Autore Redazione
mercoledì
15 Gennaio 2020
06:15
Condividi
Cronaca - Eventi - Novi Ligure

“Blasé”, ovvero la perdita di significato, secondo le Officine Gorilla

Venerdì 17 gennaio debutta al Teatro della Juta il monologo “Blasé”, scritto e diretto da Luca Zilovich e interpretato da Michele Puleio
“Blasé”, ovvero la perdita di significato, secondo le Officine Gorilla

ARQUATA SCRIVIA – “Il blasé sta nel fatto che tutte le cose che ci vengono proposte lo sono in quanto uniche, ma in realtà non lo sono affatto”.
E “Blasé” si intitola il monologo diretto e scritto da Luca Zilovich e interpretato da Michele Puleio, la prima produzione originale frutto della collaborazione tra il Collettivo Teatrale Officine Gorilla e il Teatro della Juta. Il debutto sarà venerdì 17 gennaio alle 21 al Teatro della Juta, nell’ambito della stagione Superhuman, realizzata con il contributo della Fondazione CRT, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo e con il patrocinio del Comune di Arquata Scrivia e del Comune di Gavi.

Alle prove dello spettacolo si respira la voglia di “tenere lo specchio alla società” (e il riferimento è nientedimeno che Amleto), come già nei precedenti “Love date” e “Riportami là dove mi sono perso”, attraverso punti di vista individuali, che si compongono in un disegno complessivo. In “Blasé” i protagonisti (tutti interpretati da Puleio), reagiscono ai tanti stimoli odierni (ovviamente anche media e social) e perdono la capacità del giudizio di valore (appunto la perdita di significato che sociologicamente definisce l’atteggiamento blasé). Anche qui domina una leggerezza stilistica, che sempre affonda in temi vasti, e lo spunto nasce da un argomento trattato nel format “Passaggi a teatro”, (monologhi in macchina per pochi spettatori). “Quest’estate a Gavi abbiamo fatto per “Passaggi a teatro” un monologo basato sul concetto di oniomania, la sindrome da acquisto compulsivo, molto presente in questa epoca di Amazon”, spiegano Zilovich e Puleio, “Da qui è nato il protagonista iniziale di “Blasé”, che dà la colpa del suo problema alla società e per questo fa un atto estremo e totale: arriverà a prendere in ostaggio la segreteria di una scuola. Inizialmente avevamo pensato ad una rapina ad una banca, ma la scuola, come luogo, drammaturgicamente entra subito, definisce un’azione più forte e ci ha permesso di introdurre i personaggi che volevamo”. Ciò che fa il protagonista si andrà ad inserire in una catena sociale, perderà il suo significato e sarà strumentalizzato dagli stessi suoi ostaggi. “Un personaggio, chiamato il Professore, il più pragmatico, dirà a chi lo tiene in ostaggio: – la sua immagine non è più sua, non la può più controllare lei, è già in mano ad altre persone-”, dice Zilovich, “questo perché ogni gesto, anche disperato, diventa blasé, fatto senza coscienza”.

Il protagonista appare solo all’inizio e alla fine, tutta la vicenda è vista dagli occhi degli altri personaggi, quindi si parte dalle necessità indotte da stimoli sempre più numerosi, ma “l’oniomania è un tema iniziale che ne introduce altri che rendono blasé i protagonisti ”, spiega Puleio,
è un modo delle Officine Gorilla di parlare della società. Ma mentre gli altri lavori parlavano per lo più di relazioni a vari livelli, Blasé parla del modo di vivere: come ci si adatta, come si ignorano certe cose, come ci si lascia vivere appunto in modo blasé. Quello che dicono i nostri personaggi ha sempre un collegamento molto reale e a me piace mettere loro in bocca cose che la gente capisce, ma non direbbe mai”. Nel microcosmo della segreteria della scuola si trovano personaggi dai soprannomi di Pescecane, di Professore, di Forza dell’amore… solo Dennis, immagine tragicomica della solitudine estrema, stemperata comicamente dalla compagnia di un cactus, merita un nome proprio. Sono “tipi sociali riconoscibili”, ci tiene a dire l’autore e regista, come delle nuove maschere della commedia dell’arte, ma molto calzate sulla realtà. Ad accompagnare Puleio nelle sue tante trasformazioni, le proiezioni video di Lele Gastini, cui si deve anche l’immagine della locandina e le musiche originali di Raffaello Basiglio. “Mi dissero una volta che un buon regista deve avere ottimi collaboratori che comprendano cosa fare con poche indicazioni” dice Zilovich e la conversazione si scioglie in tono ridanciano sulla scelta della musica, perché “qui, Raffaello (Basiglio) ha dovuto abbandonare le colonne sonore molto ricche, in cui è bravissimo, per la musica grunge”, una scelta hard come quella del protagonista, non poteva essere altrimenti.   L’ingresso a posto unico costa € 10    Per info e prenotazioni: 345.0604219teatrodellajuta@gmail.com

 

Condividi