24 Aprile 2020
05:45
Il commercio che r-esiste, La Dea della Bellezza: “Il futuro? Per il mondo dei parrucchieri cambierà tutto”
CASTELLAZZO BORMIDA – Il 7 marzo, ancor prima che entrasse in vigore il Dpcm che ne sanciva la chiusura obbligatoria (quello dell’11 marzo), Atika Zriouel aveva deciso di chiudere il suo salone. “Troppo difficile lavorare così. Non era sicuro per noi e non lo era per i clienti, chiudere era una scelta responsabile e giusta per tutti“, ci spiega Zriouel che a Castellazzo Bormida è titolare del salone d’acconciature La Dea della Bellezza. Dopo quasi due mesi da quella data il premier Conte ha annunciato per il 4 maggio il possibile inizio della fase 2. “Ma noi, come molti altri commercianti, attendiamo con ansia le disposizioni per capire come e se aprire al pubblico“, aggiunge.
Nel frattempo Atika Zriouel si è già portata avanti con i lavori. “Ho prenotato la sanificazione del locale, ho acquistato 500 mascherine per me e i miei collaboratori, sono in arrivo 2.000 guanti e delle visiere protettive. Alla fine è un obbligo che mi sento di avere per chi lavora con me oltre che per la clientela stessa“, dice. Per poi aggiungere che “per il mondo dei parrucchieri niente sarà più come prima“. Il motivo è molto semplice e risiede principalmente nel distanziamento sociale, parola e concetto che è entrata prepotentemente nella vita di noi italiani. “Il nostro è un lavoro in cui si è a contatto ravvicinato con il cliente, garantire un distanziamento è quasi impossibile“, questo però non vuol dire che si possano prendere delle precauzioni “come l’alternanza dei posti da sedere o dei lavatesta. Ho dotato anche la cassa di un vetro anti droplet“.
Certo, per tornare a una normalità lavorativa e di guadagno “bisognerà fare dei sacrifici. Allungheremo magari l’orario lavorativo per accontentare anche la clientela” che sicuramente in un primo periodo sarà meno “soprattutto per il contingentamento, perché se posso far entrare nel salone una sola o due persone alla volta” vuol dire che la clientela media si ridurrebbe della metà se non addirittura nel peggiore dei casi di 3/4. Quello che Atika Zriouel spera è di “non sentirmi e sentirci abbandonati dallo Stato come in parte è avvenuto in questi giorni. Il bonus da 600 euro dato dall’Inps è stato un primo piccolo passo ma che è servito a malapena a coprire le spese di gestione di un’attività comunque ferma“.