Autore Redazione
giovedì
7 Novembre 2019
18:08
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Cronaca - Alessandria

Esplosione Quargnento: chi ha agito lo ha fatto “per uccidere”

Il procuratore Capo di Alessandria, Enrico Cieri, ha fatto il punto sulle indagini relative all'esplosione del cascinale di Quargnento che ha provocato la morte di tre Vigili del Fuoco
Esplosione Quargnento: chi ha agito lo ha fatto “per uccidere”

ALESSANDRIA – Proseguono “ad ampio raggio le indagini per ricostruire quanto accaduto nel cascinale a Quargnento. Chi ha agito, però, lo ha fatto per uccidere ha rimarcato  il Procuratore Capo di Alessandria, Enrico Cieri.

Il fascicolo per crollo e omicidio, entrambi dolosi, a cui si è aggiunta anche l’imputazione per le lesioni ai feriti nell’esplosione, al momento resta contro ignoti. Per identificare l’autore, o gli autori, del “gesto scellerato” che ha ucciso i tre Vigili del Fuoco, Antonio candido, 32 anni, Marco Triches di 38 e Matteo Gastaldo di 46 anni, la Procura si è affidata anche agli accertamenti tecnici dei Ris di Parma e acquisire così ogni possibile traccia anche sulle due bombole trovate nel cascinale.

I Carabinieri di Alessandria proseguono intanto l’attività investigativa e l’analisi delle riprese dei sistemi di videosorveglianza, già acquisite “integralmente” per capire chi sia entrato o uscito dal cascinale. Giovanni Vincenti ha detto di esserci stato l’ultima volta il giorno prima dell’esplosione, nel pomeriggio, e anche alcuni testimoni avrebbero confermato di averlo visto. Gli inquirenti hanno poi rilevato tracce di effrazione della cancellata del cascinale ma bisognerà stabilire se sia opera di chi ha fatto esplodere il cascinale o se quel cancello sia stato forzato dagli stessi Vigili del Fuoco per intervenire nel cuore della notte.

A Quargnento, intanto, si continua a scavare per mettere in sicurezza l’area e trovare eventuali ulteriori reperti da aggiungere a quelli già sequestrati il 5 novembre. Solo una volta rimosse le macerie si potrà verificare anche una eventuale manomissione delle tubazioni del gas o una fuoriuscita di metano che, al momento, non sono accertate. Ulteriori importanti elementi potranno arrivare dai risultati delle autopsie effettuate sui corpi delle vittime da tre periti dell’Istituto di Medicina Legale di Pavia a cui si è affiancato un quarto professionista incaricato di verificare l’eventuale inalazione di gas Gpl, quello contenuto nelle bombole a uso domestico, o del metano delle condutture.

Alle attività tecniche continuerà poi ad affiancarsi l’ascolto di tutte le persone che potrebbero avere informazioni utili a comprendere chi abbia commesso “l’atto scellerato” che ha ucciso i tre Vigili del Fuoco, ferito i due colleghi Giuliano Dodero e Luca Trombetta, e il Carabiniere della Stazione di Solero Roberto Borlengo.

Gli inquirenti hanno già ascoltato in quattro diverse occasioni anche il proprietario del cascinale. Vincenti ha indicato “nomi” di persone con cui aveva avuto dissapori, ha parlato di debiti, che al momento sembrerebbero però legati “a piccoli lavoretti”, e di una “situazione economica non florida” che per gli inquirenti deve ancora trovare “riscontri oggettivi”, come atti di pignoramento o intimazioni di adempimento. È stata accertata anche la presenza di una polizza assicurativa sul cascinale di Quargnento, formalmente intestato alla moglie di Vincenti. Sulla data della stipula e l’importo il Procuratore Capo si è trincerato dietro un no comment“.

Gli inquirenti hanno rintracciato anche il venditore delle bombole ma non risulta una vendita “massiva”, quindi di quattro o cinque in una volta. La vendita di singole unità, quindi, amplia il possibile parco di acquirenti. Quelle bombole, comunque, si trovano facilmente in commercio, così come il timer e la batteria utilizzati per realizzare il congegno esplosivo. Le esplosioni sono state due ma, al momento, non sono stati raccolti elementi per pensare a un “congegno trappola”, che sia stato quindi azionato a distanza. Non è stato trovato neppure esplosivo, quindi chi ha costruito il congegno non ha avuto bisogno di rivolgersi al mercato nero o avere ingerenze con quel mondo. È esclusa, come già precisato a poche ore dalla tragedia, ogni finalità di eversione e terrorismo. Quando accaduto a Quargnento, ha però puntualizzato il Procuratore Capo di Alessandria, non si inquadra neppure nelle “ripicche di vicinato”:“è ovviamente molto più grave e anche preordinato”. Chi agito non l’ha fatto “in un impeto d’ira” e ha agito con dolo, quindi “con intenzione e volontà”.

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