Autore Redazione
sabato
2 Maggio 2020
14:45
Condividi
Cronaca - Alessandria

I chiarimenti della Questura sull’autocertificazione e gli spostamenti

I chiarimenti della Questura sull’autocertificazione e gli spostamenti

ALESSANDRIA – La Questura di Alessandria, con un comunicato, ha voluto fare chiarezza sugli spostamenti che i cittadini potranno effettuare dal 4 maggio. “Ogni legge, ogni regola ha una sua finalità, uno scopo: poiché il Dpcm è valido dal 4 al 17 maggio 2020, quindi due settimane, la sua finalità, il suo scopo principale è quello di evitare assembramenti, che sono il maggiore rischio di contagio. E allora il nostro comportamento dovrà proprio evitare di creare assembramenti!“, si legge nella nota.

La Questura ha sottolineato che l’autocertificazione servirà ancora e sarà da compilare ogni qualvolta verranno effettuati degli spostamenti sia nel nostro Comune che nella nostra Regione che in altre Regioni. Dovrà essere obbligatoriamente cartacea e quindi non basterà una foto sullo smartphone. “Giuridicamente, lo prevede il Decreto Legge 19/2020 che detta le regole per i Dpcm in materia di emergenza Covid-19. Ora, in attesa di una eventuale modifica del modulo per l’autocertificazione, possiamo utilizzare quello che abbiamo, cancellando con la penna (magari facendoci aiutare da chi procede al controllo) le parti non più valide“, si legge.

Gli spostamenti in generale sono permessi per “muoversi dalla propria abitazione solo per validi motivi“. In generale non sarà possibile, pur avendo un valido motivo, spostarsi con l’intera famiglia questo perché “il Ministero dell’Interno ha chiarito che in generale è consentito a un solo genitore spostarsi o camminare con i propri figli minori. Perciò, per spostarci insieme, dobbiamo avere un motivo valido come famiglia (vedi i punti 1), 2), 3) e 4) più giù). Ricordiamoci sempre che dobbiamo evitare assembramenti“.

Va inoltre specificato che dal 4 maggio il limite degli spostamenti diventa la Regione stessa. Questo vuol dire, “ad esempio, che potrò andare a fare la spesa in un Comune vicino o anche più in là, ovviamente senza esagerare! È chiaro che non posso dire che sto andando a fare la spesa o a correre a 100 chilometri da casa e magari in zona turistica in caso di controlli poiché si rischierà la sanzione“. Nella stessa Regione, o Provincia o Comune sono consentiti i seguenti spostamenti:

  1. Per lavoro, ovvero è tutto ciò che ricade nella nostra attività, compreso il percorso da casa all’ufficio (o negozio, o studio, o cantiere, ecc.) sia con mezzi privati che pubblici;
  2. Per salute, ovvero si intende la propria, non quella di altri (che casomai per noi diventa uno stato di necessità) e riguarda anche visite mediche, dentistiche, psicologiche, analisi, ritiro ricette, ecc;
  3. Per necessità, ovvero si intende un bisogno che abbiamo e che non può essere risolto se non con lo spostamento. Praticamente è tutto quello, diverso dai motivi di lavoro o di salute, che non possiamo fare a meno di fare (fuori da casa nostra). Quindi, cose collegate al lavoro (ad esempio, per andare a lavorare ho bisogno di riparare l’auto), connesse alla salute nostra (per andare dal medico specialistico lontano devo fare benzina) o di parenti (ad esempio, accompagno mio figlio minore dal pediatra) o di animali domestici (porto il cane a fare i bisogni o dal veterinario), ma anche comprare una ricarica del telefono può essere “necessità” (se non posso farla da casa), così come prelevare al bancomat se rimango senza soldi. Anche comprare medicine, il giornale, le sigarette, il computer, materiale di ferramenta rientra nelle ‘necessità’, così come far riparare l’auto, cambiare le gomme invernali o fare il tagliando.

La vera novità è che dal 4 maggio si potranno incontrare congiunti ma solo nella stessa Regione. È permesso incontrare figli, moglie, marito, padre, madre, nonni, fratelli, zii, nipoti, cognati, suoceri, conviventi, fidanzati e affetti srabili. Detto questo, andare ad incontrare i congiunti è un caso di valido spostamento di padre, madre e figli assime. Non ci deve tuttavia essere assembramento, si deve restare ad un metro l’uno dall’altro e bisogna indossare la mascherina. “Ripetiamo, non stiamo parlando di casa nostra (a meno che un “congiunto” non venga a trovare noi) ma di chi andiamo ad incontrare, per questo dobbiamo stare attenti. Capirete che, mantenendo un metro e indossando mascherine, la cena con i congiunti diventa impossibile; peggio ancora se pensiamo a feste con parenti!“, chiarisce la Questura. Non sarà invece possibile incontrare amici e fare feste e cene con loro. Sugli orti (non aziende agricole, che operano regolarmente), è sempre necessario un valido motivo, in questo caso “per necessità”: la necessità è di “andare per evitare di perdere prodotti alimentari che possiamo utilizzare al posto della spesa per le esigenze della famiglia“.

Gli spostamenti da una Regione ad un’altra risultano invece più complicati rispetto a quelli all’interno della stessa Regione. Detto che, in generale, è vietato spostarsi dalla Regione dove attualmente ci troviamo, è invece permesso andare in una Regione diversa per questi comprovati motivi:

  1. Per lavoro, e sono gli stessi motivi validi all’interno della Regione (vedi sopra);
  2. Per salute, e anche qui sono gli stessi motivi validi all’interno della Regione (vedi sopra);
  3. Per assoluta urgenza, intendendosi qualcosa che dobbiamo per forza fare in un’altra Regione, e subito, altrimenti ne avremmo un danno irreparabile. Attenzione: non bastano i casi “per necessità” di cui abbiamo parlato prima. Ad esempio, se devo portare il mio cane dal veterinario, debbo andare da un professionista della Regione dove mi trovo, a meno che tra i veterinari della mia Regione nessuno sappia curare la malattia del mio animale domestico e, ovviamente, la malattia debba essere curata con “assoluta urgenza”.
  4. Per rientrare al proprio domicilio, abitazione o residenza, e sono quei casi che ci permettono, a noi che eravamo ‘fuori da casa nostra’ (cioè in altra Regione) e che non potevamo tornarvi, di poterlo fare dal 4 maggio. Qui pensiamo a persone che erano ospitate da parenti lontani quando è scoppiata l’emergenza, a chi era al lavoro ed è rimasto bloccato, agli studenti nei collegi, ecc.
Condividi