12 Marzo 2020
08:11
Coronavirus: perché le fabbriche restano aperte e come garantiranno la sicurezza
ITALIA – Il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – lo potete scaricare qui – permetterà alle fabbriche di rimanere aperte. Fermare infatti l’intera produzione per l’economia italiana, già provata dalla crisi a cui si è aggiunta la pandemia di coronavirus, sarebbe restata fatale. Una scelta che, se la diffusione del Covid-19 dovesse proseguire inarrestabile, potrebbe essere rivista ancora una volta. Del resto nel giro di una manciata di giorni abbiamo visto emanare tre Dpcm (l’8, il 9 e l’11 marzo 2020) che di volta in volta aggiungevano limitazioni e restrizioni anche a seconda dell’evolversi della situazione.
Nel Decreto si legge che “in ordine delle attività produttive“, che in parole povere vuol dire industrie e fabbriche, “si raccomanda che“:
- sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza (uffici commerciali, amministrativi, segreteria, ecc.);
- siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
- siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;
- assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;
- siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali.
Queste regole vengono inserite nel punto sette del nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per contrastare la diffusione del coronavirus. Il punto otto del documento invece invita “che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni“.