Autore Redazione
martedì
31 Marzo 2020
05:44
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Cronaca - Novi Ligure

Negli occhi lucidi di un’infermiera il grazie più bello per una donazione

Negli occhi lucidi di un’infermiera il grazie più bello per una donazione

NOVI LIGURE – È nei momenti di difficoltà che il popolo italiano sa dimostrare tutta la sua grandezza. Differenze, divergenze, incomprensioni, discussioni spariscono. Perché prima di tutto ci sono gli altri, quelli che hanno bisogno. Tutto, così, passa in secondo piano. E tutto, allo stesso tempo, in un qualche modo assume connotati dai toni eroici. Eroi come abbiamo sentito chiamare gli operatori sanitari in questi giorni. Ma anche semplici persone che si sono private di qualcosa per aiutare un sistema in affanno (forse) mai come prima. Ecco che più i gesti sono piccoli più assumono un significato grande. Enorme. Lo si legge negli occhi di medici e infermieri. Negli occhi di chi riceve un grazie, una pizza o semplicemente un pacco di mascherine.

Lo ha letto in quegli stessi occhi Fabrizio Morando quando ha consegnato nella giornata di ieri 40 tute Tyvek al reparto di Medicina di Novi Ligure. Una donazione fatta personalmente e che porta anche il nome della moglie Carmen Biglieri, che gestisce insieme a lui la Ferramenta Morando di Pozzolo Formigaro, e l’amica Marina Diacobe de L’Angolo del Gusto sempre di Pozzolo. È proprio Fabrizio che lo racconta in un lungo post sui social e ce lo conferma subito dopo quando proviamo a contattarlo. Ci tiene che il suo gesto non venga “troppo ingigantito. Ho fatto quello che in molti stanno facendo a seconda delle disponibilità in un periodo difficile come questo“.

L’ingresso al San Giacomo non gli è nuovo per pregresse esperienze di vita. La strada per la Medicina la conosce ed è proprio lui che porta le tute sino al reparto. Le porte sono chiuse, citofona. È dotato di mascherina e guanti. Gli aprono due infermiere e lui allunga il pacco che porta con sé. “Sono arrivate le tute“, esclama una delle due ragazze quasi in segno di preghiera. L’emozione è nei suoi occhi incorniciati tra una mascherina e una cuffia. “Vedere la commozione nei loro occhi avendo la consapevolezza di quello che stanno facendo e passando mi tocca il cuore“, aggiunge ancora Fabrizio. Che poi saluta e torna sui suoi passi. Le porte del reparto si chiudono dietro di lui “e scendo le scale con le lacrime a rigarmi il volto“. Perché “i veri eroi hanno il camice bianco“.

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