica Frammenti di Storia, al Disit di Alessandria, in viale Teresa Michel, dalle 9 alle 16. Un viaggio attraverso le immagini che ricordano ed aiutano a capire i diversi eventi della storia del Paese. Un’occasione per rivivere o avvicinarsi per la prima volta a episodi a volte drammatici della realtà italiana permettendoci di comprendere meglio la società passata e di costruire in modo migliore quella che sarà.

Il fil rouge: il lavoro della Polizia Scientifica silenzioso fino a quando con questa mostra si è deciso di raccontarne l’operato in situazioni che hanno fatto la storia d’Italia.

Questa “Gallery” allestita come una vera e propria mostra fotografica richiamerà all’Università del Piemonte Orientale di Alessandria , i visitatori dal 17 al 18 Ottobre per guidarli in una sorta di memoria storica attraverso la prospettiva particolare della Polizia Scientifica.

Numerose le curiosità da vedere: una parte dei pannelli è dedicata alle foto segnaletiche di personaggi d’eccellenza che hanno fatto la storia d’Italia nelle sue gioie e nei suoi dolori. C’è la foto segnaletica di Mussolini con tanto di capelli, molto prima che diventasse il Duce, arrestato a Berna nel 1903 dalla polizia svizzera che lo scheda come “Benedetto” invece di Benito e lo classifica tra gli “agitatori politici”.

Ci sono i documenti sul Presidente partigiano Sandro Pertini: arrestato nel 1926 per attività antifascista e condannato del 1929 a 11 anni inflitta dal tribunale speciale per la difesa dello Stato.

Una parte molto importante è invece dedicata alle stragi; la storia viene raccontata qui attraverso le foto dei sopralluoghi effettuati all’epoca e ricordando  le foto segnaletiche del ghota criminale italiano: i giovanissimi Totò Riina e Raffaele Cutolo, Leonluca Bagarella e Carmine Schiavone, i Br e le donne di camorra.

E’ il capitolo più  lungo questo: le foto dall’alto del salone della banca dell’Agricoltura di piazza Fontana sventrato da una bomba il 12 dicembre del 1969 danno più di tante altre immagini il senso della devastazione. Come le foto in piazza della Loggia, subito dopo l’esplosione della bomba fascista, e i rilievi all’interno dell’Italicus, nel 1974. Le foto storiche di via Fani ricordano il sequestro di Aldo Moro e l’uccisione dei cinque membri della sua scorta mentre la strage di Bologna la raccontano i cartellini con le lettere posizionati tutt’attorno all’enorme cratere provocato dalla bomba piazzata nella sala d’aspetto della stazione.

Un 1980 segnato anche dai resti del Dc9 dell’Italia esploso sopra i cieli di Ustica. Foto in bianco e nero di un mistero italiano ancora irrisolto. Poi ci sono le altre stragi, quelle mafiose. Capaci e via D’Amelio ma anche le uccisioni di uomini dello Stato che quei mafiosi combattevano: il giudice istruttore Rocco Chinnici e il vice questore Ninni Cassarà il capo della mobile di Palermo Boris Giuliano e il procuratore capo Gaetano Costa.

Altro capitolo è dedicato alle grandi storie di cronaca: il naufragio a Genova nel 1970 del London Valour, l’attentato alla sinagoga di Roma dell’82, le immagini delle vittime del mostro di Firenze dell’85, l’incendio nella cappella della Sindone a Torino nel 97, l’aereo schiantato contro il grattacielo Pirelli a Milano nel 2002.

Per non dimenticare i rilievi all’interno dell’hangar di Lampedusa dove, dopo il 3 ottobre 2013, furono allineate le oltre 360 bare delle vittime del naufragio davanti all’isola dei Conigli: lì dentro, per tre giorni e tre notti, gli uomini e le donne della Polizia Scientifica lavorarono senza sosta e in condizioni impossibili per restituire a quelle salme la dignità dello loro identità.

Non manca un sensibile sguardo al futuro, ormai anche presente, alle tecniche basate sulla rivoluzione digitale, grazie alla quale la Polizia Scientifica continua a stare al passo dell’innovazione tecnologica e a sfruttare l’evoluzione delle scienze forensi.

Un modo diverso per raccontare la storia d’Italia attraverso l’operato di chi raccogliendo impronte, scattando immagini scattate e redigendo fascicoli di sopralluogo ha a suo tempo consegnato all’Autorità Giudiziaria atti che ora, usciti ora da archivi polverosi, vengono posti per la prima volta a disposizione di tutti i cittadini.

Condividi