Autore Redazione
martedì
12 Maggio 2020
09:11
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Cronaca - Novi Ligure

Finanzieri scoprono mascherine e medicinali per il coronavirus importati illecitamente: erano in un magazzino di Novi

Finanzieri scoprono mascherine e medicinali per il coronavirus importati illecitamente: erano in un magazzino di Novi

NOVI LIGURE – Dovevano servire per aiutare la popolazione italiana durante l’emergenza Coronavirus. Invece, centinaia di medicinali arrivati dalla Cina erano nascosti nei magazzini di una società piemontese. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di migliaia di dispositivi medici, tra cui circa 600 mila mascherine, importati illecitamente e successivamente commercializzati in tutta Italia per un giro d’affari stimato in oltre 5 mln di euro.

La base a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, dove aveva sede la società per azioni, amministrata da un cittadino cinese cinquantacinquenne, residente nel capoluogo piemontese, la cui società si ramificava su buona parte del territorio nazionale attraverso quattro sedi a Novi Ligure oltre che a Cessalto, Rozzano e Rignano sull’Arno tutte perquisite dai finanzieri. E proprio nei magazzini della società di Novi Ligure, i finanzieri hanno scoperto che dietro la rivendita di capi d’abbigliamento di lusso acquistati in un outlet si nascondeva un deposito, all’interno del quale venivano  nascoste le mascherine importate illegalmente. Nel deposito oltre ai dispositivi medici, sono state rinvenute una quarantina di carte di credito di diversi istituti di credito utilizzate per l’attività illegale. Nella società alessandrina, gestita da un trentaduenne residente a Novi Ligure, sono state trovate anche centinaia di confezioni di medicinali utili al contrasto della diffusione dell’epidemia da Coronavirus. I farmaci erano destinati alla popolazione italiana nell’ambito del progetto ‘Anti-Epidemic Supplies from Zhejiang to Italy’.

Le indagini proseguono sia per rintracciare l’amministratore dell’azienda torinese che ha fatto perdere le proprie tracce rifugiandosi in Cina sia per accertare le cause per le quali il materiale si trovasse nascosto nel magazzino dei ‘contrabbandieri’ e non messo a disposizione dei servizi assistenziali italiani ai quali
erano in origine destinati. Le mascherine saranno, invece, destinate a enti pubblici  e assistenziali che ne hanno maggior bisogno.

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