Autore Redazione
lunedì
11 Maggio 2020
13:12
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Cronaca - Alessandria

L’allarme di Confesercenti: “La crisi economica rischia di facilitare usura e infiltrazioni criminali nel commercio”

L’allarme di Confesercenti: “La crisi economica rischia di facilitare usura e infiltrazioni criminali nel commercio”

ALESSANDRIA – L’emergenza economica causata dal lockdown per impedire il diffondersi del coronavirus e un futuro incerto che non tratteggia ancora gli scenari di una possibile fine, stanno mettendo in serie difficoltà il commercio cittadino. Questa incertezza e mancanza di liquidità potrebbe, nei casi più tragici, favorire le infiltrazioni della criminalità organizzata pronta a promettere immediati introiti ai negozi in difficoltà per poi strangolarli definitivamente dietro il cappio dell’usura.

C’è molto preoccupazione, per le attività economiche e produttive – quelle che ce la faranno – che stanno a poco a poco ripartendo, ma la maggioranza di esse si troverà a corto di liquidità e maggiormente indebitata, con il conseguente e concreto pericolo del ricorso a prestiti usurai o, ancor peggio, di cessioni o infiltrazioni nelle compagini sociali di soggetti criminali“, ha spiegato Gianni Malaspina Vicepresidente Consorzio Fidi FINCOM S.C. e dirigente Confesercenti provinciale. Questo perché, secondo l’associazione dei commercianti, gli aiuti messi in campo dal Governo o dalle singole realtà territoriali (Regioni, Province, Comuni) sino a oggi sono del tutto insufficienti e inefficaci a fronteggiare l’esigenza di liquidità in cui versa la maggioranza delle micro, piccole e medie imprese. La paura è che la criminalità si stia attrezzando per sostituirsi agli aiuti che non arrivano: pur in assenza di dati certi si stima che le micro, piccole e medie imprese a rischio siano nell’ordine del 30% del totale.

“La mancanza di liquidità e di lavoro è la vera nuova pandemia. Prima del coronavirus molte famiglie italiane correvano già un serio rischio povertà. Allo stato attuale il rischio è accresciuto e concretizzato, intaccando anche il tessuto imprenditoriale del nostro Paese. Diventa sempre più difficile per i soggetti a rischio diffidare di chi propone un sostegno, un intervento economico, anche perché l’imprenditore è convinto di poter sanare il debito assunto e salvare la propria attività ed i posti di lavoro dei suoi collaboratori non appena l’attività sarà ripresa a pieno regime”, spiega invece Michela Mandrino, Presidente Confesercenti. Che poi aggiunge: “Il fenomeno della criminalità organizzata è reale e da sempre latente nel nostro tessuto economico, ed ora più che mai è un nemico da combattere con l’impegno di tutti, Istituzioni, Forze dell’Ordine, Autorità Giudiziaria, Associazioni, Confidi e Imprenditori. Serve un grande lavoro di sensibilizzazione e di informazione, però è anche indispensabile fin da subito alleggerire il carico fiscale e la burocrazia, che i nostri imprenditori vivono con paura e angoscia, così come altrettanto importante sarà l’immissione di liquidità “a fondo perduto”, ovvero che non si traduca in un debito per coprire altri debiti“.

La Presidente Mandrino ha poi concluso spiegando come “ormai evidenziato da più fonti, anche governative, se non interveniamo e sensibilizziamo il mondo imprenditoriale il numero dei potenziali soggetti a rischio potrà cresce esponenzialmente soprattutto in questa FASE 2, dove la mobilità consentirà al malavitoso di avvicinare con maggior facilità le imprese in difficoltà

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