Autore Redazione
martedì
3 Dicembre 2019
01:51
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Cronaca - Valenza

Il tempo non scalfisce la bellezza, la rende solo magnificamente fragile, tanto da diventare arte

Un percorso artistico unisce le qualità del territorio valenzano
Il tempo non scalfisce la bellezza, la rende solo magnificamente fragile, tanto da diventare arte


VALENZA – La bellezza non ha età e si nasconde anche tra le rughe, illuminata dalla lucentezza dei gioielli valenzani e da un progetto che sboccerà a breve al Centro Comunale di Cultura. Si chiama “Fragili bellezze” e ha visto, nel ruolo di modelle, le ospiti della casa di riposo Uspidalì di Valenza. Delicate e timide signore hanno posato davanti alla macchina fotografica di Walter Zollino. Avvolte in morbidi scialli di lana hanno approfittato della bravura degli studenti del Foral, per apparire ancora più belle, incorniciate in capelli bianchi che raccontano il tempo passato volato via in fretta.

Una bella storia che ha illuminato i volti delle fotomodelle accarezzate dalle luci dei flash e impreziosite dai gioielli delle molte aziende che hanno accolto di buon grado il progetto. Fiere, sorridenti, dolci, hanno seguito le istruzioni del fotografo e ammirato i gioielli proposti dalle aziende valenzane. Le foto racconteranno questo matrimonio delicato tra tradizione e bellezza senza età, in un progetto dalle molte tappe.

Fragilità e bellezza è il cappello infatti di una serie di iniziative promosse dal Comune di Valenza, organizzata dall’Associazione Phanes con il supporto di Museumstudio s.r.l.s, è sostenuta da Fondazione CRT e da Fondazione CR Alessandria, Regione Piemonte oltre che dallo stesso Comune di Valenza, intende declinare i temi della Fragilità e della Bellezza in diversi contesti intrecciando oro, arte e natura con molti linguaggi differenti come l’arte orafa, l’arte contemporanea, la fotografia e i nuovi media.

Protagonisti – ha spiegato Riccardo Massolasaranno artisti che hanno lavorato con il concetto di fragile bellezza utilizzando materiali fragili per costruire e realizzare oggetti preziosi“. Le ospiti dell’Uspidalì hanno indossato orgogliose magnifici gioielli prodotti nel distretto valenzano per un connubio delicato quanto poetico.

Si partirà dal Centro Comunale di Cultura di Valenza il 14 dicembre con “La memoria e il territorio”, una mostra di opere e gioielli che si soffermerà sull’eredità di artisti-orafi tra i quali Saverio Cavalli, Laura Rivalta, Paolo Spalla, capaci di fondere la lavorazione dei metalli preziosi con la sperimentazione, dialogando con i movimenti artistici del proprio tempo.

Il concetto di fragilità e bellezza  non rimarrà solo nella città dell’oro ma emigrerà anche in piazze importanti diffondendo la bellezza del talento e delle opere di Valenza in luoghi come il parco del Po, Palazzo Carignano a Torino, il Centro di Conservazione e Restauro della Venaria Reale.

Il progetto, a cura di Domenico Maria Papa e Lia Lenti, è realizzato in collaborazione con il Centro Comunale di Cultura di Valenza, Fondazione Torino Musei, il Centro di Conservazione e Restauro della Venaria Reale, la Fondazione Mani Intelligenti che raccoglie, quest’ultima, alcuni dei più importanti marchi della gioielleria non solo italiana, come Bulgari, Damiani, Mattioli,Crivelli, Palmiero Recarlo, Cartier, solo per citarne alcuni. A questi si aggiungono le collaborazioni con la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, Museimpresa (Associazione italiana dei musei e degli archivi di impresa), e le scuole For.Al “Vincenzo Melchiorre” e Liceo Artistico “Carlo Carrà” di Valenza.

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