30 Aprile 2020
08:14
Cirio e i Governatori del centro-destra scrivono a Conte: “Serve flessibilità, cambiamo il Dpcm”
ROMA – C’è anche la firma di Alberto Cirio sulla lettera che i Governatori del centro-destra hanno inviato al premier Conte, oltre che al Presidente Sergio Mattarella e al ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, per chiedere una revisione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri rendendolo di fatto molto più flessibile. “Pare assolutamente necessario che l’attuale struttura del Dpcm 26 aprile 2020, imperniato su regole previste rigidamente in funzione della sola tipologia di attività economica svolta e con la possibilità di adottare, nelle singole regioni, solamente misure più restrittive, venga riformata in quanto non dotata della necessaria flessibilità capace di riconoscere alle Regioni, laddove la situazione epidemiologica risulti migliorata e i modelli previsionali di contagio in sostenuta decrescita, la possibilità di applicare nei loro territori regole meno stringenti di quelle previste a livello nazionale, con una compressione delle libertà costituzionali strettamente proporzionata all’esigenza di tutela della salute collettiva“.
In particolare i Governatori hanno sottolineato come “la Fase 1 dell’emergenza Covid-19 ha visto un accentramento dei poteri normativi in capo al Governo, secondo lo schema decreto-legge + dpcm attuativi che ha posto problemi di compatibilità con la Costituzione, sia con riferimento al coinvolgimento parlamentare, sia con riferimento al rispetto delle competenze regionali“. Un accentramento mal digerito dai presidenti delle regioni che “a causa dell’assoluta emergenza e del principio di leale collaborazione tra livelli di Governo“, hanno accettato questa intromissione da parte di Roma, passateci il termine, negli affari locali. “Il protrarsi, anche nell’attuale fase di superamento della stretta emergenza, di risposte eccezionali, date rigidamente con atti del Presidente del Consiglio dei Ministri sprovvisti di forza di legge, potrebbe portare alla luce criticità anche notevoli circa la tenuta di un impianto giuridico basato su atti amministrativi che, in quanto tali, sono sì successivamente sindacabili innanzi al giudice amministrativo e, per ciò che concerne le Regioni, anche presso la Corte Costituzionale, ma che sfuggono al controllo preventivo da parte del potere pubblico e costituzionale“, si legge in conclusione nella lettera.
Oltre al Governatore del Piemonte, hanno sottoscritto la lettera anche i presidenti di Lombardia, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Molise, Abruzzo, e il presidente della provincia autonoma di Trento.