7 Maggio 2020
06:02
Fase 2 e scenari possibili di una nuova fiammata del Covid-19: cosa potrebbe succedere in Piemonte
PIEMONTE – Dal 4 maggio l’Italia è entrata nella cosiddetta fase 2, ovvero quel periodo di transizione di convivenza con il Covid-19. Nel mentre un graduale ritorno alla normalità pur mantenendo alta l’attenzione per tenere sotto controllo l’avanzare della pandemia. Nel suo ultimo discorso alla nazione il premier Conte ha parlato di un possibile nuovo aumento dei contagi, causato proprio per il ritorno graduale alla vita degli italiani. Ma quanto potrebbe essere grave questa nuova ondata causata dal coronavirus?
Bisogna partire prima di tutto da un presupposto: il virus non è ancora stato sconfitto. Il lockdown ne ha portato un rallentamento che ha permesso alle strutture sanitarie di rifiatare e ai ricercatori di guadagnare un po’ di tempo per cercare un vaccino o una cura più che valida per contrastare questa malattia. A oggi abbiamo dovuto piangere quasi 30 mila morti ufficiali in tutta Italia, nella sola provincia di Alessandria sono stati invece più di 500. Ecco perché la fase 2 non deve essere vista o intesa come un liberi tutti. È anche vero che un Paese non può restare fermo in eterno o comunque troppo a lungo, poiché questo provocherebbe una crisi economica da cui difficilmente riuscirebbe a uscire.
Se si analizzano i dati non c’è ancora da stare tranquilli. Il 4 maggio ci sono stati 1.075 nuovi casi di positività, circa 150 in meno del 7 marzo quando, due giorni dopo, l’italia entrava in lockdown. All’epoca però i casi erano in salita, oggi paiono essere in discesa. A questo si aggiunge che il R0 – il fattore che indica la potenza di contagio del Covid-19 – è sceso in tutta Italia al di sotto del valore di uno. Gli esperti temono che il non rispetto delle regole dettate nella fase 2 potrebbe portare però una seconda ondata di contagi. Nel peggiore delle ipotesi anche più violenta di quanto accaduto tra febbraio e marzo 2020.
A stabilirlo il rapporto dell’Imperial College dedicato interamente all’Italia e dal titolo Uso della mobilità per stimare l’intensità di trasmissione di COVID-19 in Italia: analisi a livello regionale e scenari futuri. I ricercatori hanno tracciato tre scenari possibili per le prossime otto settimane. Il primo vede gli italiani estremamente ligi alle regole e che si muovono solo in caso di necessità come hanno fatto durante la quarantena. Il secondo prevede una mobilità intorno al 20% dei livelli pre-quarantena. Il terzo vede un ritorno della mobilità pari al 40% dei livelli pre-quarantena. Questi tre scenari sono stati presi dai ricercatori per eccesso, ovvero senza tenere conto l’utilizzo o meno delle mascherine (sempre se usate in maniera corretto) e del rispetto del distanziamento sociale sui mezzi pubblici e nei negozi. Insomma non prendono in esame gli svariati comportamenti della popolazione in questo periodo post quarantena: non hanno guardato quindi eventuali assembramenti sulla panchina della piazza di paese come di file ordinate ai supermercati.
Nello scenario uno tutto resterebbe invariato se non addirittura andrebbe a scemare seppur senza arrivare mai al contagio zero. Diversa la questione per gli altri due scenari. Prendiamo proprio il caso del Piemonte immaginando che la mobilità torni a un livello pari al 20% di quella prima della quarantena, ovvero riducendo di un quinto rispetto a gennaio 2020 tutti gli spostamenti. In questo caso, come si vede dal grafico, il numero dei decessi schizzerebbe alle stelle, superando anche quelli dei mesi clou di marzo e aprile. Per intenderci le linee nere sono i morti ufficiali, la linea blu è un termine di paragone come se la fase 2 non fosse mai iniziata, mentre la curva rossa rappresenta l’andamento probabile dei decessi giornalieri nello scenario 20%.
I calcoli per lo scenario tre sono presto fatti con il numero relativo ai 200 morti che sarebbe lo scenario migliore mentre il boom degli oltre 400 nello scenario peggiore. Va detto che si tratta di uno studio su base teorica, non dissimile dalla realtà ma nemmeno certa nella sua totalità.
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