Autore Redazione
mercoledì
15 Aprile 2020
05:49
Condividi
Cronaca - Alessandria

Il sindacato dei medici piemontesi: “Pochi tamponi, serve azione aggressiva”

Il sindacato dei medici piemontesi: “Pochi tamponi, serve azione aggressiva”

TORINO – “Siamo tutti dalla stessa parte, vogliamo vedere retrocedere i contagi, aiutare i pazienti negli Ospedali e nelle Rsa, contribuire con un’informazione chiara e puntuale sui miglioramenti ma anche su ciò che ancora manca, ma non possiamo fare finta che ad oggi il personale sanitario piemontese continui a lavorare in condizioni di forte rischio e nell’incertezza di una possibile positività asintomatica“. A dirlo è stato il il segretario del sindacato dei medici piemontesi Cimo, Sebastiano Cavalli.

Lo abbiamo detto e lo ribadiamo ancora, serve un’azione aggressiva legata ai tamponi, sono ancora troppo pochi rispetto ai numeri dei medici che operano negli ospedali di tutto il Piemonte“, ha spiegato ancora Cavalli. Che poi parte al contrattacco aggiungendo come “negli unici due incontri in conference call avuti con la Regione e l’Unità di Crisi abbiamo sempre evidenziato queste criticità, proponendo anche un riconoscimento economico come è avvenuto in altre regioni, ma non abbiamo avuto alcuna risposta“.

Il segretario del sindacato dei medici ha sottolineato come dal 26 marzo non ci siano state altre riunioni: “Non abbiamo più avuto contatti con i vertici regionali, più volte da noi stimolati a risponderci. Abbiamo dovuto rimarcare in tutte le sedi le nostre preoccupazioni per tutelare tutti i medici che sono impegnati in prima linea e che rischiano la vita pur di svolgere il proprio dovere. Il fatto di aver sostituito in corsa i vertici e i componenti dell’unità di crisi regionale forse dimostra che certe scelte non sono state poi così adeguate“.

Condividi