Autore Redazione
giovedì
30 Aprile 2020
14:35
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Cronaca - Alessandria

L’ospedale di Alessandria attiva una linea di ricerca dedicata al covid-19

L’ospedale di Alessandria attiva una linea di ricerca dedicata al covid-19

ALESSANDRIA – L’azienda ospedaliera di Alessandria darà vita a una linea di ricerca dedicata al Covid-19. Non sarà legata a una specifica struttura né a un singolo professionista e avrà come referente clinico Guido Chichino, Direttore di Malattie Infettive. Il coordinamento delle attività, come per le altre linee di ricerca, sarà invece affidato all’Infrastruttura Ricerca Formazione Innovazione, diretta dal dottor Antonio Maconi.

Gli studi dei prossimi mesi spiegheranno le motivazioni di una presenza così invasiva del virus in provincia di Alessandria anche se il dottor Chichino ha già rilevato tra i fattori in questione la “vicinanza geografica e gli intensi scambi commerciali, sociali e ludici con la bassa Lombardia e il piacentino“. Una situazione che ha reso “l’incidenza della malattia nella nostra zona pressoché sovrapponibile a queste province, che ci hanno anticipato nell’esplosione dell’epidemia di 1-2 settimane. In proposito va sottolineato come all’inizio siano stati riscontrati fra i pazienti dei casi inaspettati di contatto, per i motivi più disparati, proprio con il comune di Codogno”.

L’ospedale ha modificato quindi l’organizzazione per ricevere i pazienti Covid e il lavoro degli infettivologi ha permesso di fronteggiare l’emergenza: “I virus sono dei parassiti che non riescono a sopravvivere in autonomia ma devono sfruttare ogni occasione favorevole per moltiplicarsi e diffondersi. È chiaro che di fronte ad una malattia nuova, abbiamo iniziato a lavorare da subito con l’attivazione di numerosi studi e con la somministrazione di farmaci a livello sperimentale. Va inoltre sottolineato – prosegue il Dr. Chichino – che la malattia COVID-19 si manifesta prevalentemente con una polmonite di tipo interstiziale; la radiografia tradizionale, esame standard e di primo livello per la sua diagnosi, è gravata da bassa sensibilità nell’identificare le alterazioni precoci polmonari e pertanto nelle fasi iniziali della malattia rischia di essere falsamente negativa. Nel corso di questa pandemia l’ecografia polmonare ha dimostrato di possedere una sensibilità diagnostica maggiore di quella dell’Rx tradizionale suggerendone l’utilizzo a scopo diagnostico, prognostico, di monitoraggio clinico e di ricerca scientifica. Si ipotizza ora l’utilizzo di uno strumento ecografico portatile, grazie alla Fondazione Solidal, che permetterà ora e nel futuro di affinare i risultati interpretativi in questa ed in tutte le altre patologie infettive, sempre al letto del malato, con importanti ricadute sia per la clinica che per la ricerca”.

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