2 Maggio 2020
05:59
Con il lockdown crollo dell’80% per vino e agriturismi
ALESSANDRIA – La chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto a valanga sull’agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menù che sale a 5 miliardi per effetto del lockdown prolungato al primo giugno, come emerge dall’analisi di Coldiretti. Specificatamente per il comparto vitivinicolo, lo stop di tutto il settore Ho.Re.Ca. potrebbe portare a un taglio del 50% del valore delle vendite di vino in Europa. È l’allarme lanciato da Coldiretti sulla base delle previsione dell’OIV (Organizzazione mondiale della vite e del vino). Agriturismi e cantine sentono particolarmente la crisi tanto che in Piemonte il vitivinicolo sta già registrando danni dal 70% all’80% e il comparto agrituristico in certi casi ha toccato anche il 100% tra ristorazione e ospitalità bloccate.
“Gli agriturismi, avendo ampi spazi all’aperto, sono i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche e, in attesa della riapertura, sono numerose le strutture che si sono attrezzate per cucinare e portare a domicilio i pasti, offrendo la possibilità ai consumatori di gustare comunque i piatti del territorio“, affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale. “Per il vino, a livello nazionale Coldiretti è impegnata nella campagna #iobevoitaliano per promuovere gli acquisti, ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sul vino che rappresenta, da sempre, all’estero un elemento di traino per l’intero Made in Italy, alimentare e non”, aggiungono per poi concludere spiegando che “occorre trovare risorse aggiuntive comunitarie e nazionali per finanziare ogni utile strumento per la riduzione delle giacenze e per il contenimento della produzione di vino proveniente dalla prossima vendemmia. Tutte misure urgenti per sostenere un comparto che in Piemonte conta numeri importanti: una produzione di 2,5 milioni di ettolitri, detiene una superficie vitata che supera i 43 mila ettari e conta circa 14 mila imprese”.